Intervento di Nicola Iervasi nel corso dell'assemblea pubblica di martedì scorso.
Chi ha seguito come me gli sviluppi di tutta la vicenda del porto, ascoltare le menzogne, la propaganda e le offese, e soprattutto le verità non dette, da parte di sindaco, vice-sindaco e chi altro è intervenuto, vi garantisco che c’è davvero da rimanere scandalizzati.
Chi ha seguito come me gli sviluppi di tutta la vicenda del porto, ascoltare le menzogne, la propaganda e le offese, e soprattutto le verità non dette, da parte di sindaco, vice-sindaco e chi altro è intervenuto, vi garantisco che c’è davvero da rimanere scandalizzati.
Su
due enormi menzogne i nostri amministratori hanno costruito le loro tesi e la
loro propaganda. La prima è che il porto deve rimanere a maggioranza pubblica
perché solo rimanendo al Comune si fa l’interesse dei roccellesi;
la seconda:
che non esiste nessuna legge secondo la quale i Comuni devono dismettere le
quote nelle società partecipate. Oltre queste due tesi, inconsistenti e
sterili, e vedremo perché, non hanno fatto altro che lanciare offese nei confronti di "Roccella Bene Comune", nei confronti della ditta Mandarano e nei confronti dei 15
parlamentari di SEL e PD che hanno
proposto le interrogazioni al Senato e alle Camere considerato che
hanno intravisto nel bando di gara degli abusi e delle irregolarità da
parte di INVITALIA.
Ma
noi non siamo della loro stessa pasta, noi non abbiamo bisogno di dire menzogne
ed offendere, noi in questa vicenda non abbiamo nessun interesse se non quello
di garantire i principi violati della trasparenza e della legalità; noi fin
dall’inizio ci siamo proposti di
riferire i fatti cosi come sono, cosi come si sono sviluppati, e
denunciare le alterazioni che violano le norme di legge.
Noi
vogliamo spiegare ai cittadini cosa è
veramente successo con la scoperta dell’illeggittimità - per non
chiamarla con il suo vero nome che sarebbe truffa – della vendita delle
quote di INVITALIA attraverso un bando di gara
cambiato e falsato in corsa d’opera.
Allora rispiego brevemente cos’è successo: da novembre fino al 22 maggio il
bando di gara avanzato e promosso da INVITALIA imponeva la vendita dell’intero
lotto del 51% , infrazionabile, e in tutto questo periodo chiunque poteva
manifestare l’interesse di acquisto del 51 per cento appunto; ma l’intero
lotto, specificatamente infrazionabile nell’art. 6 del bando, misteriosamente viene diviso in due il 23
maggio, il giorno successivo alla chiusura delle manifestazioni di interesse;
ossia in pratica INVITALIA, una volta che ha visto chi sono i concorrenti per
l’acquisto delle quote, ha frazionato le stesse, riservando il 31% agli enti
pubblici e il 20 % ai privati.
In
virtù di queste violazioni e di molte zone d’ombra sappiate che sulla vicenda
della vendita del 51% delle quote da parte di INVITALIA, oltre alle iniziative di
denuncia pubblica portata avanti da Roccella Bene Comune, sono in atto le due
interrogazioni parlamentari al Ministero dell’Interno, delle infrastrutture e
dei trasporti, dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico; è in
atto un Esposto alla Procura della Repubblica e una opposizione al Tribunale
Amministrativo Regionale del Lazio.
Di
tutto questo che è il cuore del problema
non c’è traccia nel dibattito del Comune dell’altra sera qui alle Colonne. Come
mai?
Evidentemente
non gli conviene parlare del vero
problema, perché non possono dare nessuna risposta, e quindi ci girano attorno.
Alla
fine di questo incontro sarà chiaro a
tutti che il Porto non è assolutamente dei Roccellesi e non è assolutamente in
mano pubblica, e soprattutto sarà chiaro anche il fatto che la legge che loro
dicono che non esiste, purtroppo esiste eccome, e loro lo sanno, e se loro
avrebbero agito indisturbati… a tempo debito l’avrebbero fatta valere la legge
a favore dei loro soliti privati.
Pensate
un po’, ironia della sorte, proprio nel numero della Gazzetta del Sud dove
c’era l’articolo con il loro convegno in cui riferivano che non esiste nessuna
legge che impedisce al Comune di acquistare o detenere le quote del
Porto, qualche pagina prima si
parlava proprio della Legge di Stabilità 2015 e della scadenza di fine marzo dove hanno presentato il piano
di tagli delle società partecipate oltre la metà degli Enti, proprio perché si
registrano bilanci in rosso molto consistenti.
Esattamente com’è il caso del “Porto di Roccella” che da 5 anni chiude i
suoi bilanci in negativo.
E pensate un po’ che questa specifica legge viene
riportata anche nel bando di gara per la
dismissione di tutte le quote di INVITALIA nei vari porti d’Italia, tant’è che, il Comune di
Capri, intenzionato ad acquistare il 49% delle quote di INVITALIA del Porto di
Capri, si è visto negare questa
possibilità dall’amministratore delegato della società pubblica rivalutando la
legge di stabilità art. 1 comma 611; lo stesso amministratore che, invece, qui
a Roccella, ha riservato per il Comune il 31%.
Ma
approfondiamo la tesi, tanto amata dai nostri amministratori, secondo la quale
solo se il Porto rimane in mano pubblica
si tutelano gli interessi dei roccellesi. Questo ripetiamo non è
possibile per legge, ma anche se fosse, tutelare gli interessi dei roccellesi
significherebbe adottare dei metodi trasparenti di assunzione del
personale attraverso appunto bandi pubblici,
dove tutti possono concorrere alla pari. E voi pensate che al Porto di Roccella
succede questo?
Al
Porto di Roccella si verifica l’esatto opposto: dove ci sono servizi con costi
da sborsare allora paga il Comune di Roccella, dove ci sono servizi da
incassare sono, invece, tutti a
vantaggio dei privati che sono stati scelti senza nessun criterio di
valutazione e in maniera diretta dai nostri amministratori.
Anzi
la valutazione non c’è, ma il criterio si che c’è: basta andare a vedere chi da
30 anni finanzia, con elargizioni finalizzate a sponsorizzazioni e con altri
servizi, l’associazione culturale jonica che fa capo ai nostri amministratori, per
rendersi conto che sono gli stessi identici soci privati del compendio portuale
roccellese.
Attenzione,
qui nessuno ce l’ha con i F.lli Circosta o Mario Diano, se sono intelligenti
loro capiranno che non ce l’abbiamo con
loro, loro stanno facendo legittimamente i loro interessi, gli stessi interessi
di cui i nostri amministratori parlano
con sfregio per la
Ditta Mandarano che invece ha la sola colpa di non essere fra
i finanziatori dell’associazione del jazz.
Gli
unici responsabili di questo gravissimo “conflitto d’interessi” sono coloro che
tramano per curare gli interessi privati e illudono i roccellesi di fare gli
interessi collettivi.
Al
Porto, invece, si gioca tutto in famiglia, altro che interessi pubblici e
interessi dei roccellesi!!!
Intorno
a questo giro si è sviluppato per sette anni l’odio nei confronti dell’altro
socio privato che concorreva per la gestione del Porto e che legittimamente,
cosciente di avere una offerta più vantaggiosa nella comparazione delle offerte
è voluto andare fino in fondo.
Dal
termine della causa giudiziaria fino alla formalizzazione dell’atto concessorio
demaniale alla società “Porto delle
Grazie srl”, inspiegabilmente, sono passati due anni.
E
qui si che il ritardo è stato grave e ingiustificato. Infatti già nel 2012 si
poteva affidare la gestione ed invece si è lasciato trascorrere due anni poiché il Comune di Roccella Jonica ha
ottenuto un finanziamento regionale di 4 milioni e 800 mila euro per adeguamento delle
strutture portuale.
Il
fatto grave e che, secondo una studiata volontà delle parti interessate, parte
del finanziamento pubblico è stato destinato alla realizzazione di opere che
dovevano essere realizzate dai soggetti privati che hanno ottenuto la concessione principalmente perché si sono
obbligati a realizzare tutti i lavori a proprie spese; ed infatti dei lavori di
adeguamento degli impianti idrici e di
distribuzione carburanti come la ristrutturazione degli elementi in
calcestruzzo deteriorati del costo di circa 500 mila euro che avrebbero dovuto
essere investiti dalla società non c’è traccia alcuna nel bilancio in uscita
2014 della società stessa, tanto a conferma che sono stati, invece, utilizzati
le risorse del finanziamento pubblico.
La
verità è, come dicevamo prima, che quando si tratta di costi da sborsare,
vedi manutenzione per insabbiamento, luce, acqua e vari avvocati per le cause giudiziarie, allora paga il Comune di
Roccella con il suo bilancio e con i soldi dei cittadini, o si tenta di trovare
dei sotterfugi per richiedere sempre contributi pubblici; quando invece ci sono
servizi da incassare, da cui trarne benefici, questi sono tutti dati a
vantaggio dei privati. Al privato va la pompa di benzina, al solito privato il
cantiere di rimessaggio, adesso vedremo a chi daranno i tabacchi ma siamo
sicuri che andranno al solito privato e poi da gennaio anche il bar ristorante,
indovinate a chi???
Ai
cittadini roccellesi restano le perdite di bilancio del 2014 con la società e quelle
del 2013, 2012 e 2011 quando il compendio portuale era ancora del Comune,
restano le tariffe dei posti barca quadruplicate dal 2013 al 2014 con i
roccellesi costretti a togliersi la propria barca dal porto per metterla in
garage se non, addirittura, venderla;
restano
delle assunzioni fatte senza nessun bando, senza nessuna trasparenza e senza nessun criterio oggettivo se non
quello della clientela.
Davanti
a questa impressionante realtà chiunque non abbia interessi e fa politica per passione non può assolutamente rimanere
in silenzio.
Tutto
questo è oggi il Porto di Roccella Jonica. C’è il nulla!!! Tant’è che per
creare un minimo di interesse si ricorre
a notizie false di artisti famosi che fanno transito da Roccella attraverso
testate giornalistiche compiacenti.
Tutto
questo, sommato al gravissimo scandalo delle quote in vendita da Invitalia
gridano voglia di verità e giustizia.
Noi
non arretreremo di un passo, ci auguriamo che i Ministeri, i magistrati e i
giudici facciano anche la loro parte per ristabilire questa sacrosanta legalità.
Siamo
sicuri che il giorno in cui la legalità
verrà ristabilita, perché dovrà essere ristabilita, i nostri amministratori
usciranno di casa con il lutto al braccio.
Ma quale interesse pubblico! Che amarezza . La gente sopravvive e in questo paese prevale il servilismo e il clientelismo.
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