Il servizio dedicato alla Notte Bianca trasmesso il giorno dopo la manifestazione ha parlato di 15 mila presenze. Si, forse è vero, se si considerano le 14 mila persone che alle 3 e 20 di notte erano a letto ed imprecavano contro quell’audio troppo alto, allora è possibile!
Ma, comunque, del megapalco e dello spettacolo proposto da Telemia faccio davvero tanti complimenti, a vederlo in televisione, da casa, sembrava di assistere al festivalbar, con il megaschermo e gli effetti speciali. Bravi davvero, come del resto gli artisti esibitesi: non credo sia facile far giungere a Roccella alcuni dei migliori gruppi di tarantella del momento, e farli esibire con il meglio del loro repertorio, se proprio non si ha una grossa stima nei confronti di chi organizza.
Se poi vogliamo proprio peccare di pignoleria diciamo che forse non è stato corretto da parte di qualcuno continuare ad annunciare la presenza di Cavallaro e Papandrea (non comunque dai microfoni) solo per mantenere il folto pubblico!
Ma Il vero problema è stato di natura logistica. Quando alle 23 si sono accese le luci del “festivalbar” in via Marina già l’indecenza si era consumata: in via tenente Carella, per lo spettacolo del cabarettista Gianni Cinelli, la pochissima gente l’hanno dovuta tirare con le molle; Francesco Ursino (Francu i Flora), prima annunciato, poi smentito (nei manifesti infatti non è citato), ha suonato in prossimità della piazza, proprio dove erano previste le esibizioni di due gruppi promossi da Radio Roccella. L’incrocio in linea d’aria tra il tributo a De Andrè e le prove per lo spettacolo di Telemia, ha fatto scattare la decisione, legittima e indispensabile, di annullare le esibizioni dei Calacuba in piazza San Vittorio.
Ci si chiede: chi ha messo insieme il programma della serata non ha previsto questi accavallamenti? Perché isolare il cabarettista in via Tenente Carella e, invece, prevedere tre momenti musicali tutt’assieme nel giro di 50 metri quadrati?
Ci fosse stato un direttore artistico della serata con una certa competenza, avrebbe saputo dare una migliore collocazione degli spettacoli, magari con i concerti proposti da Radio Roccella in via Tenente Carella a supporto del cabarettista Cinelli, evitando magre figure delle associazioni e soprattutto plasmando in maniera più opportuna le iniziative musicali.
Un’altra assurdità, riferita “giornalisticamente”, oltre alle presenze gonfiate, riguarda l’esagerazione nel riferire del boom commerciale: “negozi, bar, ristoranti presi completamente d’assalto!!!”
Ma quando mai! Magari! Ma perché attaccarsi a queste menzogne? Perché sovvertire la realtà?
La notizia reboante che per verità di cronaca andrebbe detta, ma che solo io dirò, è di quintali di prodotti cucinati e sprecati perché non consumati, invenduti, e da qui non si sfugge perché fra i tanti prodotti compreso c’è il mio pane!!!
La gente girovagava per il lungomare roccellese come confusa, smarrita, magari in cerca di altri svaghi, intrattenimenti, attrazioni; qualche mostra da vedere , botteghe da visitare, degli artisti di strada situati in altre zone della città, qualche prodotto tipico da assaggiare e comprare, qualche negozio aperto che creasse attenzione sulle proprie novità! Niente di tutto questo!
Intorno al “festivalbar” si è creato il vuoto, per non parlare del jazz al porto, perché li c’erano solo quella cinquantina di passionari.
Per tutto questo, naturalmente, non è da mettere in croce l’assessore al turismo per carità, lui poverino fa quel che può. Il problema è che eventi del genere, soprattutto se si decide di investire cosi tanti soldi (16 mila euro a parte la quota del jazz), vanno programmati in anticipo, con associazioni, commercianti, imprenditori, artigiani, in maniera da cogliere ogni idea, programmarla, valorizzarla il più possibile, per non rischiare di perdere l’opportunità. E si, perché la Notte bianca roccellese è stata, in poche parole, una vera e propria opportunità persa, considerato che s’è investito cosi tanto denaro senza un dovuto ritorno d’immagine ed economico.
Occorrerebbe un gruppo di lavoro di persone che programmassero intorno a questi eventi, magari con l’assessore vigile ed attento! In tutti gli altri paesi questo gruppo si chiama Pro loco; qui a Roccella, misteriosamente, questo ente manca da oltre un decennio, chissà perché e per quale motivo?!? Questo io lo so e sicuramente anche voi!
La foto sbiadita, scattata da un amico, raffigura la piazza San Vittorio nella notte bianca, e da il senso di come la manifestazione si è svolta.