Non volevo essere il primo a dare questa notizia che rattrista me e la nostra Comunità, ma ora che è nota a tutti, anch'io mi sento in cuore di manifestare il mio magone.Con animo malinconico e demoralizzato la Comunità roccellese si sta preparando a dare il saluto e ringraziamento al caro padre Francesco Carlino che fra qualche giorno lascerà la reggenza della Chiesa Matrice per trasferirsi nella Parrocchia di Santa Maria dell'Arco a Siderno.
Per tredici anni padre Francesco ha condotto la Chiesa Matrice in maniera esemplare, rinnovandola e ridandole splendore, con tanti sacrifici e accollandosi un mare di responsabilità; è stato una guida amichevole e comprensiva per le diverse associazioni cattoliche oltre che amorevole padre spirituale per tantissimi fedeli del nostro paese.
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Chiesa Matrice rinnovata sotto la reggenza di padre Francesco Carlino. Foto di Matteo Ienco. |
Da tempo giravano voci del suo trasferimento che doveva avvenire nel 2025; invece è stato anticipato, e a darne la notizia è venuto direttamente il vescovo, mons. Francesco Oliva, che lo ha riferito nel corso del consiglio pastorale interparrocchiale del 25 settembre scorso, davanti ai rappresentanti delle associazioni, lasciando tutti un po' interdetti.Il 9 Novembre prossimo, ci toccherà quindi salutare padre Francesco per accogliere Don Giuseppe de Pace: fra i due parroci lo "scambio" di parrocchie tra Santa Maria dell'Arco di Siderno e Chiesa di San Nicola di Bari di Roccella.
Padre Francesco Carlino lascia a Roccella un segno profondo, significativo e indelebile.
Era l'11 Ottobre del 2011 quando si presentò in punta di piedi, giungendo dalla parrocchia di Santa Maria della Misericordia di Benestare, per sostituire Don Antonio Perri, che si ritirava in pensione dopo 51 anni di onorato servizio nella nostra Comunità.
Tredici anni davvero intensi per padre Francesco ma anche per chi li ha vissuti al suo fianco; tutti abbiamo potuto apprendere insegnamenti e saggezza da parte di chi, nonostante la sua giovinezza, ha sulle spalle una grande esperienza e un'alta cultura e preparazione, oltre che a portare i segni profondi della sua missione in Africa e in Oceania con negli occhi immagini di guerre e genocidi.
Ogni sua celebrazione eucaristica, ogni sua omelia è una lezione di vita: la Parola di Dio in parallelo con la vita e le vicende di attualità del nostro tempo.
Non ci ha mai lasciati da soli un giorno, neanche nel periodo del COVID quando ha celebrato la Messa a porte chiuse, da solo, ma attraverso la diretta facebook è arrivato puntualmente nelle nostre case a darci conforto, incoraggiamento, supporto morale.
E nel periodo del virus ci è stato accanto non solo con le Sante Messe ma anche con videoconferenze in streaming, interagendo con personalità carismatiche che ci hanno tenuto compagnia e ci hanno trasmesso quelli che sono i comportamenti e i valori del buon cristiano.
Con il suo garbo e il suo carisma è riuscito a tenere unite tutte le associazioni e i Comitati, che hanno sempre contribuito ad ogni iniziativa promossa dalle varie Parrocchie, con grande partecipazione e trasporto emotivo: suggestive le celebrazioni della Santa Pasqua come quelle del Natale, e poi le varie Feste religiose, dove ogni dettaglio, nella preparazione, è stato curato con grande meticolosità.
In molti conserveranno un ricordo, un momento particolare vissuto con padre Francesco. Io tengo in mente un episodio molto emozionante che è quello della 'Ncrinata di Pasqua del 4 Aprile del 2021 realizzata in Chiesa Matrice, voluta da padre Francesco e realizzata dall'Arciconfraternita di San Giuseppe come momento di ottimismo e augurio di rinascita dal Covid, trasmessa in diretta streaming con milioni di visualizzazioni. Una funzione che ha regalato a tutto il mondo un momento di speranza che da lì a poco si sarebbe trasformata nella fine dell'emergenza.
La sua opera non si è limitata alla pur intensa missione di evangelizzazione cristiana della nostra Comunità, ma a Roccella padre Francesco lascia anche una traccia profonda di umanità e fraternità, palpabile, visibile, di altissimo valore sociale.
Solo per citare qualcuna delle sue "battaglie", c'è quella contro la pericolosità della strada statale 106 e quella degli annosi problemi della sanità locale con il fatiscente Ospedale di Locri, a corto di personale e di reparti specializzati.
Sempre lui, in prima fila, nell'accoglienza dei migranti al Porto di Roccella per dare un supporto ai tanti disperati giunti sulle carrette del mare dopo giorni di navigazione; a lui l'ingrato compito della benedizione, con il nodo in gola, delle salme della terribile (e dimenticata) tragedia del mare del 18 Giugno scorso.
E' lui il primo ad aprire le porte dell'accoglienza quando la guerra in Ucraina ha causato la fuga di donne e bambini dalle terre martoriate dalle bombe di Putin. Prima alle famiglie, con l'ospitalità nella casa parrocchiale "Cappelleri", e poi facendosi promotore dei soggiorni per i gruppi di ragazzi e bambini che avevano i loro familiari in guerra, con l'amorevole accoglienza all'hotel Miramare, grazie anche al contributo di tantissimi straordinari volontari del nostro paese.
Seppur, con mio rammarico, non sono mai stato un praticante esemplare, padre Francesco è stato sempre presente nella mia vita come esempio di persona colta e giusta, un punto di riferimento in quanto a coraggio, generosità e umiltà.
Il suo trasferimento mi lascia nel cuore un alone di tristezza, ma so che, nonostante non sarà più fisicamente con noi, continuerà ad essere presente nel momento in cui avremo bisogno di un consiglio, una parola buona di consolazione o di incoraggiamento, perchè - come ha detto padre Francesco stesso - "i roccellesi sono la mia famiglia" e, nonostante siamo in tanti ad affidarci a lui e a volerle un mondo di bene, lui ha la capacità di ricambiare l'affetto di tutti e ad essere presente e speciale per ognuno di noi.
Buon cammino caro padre Francesco. Anche noi saremo sempre dalla sua parte.