In particolare il Comitato ha saldato l’intera spesa dovuta all’Hospital Italiano di Buenos Aires senza ricevere ad oggi contributi statali, né nazionali e né regionali, ma solamente grazie al sostegno delle centinaia di cittadini, reti, associazioni e movimenti che hanno scelto di rendersi protagonisti della gara di solidarietà sviluppatasi all’indomani della vile aggressione del 27 novembre 2015.
Il Comitato intende esprimere la propria gratitudine a ciascuno di coloro che hanno accettato questa sfida, esibendosi in una grande prova di democrazia diretta e partecipata e avallando così un'azione forte e necessaria che ha determinato la fuoriuscita del caso Iannuzzi dalle contingenze ed emergenze che si erano venute a creare.
Con uguale spirito ed entusiasmo, nel tentativo di tradurre un evento tragico in una proposta politica costruttiva volta a riempire il vuoto di tutela, il Comitato invita la cittadinanza a firmare la petizione “Libertà di movimento e tutele: un fondo di solidarietà per le vittime di reati all'estero” cliccando sulla piattaforma change.org.
L’appello è stato ufficialmente inviato alle Istituzioni regionali e nazionali, nonché ai parlamentari eletti in Calabria e al rettorato dell’Unical, chiedendo di prendere posizione sul problema e di sottoscrivere la petizione.
Il Comitato prosegue, nel frattempo, in stretto contatto con la famiglia Iannuzzi e con il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aiers, con le operazioni finalizzate all’organizzazione del rimpatrio di Carlo e alla sua accettazione presso una clinica italiana dove poter svolgere l’adeguata riabilitazione.
Il Comitato “El Puente per Carlo”
Qui il link alla petizione:
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