L'avevo annunciata come la commedia più divertente dell'anno. E cosi è stato!
La commedia "A Magaria", proposta il 31 luglio scorso al Teatro al Castello, non ha deluso le aspettative. Ed oltre a farci ridere a crepapelle, ci ha regalato momenti di riflessione e commozione. E alla fine è stata una ovazione di applausi interminabili.
L'associazione "Opera prima", attori, scenografi, registi e maestranze, sentivano forte l'adrenalina di potersi esprimere davanti al pubblico "di casa" dopo sei mesi di preparazione. L'emozione era altissima nella compagnia visto che si trattava della "prima" in assoluto della commedia sia per la rappresentazione che per il testo inedito.
Alle 21,30 il teatro era strapieno di persone, ma ancora al botteghino c'era una lunga coda...
Un colpo d'occhio fantastico: platea e gradinate al gran completo in ogni ordine di posto. Aperta ad accogliere gli spettatori anche la tribuna alta. Ed è stato molto bello vedere la presenza di tanti amici speciali con i posti nelle prime file.
Alle 21,50 dopo una garbata presentazione di Nicola Placanica si chiudono le luci e, dopo pochi secondi, si riaprono e siamo immersi dentro la casa di Don Cicciu u sindacu (Francesco Ameduri), pronti a vivere le vicissitudini della sua vita e della sua famiglia, tra presente e passato.
Don Ciccio, in passato sindaco grazie ai voti della larga parentela della moglie, nella successiva tornata elettorale "ha preso" soltanto il suo voto (peraltro anche contestato!). Ma, ciò nonostante, quella che è stata la sua missione di sindaco la sente ancora forte tanto da indossare la fascia tricolore anche mentre dorme.
Tutto si intriga perchè Don Ciccio è convinto di essere vittima di una "magaria" che oltre a non consentirgli di essere rieletto sindaco, lo ha reso impotente e, soprattutto, gli ha previsto la morte proprio quel giorno! E lui, superstizioso come non mai, nonostante non stia cosi male di salute, si prepara al trapasso tra un sospiro, una imprecazione e un "mamma moru".
Da qui parte la storia su cui ruotano tutti i personaggi: dalla moglie Lucia (Lucia Mesiti), tutt'altro che una moglie fedele, "giustificata" dall'impotenza del marito e assecondata dalla mamma Peppina (Teresa Lombardo), al medico (Vincenzo Ursino) che va a visitare Cicciu e finisce per visitare, in privato, la suocera.
E poi c'è Cola (Nicola Capocasale), il figlio di Cicciu e Lucia, e Mastru Vicenzu u falegnami (lo stesso Capocasale) con la "mitica" scena della presa delle misure per realizzare la cassa mortuaria du sindacu.
Cola (che un po' ricorda il personaggio di Simone di Giorgio Panariello) prima ci fa morire dalle risate con i suoi modi ingenui e scanzonati, oltre che con i suoi "tic", ma poi mostra anche il suo lato tenero ed educato, per ricoprire poi un ruolo centrale della storia a cui sono indirizzati i consigli del papà Cicciu di onorare sempre i genitori, anche se spesso non sono quelli "biologici", ma sono quelli che lo hanno cresciuto ed educato!
Ed infine c'è lei, la magara (Rosita Maiolo) dal cui racconto viene fuori tutto il passato di Cicciu u sindaco e il suo amore per lui; questo si un amore puro, seppur irraggiungibile, che gli ha segnato la vita ma che ha sempre difeso e custodito nel cuore.
Ma se il passato non può essere cambiato, il futuro è ancora tutto da scrivere, e i capovolgimenti di fronte e i colpi di scena del finale portano a un lieto fine dove trionfa l'amore puro, abbandonando le convinzioni che superstizioni e "magarie" possano cambiare i nostri destini.
Due ore fuggite vie in un baleno, dove il pubblico ha messo da parte la propria quotidianità immergendosi completamente nella storia che oltre a farci divertire da pazzi ha lanciato dei bei messaggi che, forse, resteranno nella nostra mente molto più di tante lezioni e discorsi.
Complimenti davvero a tutti, ed un plauso particolare per l'esordio alla grande di Francesco Ameduri, un esordio non marginale ma da protagonista, tanto che adesso dovrà "sopportare", da chi lo incontra durante il giorno, di essere chiamato Cicciu u sindacu!
Dopo "U femminismu" e "A finestra", la commedia "A magaria" ha confermato la bravura della compagnia nel fare un teatro brillante per tutta la famiglia; ma oggi abbiamo scoperto una nuova capacità che è quella della scrittura di un testo che sicuramente si imporrà nel panorama della commedia in vernacolo.
Ci auguriamo non una ma decine di repliche perchè, a chi è sfuggita, merita di poterla vedere.
Infine un grazie particolare va al regista - insieme a Nicola Capocasale - Franco Placanica, e a tutte le persone che hanno lavorato con grande affiatamento dietro le quinte per la piena riuscita della commedia.
Aspetteremo le repliche "invernali" seppur in un teatro al chiuso ci saranno sicuramente problemi di posti a sedere.
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