Fonte. www.ilmessaggero.it
La ragazza di Calabria si è messa al collo un bronzo importante quanto un oro. È il bronzo bello e lucente conquistato da Rosalba Forciniti nel judo, campionessa solida ed eccentrica al tempo stessoche fa diventare il Belpaese forte e importante quanto il Giappone in questo sport. Il viso dolce nasconde un carattere da combattente nata. Lei, Rosalba, con quella voglia e quella determinazione che sul tatami la trasformano e a tratti la rendono un po’ folle, dote imprescindibile per una campionessa, è salita sul podio nella categoria -52 kg (e con lei, sempre bronzo, anche la francese Priscilla Gneto) superando alle bandierine, come si dice quando il giudice decreta vittoria o sconfitta di un incontro in equilibrio, la lussemburghese Marie Muller.Prima, aveva superato nei quarti la sudcoreana Kim Kyung-Ok trovando poi, in semifinale, l’ostacolo con la nordcoreana Kum Ae An.
Rosalba era pazza di gioia mentre la cubana Yanet Bermon vinceva l’oro. Ha gridato a tutti la sua felicità, lei campionessa che per eccellere ha dovuto prima vincere le resistenze di mamma e poi lasciare la sua Calabria. A Longobucco, il paese alle porte di Cosenza dove Rosalba è nata 26 anni fa, ha lasciato gli amici e la famiglia per coltivare la sua ambizione e trasferirsi a Roma, al centro federale.Aveva la medaglia in tasca e ha gridato al papà Tommaso, per tutti Mimmo, che era in tribuna perché lui la segue ovunque, la sua dedica. «I love you Papi, Papi», ha urlato la campionessa voltando anche le spalle per mostrare la sua maglietta con una scritta, in inglese: «Le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive ragazze vanno a... Londra».
Lei nella City, alle Olimpiadi che sono il sogno di una vita sportiva, è venuta per mostrarsi al mondo e farsi conoscere. Il titolo europeo vinto a Vienna due anni fa era passato sotto silenzio ma, si sa, certe discipline diventano importanti solo ogni quattro anni con i cinque cerchi. Il palcoscenico olimpico, il bronzo, che è il sesto sigillo del medagliere azzurro, l’hanno resa euforica. Parla, racconta tutto Rosalba, dice tutto e, anche, il contrario di tutto in preda all’adrenalina. Ha appena preso una medaglia ai Giochi, ha solo ventisei anni e non è mica come Vinokourov al passo d’addio eppure lei ha trovato il modo di sorprendere. «L’avevo detto anche prima di venire qui: questa sarà la mia prima e ultima Olimpiade - ha detto - Nella vita voglio anche fare altro. Ma poi forse alla fine cambio idea».
Che strano, invece di dire raddoppio, ci vediamo a Rio, lei vuole staccare la spina. Da pochi attimi era stata protagonista nel golden score dove, proprio allo scadere con una bellissima proiezione sembrava aver chiuso contro la Muller ma era terminato il tempo massimo. L’intervento dell’arbitro, che ha alzato la bandierina blu, l’ha mandata sul podio. «Non ci credo, non ci credo. L’ho sempre sognata. Sapete, volere è potere, o no?».
Lascio non lascio, sfoglia la margherita e si diverte, protagonista davvero, Rosalba. «Ma sì, poi alla fine cambio idea - dice capovolgendo le parole di un attimo prima - Però è vero, vorrei fare altro. Studio scienze politiche, magari faccio carriera nei Carabinieri». Adesso però ha una sola certezza: andrà in vacanza, in America. La decisione sul futuro è lasciata al solito settembre. «Va a finire che cambio ancora idea. Vedremo».Il mondo s’è aperto davanti a lei che sogna, sogna la carriera, sogna la televisione, Ballando con le stelle è quasi una priorità, sogna una vita diversa da quella dei sacrifici, ossia degli allenamenti a Roma dove, ancora adolescente, a quindici anni, si è trasferita per diventare una campionessa vera, diplomarsi al liceo scientifico e arruolarsi nei Carabinieri.
Il tatami era una passione irresistibile, lei che da piccolina era considerata un maschiaccio. «Combattere per essere felice», ha ricordato la Forciniti che per farlo ha dovuto vincere la resistenza di mamma. «Mica voleva, lei. Mi diceva: sei un maschiaccio, con il judo peggiorerai». La piccola ha chiesto aiuto al papà che, con una figlia, non può dire di no. Ma per un po’, per la pace in casa, Rosalba è andata in palestra. «Sì, ho fatto ginnastica artistica. Ma perché mamma lo voleva».Ieri c’era tutta la famiglia e tutti, come in una fiaba a lieto fine, hanno pianto: più di tutti Mimmo, commosso davvero. Rosalba parlava ma aveva anche fretta di andare via e raggiungere il suo gruppo mentre il cellulare trillava. «Fatemi andare, mi aspetta la mia famiglia con mamma, papà, zii, sorelle e il mio fidanzato». La festa di famiglia poteva cominciare in una notte londinese che diventava dolcissima.
Rosalba è una ragazza semplice e una donna combattiva. «Sì, sul tatami sono un maschiaccio come dice mamma ma fuori sono una ragazza che ama fare shopping e cucinare».Lo spirito di sacrificio è la dote principale e Mario Mangiarano, il suo primo allenatore che l’ha accolta piccina sul tatami a Longobucco lo ha scoperto prestissimo tanto che a 17 anni, nel 2003, ha conquistato l’oro agli europei juniores a Sarajevo.
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