Barcone alla deriva in Calabria, arrestati tre presunti scafisti
Tra i passeggeri salvati dalla Guardia costiera anche i presunti traghettatori dei profughi. La polizia li ha fermati nel centro di prima di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Testimoni: "Minacciavano di gettare una bimba in mare"
L'approdo dei migranti nel porto di Roccella Jonica (ansa) |
Quando si sono accorti che il mare in burrasca non avrebbe consentito l'approdo e che il barcone in avaria imbarcava acqua, hanno costretto gli sciagurati passeggeri a svuotarlo, usando la violenza e minacciando persino di gettare in mare una bambina. Sono questi i primi resoconti raccolti dalla polizia calabrese tra i profughi salvati a bordo del peschereccio rimasto in balia delle onde per oltre 36 ore al largo di Crotone. E' in base a queste testimonianze che gli agenti hanno arrestato i tre presunti scafisti. Si tratta di un cittadino egiziano ed altre due persone che si sono dichiarate siriane, ma che la polizia sospetta siano anch'esse egiziane.
I tre sono stati fermati nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto, dove si trovavano da ieri sera assieme agli altri 139 migranti salvati dalla Guardia costiera. Ora sono accusati, tra le altre cose, di aver sottoposto i passeggeri a maltrattamenti e violenze fisiche, ma potrebbe essere contestata loro anche l'accusa di far parte di un'organizzazione dedita al traffico di esseri umani. Le contestazioni al momento riguardano l'atteggiamento tenuto nei confronti dei passeggeri, le coercizioni, le violenze e le minacce, come quella di gettarli in mare. Partendo dai più piccoli: una bambina di tre anni, che viaggiava assieme al papà, sarebbe stata la prima vittima designata.
Dei tre fermati, uno era il motorista dell'imbarcazione, mentre gli altri due tenevano sotto controllo i migranti. La squadra mobile di Crotone, che ha svolto le indagini che hanno portato ai tre fermi, prosegue l'attività investigativa nella convinzione che a bordo ci fossero altri scafisti. Il sospetto è, infatti, che tra i passeggeri sulla barca alla deriva, alla fine portata a Roccella Jonica, si possano nascondere tra i veri profughi anche altri complici dell'organizzazione.
I tre sono stati fermati nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto, dove si trovavano da ieri sera assieme agli altri 139 migranti salvati dalla Guardia costiera. Ora sono accusati, tra le altre cose, di aver sottoposto i passeggeri a maltrattamenti e violenze fisiche, ma potrebbe essere contestata loro anche l'accusa di far parte di un'organizzazione dedita al traffico di esseri umani. Le contestazioni al momento riguardano l'atteggiamento tenuto nei confronti dei passeggeri, le coercizioni, le violenze e le minacce, come quella di gettarli in mare. Partendo dai più piccoli: una bambina di tre anni, che viaggiava assieme al papà, sarebbe stata la prima vittima designata.
Dei tre fermati, uno era il motorista dell'imbarcazione, mentre gli altri due tenevano sotto controllo i migranti. La squadra mobile di Crotone, che ha svolto le indagini che hanno portato ai tre fermi, prosegue l'attività investigativa nella convinzione che a bordo ci fossero altri scafisti. Il sospetto è, infatti, che tra i passeggeri sulla barca alla deriva, alla fine portata a Roccella Jonica, si possano nascondere tra i veri profughi anche altri complici dell'organizzazione.