E' con grande tristezza che ho appreso questa sera che è venuto a mancare una persona per me molto importante, che ha segnato gli anni della mia giovinezza, e che ho considerato sempre come un secondo padre.
Oggi è volato in cielo il caro Mario Mazzone, persona ben conosciuta da tutta la nostra cittadina perchè, con il suo Bar Italia vicino la Chiesa Marina, per oltre 50 anni, è stato un simbolo e un punto di riferimento per tutto il paese.
Meno di un anno fa, era mancata la sua cara moglie Liliana Perrone (https://roccellasiamonoi.blogspot.com/2021/11/il-mio-ricordo-della-signora-liliana.html) con cui per "una vita" si sono amati, rispettati, vissuto gioie e sacrifici, lavorato instancabilmente, sempre insieme, nel bar, realizzando prodotti unici che ancora oggi sono nel ricordo diffuso di tantissimi roccellesi e turisti che accorrevano al bar Italia per gustare le raffinate granite al limone, alle fragoline di bosco, alle more di gelso, al caffè con panna, preparate dalle loro mani sapienti.
Ed ancora, a distanza di tanti anni, abbiamo tutti in mente la gustosissima cassata di gelato, fiordilatte e cioccolato con il pan di spagna in mezzo, ricercatissima, per cui i tavolini del bar, da Maggio ad Ottobre, erano sempre pieni di gente provenienti da tutto il Comprensorio e turisti da ogni parte d'Italia, per gustare il famoso "pezzo duro" del Bar Mazzone.
Io ho avuto il grande privilegio di iniziare per la prima volta a 11 anni a dare una mano nel bar di Mario. Erano gli inizi degli anni 80, allora Roccella era frequentata da turisti da Giugno a metà Settembre.
Nonostante la mia giovanissima età, Mario mi ha fatto appassionare al lavoro, mi ha sempre trasmesso i valori del rispetto degli altri e dell'amore verso quello che si fa. Facevo tante ore ma non ero mai stanco perchè vivevo in un clima di grande serenità, di spirito di collaborazione, di voglia di imparare ogni giorno qualcosa in più.
Persona dalla grande serietà Mario, spiccata onestà, rispettoso di tutti, svolgeva il suo lavoro con grande passione; il suo caffè, rigorosamente "Barbera", era fra i più buoni, con la particolarità unica a Roccella che lo zucchero non era nelle zuccheriere ma veniva versato nella tazzina attraverso un ricercatissimo dosatore di vetro installato sul banco, con il beccuccio in basso dal quale si versava lo zucchero in base ai movimenti di una piccola manopola. Che ricordi!!!
Il suo bar era anche ricevitoria del Totocalcio quando c'erano le schedine che si vidimavano con i bollini, di 2, 4 e 8 colonne. Negli anni 70/80/90 l'unico gioco a cui si era fortemente appassionati era il totocalcio; si creavano i gruppi per giocare "il sistema", con la possibilità di giocare per delle partite la doppia o la tripla, e diciamo che nel tempo ha visto diversi vincitori fare 13 e 12 con vincite importanti.
La domenica alle 6 del pomeriggio era una istituzione riempire il bar di sedie e, come un cinema, in un attimo era pieno di persone per vedersi, tutt'insieme, Novantesimo Minuto con i gol di tutte le partite di calcio giocate nel pomeriggio.
Era tutta un'altra vita... Era una vita fatta di gioia e più spensieratezza, e i social non erano delle app sul telefonino ma l'aggregazione si viveva realmente dentro il bar.
Oggi Roccella perde un'altro suo grande figlio che ha dato tanto per questo paese ed ha segnato, con la sua attività, oltre 40 anni di storia nella gelateria e graniteria, ma anche e soprattutto è stato un riferimento di aggregazione e socialità per tutto il paese.
Sono davvero vicino alle due care figlie, Anna e Cesira, alle quali mi unisce un grande sentimento di amicizia e affetto; Piango con loro la perdita di un uomo straordinario che, anche a me, nella sua semplicità, ha saputo trasmettere rettitudine, laboriosità e rispetto per gli altri, valori che ho acquisito da Mario e che, grazie a Dio, non ho mai perso, e per cui gliene sarò sempre grato.
RIP.Quanti bei ricordi! Mio zio Attilio. suo grande amico, il pomeriggio era sempre seduto davanti al suo bar, io bimbetta. andavo spesso a trovare zio e il signor Mario mi preparava i coni mettendo intorno a ciascuno la carta per non far colare il gelato e io li portavo a casa.Lo vedevo spesso alla macchina del gelato con quella lunga paletta che mescolata quei sapori unici. Il profumo e il gusto di quei gelati, del pezzo duro e delle granite al limone,sottili come nuvole. sono impressi nella mia memoria. Ora preparerà tanti buoni gelati per la sua amata moglie e per gli angeli. Abbraccio con affetto Anna e Cesira. Rosalba Lavorata.
RispondiEliminaUn caro saluto, io ho fatto un 13 e sei 12: 112 milioni di lire. Grazie
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