Oggi presso la Chiesa degli artisti in piazza del Popolo a Roma si sono tenuti i funerali del maestro sartore Ilario Piscioneri, mancato all'età di 69 anni.
Presidente dell'Accademia Nazionale dei sartori, era considerato uno dei più talentuosi stilisti della Capitale.
Qualche anno fa aveva portato la sua arte anche sul palcoscenico del Teatro al Castello di Roccella Jonica con una straordinaria sfilata di abiti per una grande accoglienza qui nel suo paese.
Riportiamo di seguito un articolo pubblicato dal Corriere della Sera solo qualche mese fa dove, oltre a risaltare le eccelse doti umane e professionali del Maestro Piscioneri veniva messa in luce un'iniziativa di grandissimo valore sociale, ossia la scuola di sartoria organizzata all'interno del carcere di Rebibbia.
Ci uniamo al cordoglio della sorella Teresa Piscioneri e a quello di tutti i familiari.
Ilario Piscioneri con uno dei suoi allievi a Rebibbia. |
Roma: con ago e filo a Rebibbia, così da detenuti si diventa sarti
Ilario Piscioneri, il più famoso artigiano di Roma, è l’ideatore del corso di cucito, triennale, partito a settembre con 15 studenti. «Sono allievi velocissimi, hanno una volontà pazzesca di imparare»
Ago e filo per ricucire la trama di vite spezzate dal crimine. «Made in Rebibbia» è più di un progetto di riabilitazione, significa speranza per chi un giorno tornerà a essere un uomo libero.
«I detenuti? Sono più veloci dei normali studenti!»: parla come un insegnante orgoglioso Ilario Piscioneri, presidente dell’Accademia nazionale dei sartori, ideatore e promotore di un corso triennale di cucito partito a settembre nel carcere della Capitale. Quindici gli studenti iscritti ma oltre settanta le richieste arrivate. E continuano ad aumentare, con altri istituti penitenziari in Italia già pronti ad adottare il modello vincente.
Classe 1949, a otto anni già con il primo ditale tra le mani, Piscioneri da quasi un trentennio è il punto di riferimento della sartoria a Roma. Non si parla certo del classico taglia e cuci, ma di artigianato che si fa arte, abiti incredibili fatti su misura e quindi unici al mondo. Vip e politici se lo contendono per avere una sua creazione. «Non mi chiedete nomi però, rispetto la loro privacy», dice sorridendo il signor Ilario dal suo esclusivo atelier nel cuore del quartiere Prati: un elegante visionario, una figura quella del sarto tornata alla ribalta proprio di recente con il film candidato all’Oscar Il filo nascosto con Daniel Day-Lewis.
«Lo stiamo ricostruendo questo mestiere che sta scomparendo. Di sarti ad altissimi livelli saremo una decina, mille in totale in tutta Italia. È un’arte che non può e non deve morire», riassume il professore svelando metà del motivo per cui ha voluto creare la scuola di Rebibbia. L’altro pezzo della storia trapela dal modo con cui Piscioneri parla dei suoi alunni speciali dietro le sbarre. Senza giudizi né pietismi, senza pensare che non esista redenzione senza peccato. «Sono persone che hanno sbagliato ma che, una volta scontata la pena, non hanno futuro. Ho solo pensato di offrigli un traguardo», spiega il maestro sartore, sottolineando poi gli straordinari risultati ottenuti: «Sono velocissimi ad apprendere, hanno una volontà pazzesca di imparare, non sapevano infilare il filo nell’ago e oggi creano i primi vestiti».
C’è già la fila per le iscrizioni: quattro giorni a settimana di corsi, dal mattino fino alle 15, «ma gli studenti saltano anche i pasti pur di non interrompere la lezione» o continuano a lavorare anche dopo, in cella. In carcere è il tempo, che non passa mai, il primo nemico da combattere. La maggior parte degli alunni è italiana, uno è tunisino: tra di loro un giovane ergastolano che, a un incontro con la moglie, ha voluto indossare con orgoglio il vestito che aveva appena cucito.
«Se ne recuperi uno è già un successo incredibile, mi ha detto la direttrice Rossella Santoro, la prima ad appoggiare il progetto. – racconta ancora Ilario – Mi ripete che il corso di sartoria ha cambiato l’umore di queste persone. “Dotto’ ci faccia finire la giacca”, mi incitano a fine lezione. Ora hanno uno scopo». E anche un possibile futuro perché - finito il corso triennale - gli studenti otterranno l’attestato ufficiale di «Made in Rebibbia» e non solo: per loro – scontata la pena - sono pronti eventuali posti di lavoro nei laboratori romani e potrebbero usufruire intanto di permessi premio fuori dalla prigione.
A luglio poi, per la tradizionale sfilata dell’Accademia nazionale dei sartori (istituto storico, nato nel 1575), ci sarà spazio anche alle opere dei reclusi. Infine c’è il progetto più grande, in realtà già in itinere: un negozio chiamato appunto «Made in Rebibbia» da aprire a Roma, creato proprio dagli ex detenuti. Un sogno semplice alla portata di uomo che ha cambiato la sua vita, creando una carriera dal nulla, e che ora può e vuole cambiare la vita degli altri.
«Sono arrivato da Roccella Ionica a Roma quando avevo 20 anni, ho persino dormito in auto i primi tempi, sacrifici fatti per arrivare ad un obiettivo – ricorda il sarto più famoso di Roma – Questo è un mestiere umile, che ti insegna pazienza e disciplina, ma che offre anche enormi soddisfazioni. Noi sarti italiani siamo l’eccellenza internazionale, siamo i più richiesti in tutto il mondo».
Maestria e altruismo apprezzati anche dagli istituti carcerari italiani, che vogliono replicare il modello Rebibbia, applaudito pure dal ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Articolo di Valeria Costantini per il Corriere della Sera, pubblicato l'11 marzo 2018.
Ciao Nick..... Mi unisco al dolore dei familiari e mando un grosso abbraccio ai 2 figli..... Lo aspettava papà a Ilario..... E adesso gli fa compagnia lassù..... Ripeto anche se sò ke é TROPPO POCO: 1 ABBRACCIONE!!!!!
RispondiEliminaMi unisco al dolore dei familiari.... Anche Se da poco PURTROPPO sò Benissimo Cosa voglia dire PERDERE una persona a cui vuoi Profondamente Bene.... Sí, insomma.... Che AMI!!!!! Ricordo ancora oggi con quanta MAESTRIA papà cucinava al Lido Vecchia Dogana.... Venivano da ogni parte x provare la Sua cucina.... Ebbene, é graxie a Lui se ho potuto conoscere il MAESTRO Ilario.... Mi unisco al dolore di Alessandro, di Patrizia.... Un Abbraccione forte....
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