"Come vorrei che in questo momento potesse essere realizzata la parola del Vangelo e che Gesù, come allora, facesse rialzare questi due giovani e restituirli ai loro cari"...Cosi ha esordito Mons. Fiorini Morosini alla celebrazione funebre delle ultime due vittime della 106, Giuseppe Pellegrino e Alessandro Femia entrambi di 17 anni, travolti e uccisi da un Suv guidato da un "delinquente" ubriacone lanciato ad alta velocità all'entrata di Locri, di fronte all'oratorio dei salesiani da dove Peppe e Sandro stavano uscendo col loro scooter, e casco in testa, dopo l'ultima partitella al pallone...
Una candela fra le due bare al centro della chiesa accesa di solito a Pasqua per evidenziare la Resurrezione di Cristo - ha detto Morosini - serve per farci credere che Peppe e Sandro vivono già un'altra vita migliore, e che da oggi saranno loro i i custodi della vostra vita. Rivolgendosi ai giovani che hanno gremito la cattedrale dentro e fuori ha poi detto:"Attraverso il loro ricordo non bisogna perdere la speranza, la speranza di una vita costruita nei grandi valori della solidarietà, dell'amore e dell'amicizia, lontano dagli inganni della droga, dell'alcool e dell'ebbrezza della velocità... Portateli nel cuore e resistete a tutte le tentazioni che possono togliervi la vita".
Al termine della celebrazione, strazianti interventi delle fidanzate dei ragazzi uccisi, la lettera degli amici e il cordoglio del sindaco di Locri, Macrì.
Da "Calabria Ora" di Lunedì 3 Ottobre apprendo e riporto la toccante lettera scritta dagli amici e letta sull'altare della cattedrale prima che le bare ricevessero l'interminabile applauso dell'intera città di Locri:
LA LETTERA DEGLI AMICI:
Ciao Sa', ciao Jolly, vi stiamo scrivendo una lettera, per parlarvi perchè sappiamo che ora siete qui con noi. Sicuramente, essendo sabato, incontrandosi, vi avremmo detto: "Bravi, bravi, ojji non trasistuvu a scola e non dicistuvu nenti?" In questo momento ci avreste risposto come al solito: "Va, va, si tu ca non chiamasti".
Ora non potremo più chiamarvi, eppure sul nostro telefonino terremo sempre i vostri numeri: Sandro e Jolly, abbiamo voglia di mandarvi un sms, come facevamo di solito, vorremmo dirvi: "Che state facendo senza di noi? Dove siete? Come state? Perchè non andiamo più per il caffè? Perchè non ci vediamo più in piazza? ...Perchè? ...Perchè? Troppe domande senza una risposta certa.
Vorremmo chiedervi tante altre cose... ma ora abbiamo una solo una da dirvi... Che qui senza di voi non è più la stessa cosa, non è più la stessa città, e soprattutto, non sarà più la stessa vita... Vi ricordate gli scherzi, le battute, i momenti divertenti, ma anche i sogni, i progetti e la speranza di realizzarli insieme? Sicuramente si! Perchè in questi momenti noi stiamo pensando non solo a quello che siamo stati, ma soprattutto a quello che saremmo potuti essere, a quello che insieme dovevamo diventare. Vi ricordate quante sigarette buttate a metà facendovi credere che stavano passando i vostri genitori, oppure tutte le volte che per non farvi beccare ci nascondevamo dietro l'aquila. Quanti ricordi, quante esperienze, quanti gesti e quante parole, che solo tra di noi riuscivamo a capire... Quanti attimi piccolissimi ma vissuti cosi intensamente insieme a voi, da rendere ricche di senso le nostre vite...
Tutto ci sembra cosi fragile, ma voi siete riusciti, anche in questo momento di dolore, a farci capire quanto eravate, quanto siete e quanto continuerete ad essere speciali. Grazie a voi i nostri occhi si sono aperti, e i nostri cuori si sono uniti per accogliervi come simbolo indissolubile di un dolore, che avete trasformato in amore, verso di voi, verso i vostri familiari e verso noi stessi.
Ci ricorderemo sempre che in vostra presenza l'importante non era cosa fare, cosa dire o cosa pensare, l'importante non erano le cose senza senso che facevamo, il perchè le facevamo e come le facevamo. Di importante cari amici nostri, cari fratelli, c'era solo una cosa: lo stare insieme a voi perchè nei vostri sorrisi, nel vostro sguardo, ma soprattutto nella vostra presenza abbiamo trovato la gioia di vivere. Ora sarete per sempre dentro di noi, e la nostra vita, la vita di tutti i vostri amici, sarà anche la vostra. E' il nostro ultimo saluto, ma non può essere un addio: ne siamo convinti, un giorno ci rincontreremo.
Una candela fra le due bare al centro della chiesa accesa di solito a Pasqua per evidenziare la Resurrezione di Cristo - ha detto Morosini - serve per farci credere che Peppe e Sandro vivono già un'altra vita migliore, e che da oggi saranno loro i i custodi della vostra vita. Rivolgendosi ai giovani che hanno gremito la cattedrale dentro e fuori ha poi detto:"Attraverso il loro ricordo non bisogna perdere la speranza, la speranza di una vita costruita nei grandi valori della solidarietà, dell'amore e dell'amicizia, lontano dagli inganni della droga, dell'alcool e dell'ebbrezza della velocità... Portateli nel cuore e resistete a tutte le tentazioni che possono togliervi la vita".
Al termine della celebrazione, strazianti interventi delle fidanzate dei ragazzi uccisi, la lettera degli amici e il cordoglio del sindaco di Locri, Macrì.
Da "Calabria Ora" di Lunedì 3 Ottobre apprendo e riporto la toccante lettera scritta dagli amici e letta sull'altare della cattedrale prima che le bare ricevessero l'interminabile applauso dell'intera città di Locri:
LA LETTERA DEGLI AMICI:
Ciao Sa', ciao Jolly, vi stiamo scrivendo una lettera, per parlarvi perchè sappiamo che ora siete qui con noi. Sicuramente, essendo sabato, incontrandosi, vi avremmo detto: "Bravi, bravi, ojji non trasistuvu a scola e non dicistuvu nenti?" In questo momento ci avreste risposto come al solito: "Va, va, si tu ca non chiamasti".
Ora non potremo più chiamarvi, eppure sul nostro telefonino terremo sempre i vostri numeri: Sandro e Jolly, abbiamo voglia di mandarvi un sms, come facevamo di solito, vorremmo dirvi: "Che state facendo senza di noi? Dove siete? Come state? Perchè non andiamo più per il caffè? Perchè non ci vediamo più in piazza? ...Perchè? ...Perchè? Troppe domande senza una risposta certa.
Vorremmo chiedervi tante altre cose... ma ora abbiamo una solo una da dirvi... Che qui senza di voi non è più la stessa cosa, non è più la stessa città, e soprattutto, non sarà più la stessa vita... Vi ricordate gli scherzi, le battute, i momenti divertenti, ma anche i sogni, i progetti e la speranza di realizzarli insieme? Sicuramente si! Perchè in questi momenti noi stiamo pensando non solo a quello che siamo stati, ma soprattutto a quello che saremmo potuti essere, a quello che insieme dovevamo diventare. Vi ricordate quante sigarette buttate a metà facendovi credere che stavano passando i vostri genitori, oppure tutte le volte che per non farvi beccare ci nascondevamo dietro l'aquila. Quanti ricordi, quante esperienze, quanti gesti e quante parole, che solo tra di noi riuscivamo a capire... Quanti attimi piccolissimi ma vissuti cosi intensamente insieme a voi, da rendere ricche di senso le nostre vite...
Tutto ci sembra cosi fragile, ma voi siete riusciti, anche in questo momento di dolore, a farci capire quanto eravate, quanto siete e quanto continuerete ad essere speciali. Grazie a voi i nostri occhi si sono aperti, e i nostri cuori si sono uniti per accogliervi come simbolo indissolubile di un dolore, che avete trasformato in amore, verso di voi, verso i vostri familiari e verso noi stessi.
Ci ricorderemo sempre che in vostra presenza l'importante non era cosa fare, cosa dire o cosa pensare, l'importante non erano le cose senza senso che facevamo, il perchè le facevamo e come le facevamo. Di importante cari amici nostri, cari fratelli, c'era solo una cosa: lo stare insieme a voi perchè nei vostri sorrisi, nel vostro sguardo, ma soprattutto nella vostra presenza abbiamo trovato la gioia di vivere. Ora sarete per sempre dentro di noi, e la nostra vita, la vita di tutti i vostri amici, sarà anche la vostra. E' il nostro ultimo saluto, ma non può essere un addio: ne siamo convinti, un giorno ci rincontreremo.
Nessun commento:
Posta un commento