Da mesi ormai i governanti in carica pianificano la campagna
elettorale.
Lo fanno in solitaria, senza rispondere a nessuna delle
domande poste da chi, raccogliendo le voci di una maggioranza silenziosa della
nostra città, si è preso la briga di analizzare le situazioni, segnalando
problemi irrisolti e censurando mancanze, storture, errori e miopia
politico-amministrativa.
Da tanti anni, ormai, ci avete visto strigliare gli attuali
governanti. Lo abbiamo fatto senza mai perderci d’animo e senza timori, pur
quando ciò poteva essere impopolare, da persone oneste e disinteressate.
Abbiamo criticato la scriteriata gestione delle casse
comunali, con tasse ai massimi livelli, continuo indebitamento
dell’Amministrazione, inutile spreco del denaro pubblico sperperato anche in
feste e canzonette (fosse almeno musica classica, danza o teatro, per animare
il grande auditorium sempre chiuso). Non si investe niente nel sociale a favore
dei più bisognosi e in incentivi o sgravi fiscali per le attività produttive.
È bello distrarsi, ma il paese ha (un enorme) bisogno di dare
aiuto ai più fragili e stimolo agli intraprendenti: inclusione sociale e
lavoro, lavoro, lavoro, per intenderci. Quel lavoro che rende le persone
autonome e libere.
Invece, lor signori speculano sulle liste di collocamento e
sulla pelle dei lavoratori stagionali, cioè sulle angosce delle famiglie,
alimentandone i bisogni, invece che dar loro le opportunità che meritano.
E che dire dei pochi incarichi e posti pubblici appannaggio
dei soliti noti o dei loro familiari (basti pensare alle assunzioni al porto).
Inquieta l’abbandono in cui versano le aree pubbliche: scuole
che da anni aspettano di essere ristrutturate o climatizzate, spazi per i
bambini inesistenti o addirittura pericolosi, strade dissestate e piene di
insidie, sporcizia per terra e verde pubblico trascurato.
Non c’è stata pace per i vivi e nemmeno per i defunti,
disseppelliti dal cimitero all’insaputa dei loro cari, per far spazio ai nuovi
arrivati. Non c’è un settore dell’attività comunale su cui non si intravede la
superficialità e l’arroganza di certa politica, sempre e solo personalmente
interessata.
Abbiamo criticato il modo autocratico e autoreferenziale di
gestire ogni cosa da parte di tali signori e specie dei diarchi al governo che
tutto fanno da soli e tutti tengono sotto, mentre gli altri chinano il capo.
Si circondano solo di signorsì. Ne sappiamo qualcosa noi, ma lo
abbiamo visto anche al porto. All’unanimità, si scelse una persona che, negli
anni peggiori di sempre, ha portato al nostro paese milioni di euro e ha
bruciato ogni record, creando dal nulla nuovi spazi per la collettività.
Dopodiché, i diarchi in capo si sono presi i meriti di soldi ed onori e hanno
pescato dal nulla una anonima figura sconosciuta a tutti (ma lo conoscono bene
i diportisti), per avvantaggiare i loro amici e interessi politici, facendo
campagna elettorale (leggasi ristorante ed assunzioni).
Manca condivisione, insomma, ma anche il decoro. Non meno
importante, manca un’idea, una visione per la nostra città, per il nostro
avvenire e per i giovani. Questa di lor signori non è politica, ma clientela e
cattiva amministrazione. A conclusione di cinque lunghi anni di soprusi, il
partito dei diarchi pubblica un manifesto che fa rabbrividire ma chiarisce
anche ogni cosa. In uno zibaldone fitto, denso e verboso, si parla di tutto e
di più, ammantandosi di vari presunti risultati che, però, a ben vedere, sono
la sintesi del fallimento di chi, in Comune, spadroneggia da lustri.
Non c’è un numero, un problema risolto, un successo reale.
Cinque anni di piccola cucina, senza che siano state fatte neanche le
manutenzioni ordinarie delle strutture o delle strade. Ci aspettiamo un po’ di
“catrama” per le vie a maggio, il mese prima delle elezioni come di consueto.
Ennesima presa in giro di chi dichiara di voler respirare il futuro perché
della cittadinanza si vuole prendere anche l’aria che respira, continuandola a
soffocare.
Ed è per questo che un gruppo di volenterosi, pure distinti e
distanti da noi, sta dando corpo e sostanza a un’idea di città nuova, frutto
dell’impegno di tanti e non a uso e consumo di pochi.
Con un’anima chiara e forte alla base, condivisa da tutti,
che vuole costruire politiche che mettano le persone al centro, per aiutarle
nei momenti di debolezza e per dare loro vigore, creando coesione, lavoro e
ricchezza, per tutti. Un paese dove tutti possono farcela e trovare il loro
spazio. Coltivando l’istruzione dei più giovani e la cultura (quella vera), la
coesione sociale e le tradizioni. Nuove energie per tutti.
Uniamo quindi le forze, crescendo una comunità di persone per
bene e mettendo sincere passioni civiche avanti agli interessi di pochi. Perché
diciamocelo, siamo stati fortunati a nascere in questo Paese bellissimo e
davvero non meritiamo questa tirannia.
Ormai abbiamo visto quei tali di cosa sono capaci! È arrivato
il momento di cambiare le cose; facciamolo insieme.
Associazione politico culturale
“Roccella Bene Comune”