FRANCESCO BOVA MI SCRIVE:Non avrei mai potuto immaginare che, in merito al mio intervento alle parole di Venditti che Nicola ha pubblicato sul blog, una persona di spessore come il Sig. Amedeo Baraldi un giorno mi avrebbe fatto i complimeti per quello che scrivevo. Per questo ne sono fiero e lo ringrazio molto. Mi permetto ancora di aggiungere che nel mio pezzo ho cercato di mettere in risalto quella parte di Calabria che vale, quella parte di Calabria che merita rispetto e che ogni giorno si fa il mazzo per emergere, nonostante i problemi che tutti noi conosciamo. Perchè farsi valere in Calabria non è semplice come potrebbe essere in altre parti del nostro Bel Paese (vedi Nord in generale).Nei giorni seguenti all’uscita del video “scandalo” di Venditti, ho seguito attentamente su internet l'evolversi della situazione, ho girato in lungo e largo tra you tube, facebook, e blog vari, e ti devo dire che , oltre le offese, le indignazioni che gli venivano rivolte, non mancavano i consensi, da parte di alcuni calabresi, per quello che Venditti aveva espresso. Tutto ciò mi ha costretto a pormi le seguenti domande: perchè la gente sputa nel piatto dove mangia?, ma soprattutto, perchè pretendiamo il rispetto da parte degli altri?Io credo che queste domande si possono convogliare in un'unica risposta, che é: la mancanza di fiducia. Si!,proprio così , secondo me, tanti calabresi hanno perso la fiducia in questa Regione, perchè hanno ricevuto troppe bastonate morali, perchè magari le hanno provate tutte per avere un futuro in Calabria ma non ce l'hanno fatta e soprattutto questa è una Regione che se dai 100 te ne rende 10, e questo non è giusto.Credo che questa situazione possa migliorare solo se tutto il sistema cambia in maniera radicale, cambierà solo se chi vale veramente, sotto l'aspetto politico ed economico, prenderà per mano la Regione e la farà uscire da questa profonda crisi, comunque serve gente che non sia schiava di partito e che non faccia l'interesse del mafioso o del politico colluso.Sono convinto che se tutto questo avverrà la popolazione riacquisterà la fiducia è potrà ritornare a dire di sentirsi orgogliosamente calabrese. CIAO UN ABBRACCIO, FRANCESCO
NICOLA IERVASI RISPONDE:Caro Francesco, so io, sappiamo noi, quanto pesano le tue parole e quanto sono veritiere e intensamente provengono dal profondo del cuore in virtù di ciò che hai vissuto, delle cose che abbiamo fatto insieme. Qualche giorno prima di questo messaggio Frà me ne hai mandato un altro che non pubblico perché era diretto a me, ma in qualche modo aveva attinenza con questo grande rammarico per tutti noi di vivere (tu di aver vissuto e di avere la tua famiglia) in una terra che sappiamo le potenzialità che ha e quanto poco vengono valorizzate. Nell’altro messaggio tu mi riprendevi ed eri preoccupato per me per il tipo di reazione poco diplomatica che io ho avuto con questo blog e agli occhi dell’opinione pubblica per dire dell’inettitudine fattiva dei nostri amministratori, per dire le cose dirette e senza mezzi termini. Io ti ringrazio di cuore ma ti voglio rassicurare, caro amico mio, che io non sento affatto nessuna paura, ma non perché sono arrogante per il fatto che a questa “gente” non ho mai chiesto e quindi ricevuto nulla e nella mia posizione io non voglio favori da loro, ma perché io, te e Rocco con in mano solo tanta passione, entusiasmo e un magnifico rispetto reciproco ne abbiamo girate in lungo e in largo, piccoli e grandi obiettivi. Per noi ogni cosa che ci prefissavamo era un progetto, era una scalata a volte impossibile e improbabile ma poi alla fine realizzabile e realizzato.
Di cosa devo avere paura io che… siamo partiti con la Multipla affittata da Circosta per Stoccarda con tuo fratello e tu ci hai raggiunto in un secondo tempo con l’aereo a Linate, abbiamo bucato a Como e passato il San Gottardo senza Catene e tutta la Svizzera pieni zeppi di prodotti tipici calabresi ed il sugo alla corte d’assise che tu gli hai preparato con gli spaghetti e le zeppole ai nostri emigrati in Germania al canto e al ballo della tarantella….
Di cosa devo avere paura io… che davanti all’Hotel President pieno zeppo con l’allora ministro del lavoro Scopelliti mentre tutti parlavano delle belle realtà giovanili esistenti in loco io gridavo dai microfoni: “Giovani andatevene via se avete la possibilità…”
Di cosa devo avere paura io….che ci alzavamo alle 4 di mattina coinvolgendo addirittura i turisti e con l’associazione giovani di zirgone abbiamo pulito villette, piazze, aiuole, spiaggia, e fatto concorsi di balconi fiorite e giornate di volontariato con la raccolta della spazzatura nelle strade con il preside Curtale e Carletto e il poeta Vincenzo Frascà con il sacchetto della spazzatura…
Noi che abbiamo girato l’Italia: Torino, Biella, Mantova, Cantù, Sesto San Giovanni con le fiere dei prodotti tipici e con questo abbiamo dato l’idea alla grande realtà che oggi è La cascina con i suoi prodotti in giro per tutto il mondo ed invece noi ci siamo fidati di quel delinquente di Mimmo Crea (che adesso sappiamo dov’è!) e abbiamo rifiutato il finanziamento di 150 milioni di lire per la paura di andare fino in fondo col nostro progetto!
Di cosa devo avere paura Frà dopo aver fatto insieme 33 numeri di un giornalino che a distanza di quasi dieci anni che non si fa più la gente ancora mi chiede di rifarlo, e poi c’eravamo dovunque: nei presepi viventi, nel carnevale, negli spettacoli all’auditorium e al teatro al castello, nelle feste al borgo,come guide turistiche con il mitico Peppe Fiorenza (ancora rido quando in prossimità della chiesa della Madonna della Grazia Fiorenza urlava al suo “parente”….”Mi dissuru ca vinditi lattuchi!!!”), e poi il gruppo dei ragazzi con i giochi di animazione della domenica, ragazzi che oggi sono uomini e che non perdono l’occasione quando ci incontrano di abbracciarci e ringraziarci per essere stati anche noi protagonisti della loro crescita secondo i sani principi dell’allegria, dell’amicizia e del rispetto reciproco.
Francesco in 15 anni di Giovaninsieme abbiamo fatto tante di quelle esperienze dimostrando una cosa su tutto: che quando qualcosa si vuole si può fare!!!
Ti garantisco caro Francesco che è veramente penoso per uno come me, cosciente che deve continuare a vivere in questo mortorio di paese, constatare che siamo governati da persone che non hanno alcuno stimolo, che non sanno guardare oltre, demotivate, morte più del paese stesso, e convinto come sono della loro incapacità di creare sviluppo visto che invece sono andati nel corso degli anni a ritroso verso uno sfacelo economico, commerciale e turistico senza precedenti (e ti garantisco che da noi la crisi globale non c’entra nulla!).
Ti ricordi Francesco quando nei convegni all’Hotel President interveniva il senatore Zito e diceva sempre la stessa cosa: ”Non ci dobbiamo cullare sulle bellezze naturali che i nostri paesi hanno, sul mare, sulla collina, sui monumenti, perché queste cose le hanno anche gli altri….”
Come si fa ad essere governati da personaggi che non credono assolutamente alle potenzialità della nostra terra, da una persona burbera che non conosce minimamente cosa significa accoglienza turistica, che non ha mai avuto un’idea singolare e unica per attrarre l’attenzione se non “l’acquisto” a buon prezzo della bandiera blu! Zito ha sempre attaccato per difendersi perché non ha mai avuto lo spirito e le capacità di creare possibilità ed occasioni di sviluppo… Il festival del Jazz non è altro che una macchina assistenzialista che con la scusante della promozione del territorio gratta soldi pubblici e poi? A quali risultati? Pensa Frà che sotto il festival jazz ho portato 2 pani all’Hotel mediterraneo e solo uno all’Hotel Miramare, gli unici due alberghi che sono ubicati nel centro del paese, pensa te quanta gente alloggiava in quei giorni qui a Roccella!!!
E pensa che si dice che per il festival jazz i vari enti pubblici hanno versato nelle casse della Fondazione del festival jazz la bellezza di 800mila euro (il concerto di Vasco Rossi non costa più di 150mila euro), e ogni anno il nostro "caro" senatore è sempre lì a lamentarsi del taglio dei finanziamenti per il jazz!!!
Caro amico mio, io purtroppo ho solo una paura e un rammarico nella mia vita: di avere una mente in fermento con mille idee, ma la stessa mente non averla avuta sufficientemente abilitata per continuare gli studi, in maniera tale da poter avere la giusta cultura ed istruzione per poter realizzare qualcosa di veramente valido per il nostro paese e il bene comune dei roccellesi.
T’abbraccio e grazie per l’amicizia fraterna che non ci lascerà mai.