Non ne fanno una giusta.
Dopo lo scempio delle piastrelle al Porto delle Grazie, l’asfalto del Lungomare — irregolare, pieno di dislivelli e avvallamenti — e l’installazione di balaustre appuntite e pericolose collocate a ridosso della pista ciclabile, anche il nuovo marciapiede di via XXV Aprile, attualmente in fase di realizzazione, mostra evidenti difetti progettuali ed esecutivi.
Non è un caso isolato: i lavori del lungomare lato sud e quelli sui marciapiedi sembrano rientrare nello stesso progetto, confermando una gestione complessiva quantomeno discutibile.
Colpisce, innanzitutto, la scelta incomprensibile di demolire un marciapiede relativamente recente, che — pur senza eccellere — risultava accettabile e funzionale, mentre in molte altre zone di Roccella i marciapiedi sono da anni in condizioni disastrose.
Una vera e propria vergogna, soprattutto se si pensa allo stato di abbandono dei marciapiedi di Zirgone, di viale degli Ulivi e dell’intera arteria principale, che avrebbero meritato ben altre priorità.
La nuova pavimentazione dei marciapiedi di via XXV Aprile presenta mattoni non livellati, superfici scivolose e materiali inadeguati: il colore bianco, scelto senza alcuna valutazione pratica, dopo pochi giorni dalla posa è già sporco e macchiato dal succo delle arance che cadono dagli alberi. Un degrado immediato, sotto gli occhi di tutti.
Ancora una volta, invece di migliorare, si è peggiorato.
Il tutto avviene in un contesto ancora più grave: mentre il Governo ammorbidisce, se non svuota, le sanzioni per gli amministratori che sperperano denaro pubblico sotto il controllo della Corte dei Conti. Proprio mentre, a Roccella, la Corte dei Conti ha passato al setaccio i bilanci dal 2015 in avanti, ammonendo seriamente l’amministrazione.
Di fronte a una legge che avanza in Parlamento e che riduce le responsabilità, a Roccella c’è sicuramente qualcuno pronto a stappare bottiglie di spumante.


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