A Roccella Jonica il fenomeno della caccia al cinghiale svolta in modo illegale non rappresenta più un episodio isolato, ma una pratica diffusa e reiterata da parte di qualche squadra più volte segnalata dai cittadini e, purtroppo, mai risolta in modo definitivo.
Ritengo doveroso precisare che la maggioranza dei cacciatori ha comportamenti corretti e rispettosi delle leggi, sono le prime sentinelle attive dell'ambiente e sono una parte importante nella gestione dello stesso.
Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto delle segnalazioni che descrivono cacciatori presenti all’interno di proprietà private regolarmente recintate, altri appostati a ridosso delle abitazioni civili, in zone chiaramente non compatibili con l’esercizio dell’attività venatoria, come previsto dalla normativa nazionale.
Secondo quanto segnalato alcuni cacciatori oltrepassano cancelli e recinzioni, entrando senza alcuna autorizzazione in fondi privati chiusi, comportamento che non solo viola la normativa venatoria, ma lede anche il diritto di proprietà e la sicurezza dei residenti;
in altri casi i cacciatori si appostano a pochissima distanza dalle abitazioni, in palese violazione delle distanze minime di sicurezza previste dalla legge, esponendo famiglie, passanti e lavoratori a rischi gravissimi.
È bene ricordare che la Legge n. 157/1992 vieta espressamente la caccia a meno di 100 metri da edifici adibiti ad abitazione o lavoro; lo sparo in direzione di immobili, strade o luoghi frequentati da persone da distanze inferiori a 150 metri.
Questi limiti non sono facoltativi né interpretabili: sono posti a tutela dell’incolumità pubblica.
A rendere il quadro ancora più grave è il fatto che parte del territorio di Roccella Jonica è stata interessata da incendi boschivi durante la scorsa estate. In tali aree la legge è ancora più chiara.
La Legge n. 353/2000 sugli incendi boschivi stabilisce il divieto di caccia per dieci anni nei boschi e nei pascoli percorsi dal fuoco. Un divieto finalizzato alla rigenerazione dell’ambiente naturale e alla prevenzione di ulteriori danni.
Eppure, anche in queste zone, l’attività venatoria sembrerebbe proseguire indisturbata, come se il vincolo normativo non esistesse o non fosse mai stato recepito.
La situazione è ancora più allarmante se si considera che più volte sono state presentate denunce e segnalazioni alle autorità competenti, informando anche le istituzioni comunali, incluso il Sindaco di Roccella Jonica.
Nonostante ciò, il fenomeno continua in maniera inesauribile, dando l’impressione di una assenza di controlli efficaci o, quantomeno, di una mancata risposta concreta a un problema che riguarda sicurezza, legalità e rispetto delle regole.
Qui non si tratta di essere “contro” o “a favore” della caccia in senso astratto. Si tratta di pretendere il rispetto delle leggi, soprattutto quando in gioco c’è la sicurezza dei cittadini, il rispetto delle proprietà private e la tutela ambientale di territori già duramente colpiti dagli incendi.
Chi esercita l’attività venatoria al di fuori delle regole non danneggia solo l’ambiente e i residenti, ma anche quei cacciatori che rispettano la legge e le prescrizioni.
È necessario che vengano rafforzati i controlli sul territorio, sia garantita una presenza costante della vigilanza venatoria e delle forze dell’ordine e il Comune si assuma un ruolo attivo nel far rispettare i divieti, anche attraverso ordinanze, segnaletica chiara e collaborazione con gli enti preposti.
I cittadini di Roccella Jonica hanno il diritto di vivere e muoversi sul proprio territorio senza il timore di trovarsi di fronte a fucili puntati a pochi metri dalle proprie case.
Il rispetto della legge non può essere opzionale. E su questo tema non sono più accettabili silenzi o inerzie.

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