La crisi politica viene drammatizzata fino all’eccesso e passano in secondo ordine provvedimenti che hanno dell’incredibile: un’estate intera a parlare di banchi, senza pensare ai tracciamenti diffusi del contagio e ai trasporti e intanto ci continuano a propinare bonus biciclette e monopattini (da oggi, 14 gennaio 2021, vengono riaperte le piattaforme per accedere a tali “benefici”); le scuole rimangono chiuse e per molti alunni già metà anno scolastico è saltato, ma per “far fronte a situazioni di insicurezza, stress, timore di contagio, difficoltà di concentrazione”, a seguito del Protocollo d’Intesa Ministero dell’Istruzione e Consiglio Nazionale degli Psicologi, entrano in classe 8.000 psicologici.
In pratica si spendono 40 euro all’ora, per circa 125 h per istituto, in media 18 h al mese, per predisporre sportelli di ascolto per studenti, docenti e famiglie.
Assurdo!
Invece di riaprire in sicurezza le scuole, vera causa del disagio dei ragazzi, si ricorre ai surrogati e ai palliativi e si fanno strada i gruppi di pressione per la tutela dei loro associati.
Come uomo di scuola so dell’importanza dello psicologo e del pedagogista in una scuola centrata sull’alunno e sulla crescita dei ragazzi. Vorrei vedere la scuola italiana strutturata con tutti i suoi ambiti stabili di supporto, com’è nella migliore tradizione formativa europea che prevede al suo interno tali figure, assi portanti della paideia ordinaria. Ma in questo contesto di pandemia e con le scuole chiuse da un anno, la priorità è lo psicologo per trarre dall’insicurezza e dallo stress i ragazzi (nella migliore delle ipotesi, istruiti ed educati attraverso lo schermo del computer) o aprire i cancelli degli istituti e, se del caso, ampliare il tempo scuola, per salvare il salvabile?
Dello psicologo ne avremmo bisogno noi (un “noi”, classe dirigente) per aiutarci a non fare scelte insensate che nulla hanno a che fare con i bisogni dei nostri ragazzi. Questi, se vogliamo essere concreti e con i piedi per terra, sono disorientati e annoiati dalle nostre scelte ottuse. E non meravigliamoci quando per vincere la noia si danno appuntamento sui social per darsele di santa ragione stressati dal dolce far niente!
I ragazzi devono avere il loro tempo occupato in formazione e non di scivolare dal letto al computer, per seguire i loro insegnanti in DaD. E la soluzione non è farli scivolare, anche, sul lettino dell’analista, ma farli rientrare a scuola, perché il tempo che hanno perso e che continuano, purtroppo, a perdere, è la vera causa del disorientamento attuale.
Si parla tanto di irresponsabili, ma forse lo siamo, pure, noi che accettiamo supinamente decisioni che sanno dell’incredibile, anche se non siamo psicologi. Chiedo venia alla categoria, non sono contro di loro!
Vito Pirruccio
Dirigente Scolastico e Presidente dell’Associazione Museo della Scuola “I Care!”