Questo blog è stato il primo che ha reso pubbliche le voci che giravano nel paese e che poi si sono, purtroppo, concretizzate, cioè di quel "piano" che si stava progettando per sradicare don Giuseppe Raco da Roccella Jonica dopo 42 anni di umile servizio a favore della nostra Comunità. All'indomani del mio articolo schierato a favore della permanenza di Don Giuseppe qui a Roccella, qualcuno mi ha manifestato che l'intervento del Vescovo era stato chiesto dai fratelli, preoccupati per quei momenti in cui Don Giuseppe rimaneva da solo.
Ma il non rimanere solo e il trasferirlo completamente in un'altra realtà, proprio nel momento in cui le condizioni di Don Giuseppe apparivano assolutamente in ripresa, sono due cose molto diverse fra loro.
A distanza di due mesi e mezzo dall'aver festeggiato i 50 anni di sacerdozio (8 Agosto), con gli occhi gonfi dalle lacrime, la nostra Comunità ha assistito alla Messa di conclusione del Ministero sacerdotale di Don Giuseppe (il 25 ottobre scorso); in quella circostanza è apparso chiaro che qualcosa di misterioso e ingrato si stava decidendo alle spalle di Don Giuseppe.
Il monito lanciato quella sera da padre Francesco, davanti ad una Chiesa Matrice gremita, è stato forte e chiaro: "Don Giuseppe mi ha manifestato la volontà di rimanere a Roccella Jonica, ma la sua bontà, umiltà ed obbedienza non sarà mai capace di opporsi alle decisioni dei suoi "superiori"; ma io mi batterò con tutte le mie forze affinchè il desiderio di don Giuseppe sia esaudito!"
Ed invece, la domenica successiva, anzi la notte tra sabato e domenica (tra il 31 Ottobre e il primo di Novembre), una macchina è giunta alle porte della Sagrestia della Chiesa Marina a prendere Don Giuseppe e portarlo al Seminario di Locri.
Il Primo di Novembre alle 7 di mattina era in programma la Messa che doveva essere celebrata da Don Giuseppe nella Chiesa del Borgo; ed invece padre Francesco, con grande commozione, ha annunciato a tutti i fedeli, ciò che era accaduto durante la notte!!!
Nei giorni a seguire don Giuseppe tornò a Roccella, preso e riaccompagnato però a Locri; ha concelebrato Messa Domenica 8 Novembre in Chiesa Matrice insieme a Padre Francesco e a Padre Giovanni, ma, successivamente, la difficoltà degli spostamenti anche da paese a paese per via dell'emergenza sanitaria, ha fatto si che la presenza di Don Giuseppe a Roccella diventasse sempre più rara.
Ciò ha fatto crescere l'amarezza di padre Francesco e della nostra Comunità che si è fatta portavoce di una lettera aperta al Vescovo esortandolo a leggere attentamente l'animo di Don Giuseppe e ad assecondare il desiderio che custodisce nel cuore di fare ritorno a Roccella.
Ciò, però, purtroppo, non è servito a molto, anzi, a distanza di qualche giorno, in un sito online, si è letta una lettera, apparentemente scritta da Don Giuseppe, ma che di suo pugno non è!!!
Chi lo conosce bene è pronto a scommettere - ed ha anche le prove - che non è quello il modo di scrivere di Don Giuseppe, e davanti a questa convinzione, non ci si capacita chi e perchè qualcuno sta tramando alle spalle di una persona troppo umile e indifesa.
E di questi ultimi giorni la breve intervista fatta dall'emittente televisiva del posto dove si nota un Don Giuseppe in grande imbarazzo, ed è di ieri sera l'omelia di Padre Francesco dove è inequivocabile la sua amarezza per non aver fatto abbastanza affinchè il vero desiderio di don Giuseppe si realizzi; ed è di qualche ora fa lo sfogo, sempre di padre Francesco, riportato sul suo profilo facebook, che ricalca una lettera aperta fatta recapitare qualche giorno fa a tutte le associazioni facenti parte della Comunità Interparrocchiale; uno sfogo molto eloquente nel riferire cosa sta veramente succedendo in questa tormentata vicenda di don Giuseppe, e che vi invito a leggere https://www.facebook.com/francesco.carlino.522/posts/2676304642633979.
Esprimo la mia completa solidarietà e vicinanza a Padre Francesco e a tutta quella parte della nostra Comunità che non si arrende all'idea che qualcuno debba decidere delle sorti di un'altra persona, se questa persona è Don Giuseppe che sappiamo tutti ha a cuore di continuare a vivere con gli amici e con tutte le persone che gli vogliono bene qui nel paese in cui si è cresciuto per 42 anni; amici pronti a spendersi con ogni mezzo affinchè non gli manchi nulla, cosi che lui possa continuare a percorrere liberamente, a piedi o in bicicletta, le strade di Roccella con il suo sorriso disarmante e le sue memorabili guance rosse.