Il manifesto della vergogna, è stato battezzato dai cittadini, quello affisso qualche giorno fa da "Roccella prima di tutto".
Il titolo di quel manifesto gli si è rivoltato contro quando i cittadini hanno letto le frasi provocatorie e gratuite ed hanno capito che a scriverle è quel solito personaggio che manovra nell'ombra le sorti di questo paese, lasciando terra bruciata dove passa, non ultimo il disastro della squadra di calcio calata a picco, dalla serie D a ultima della prima categoria, da quando se ne occupa lui.
Un autentico mattone di manifesto che non dice una sola parola sui problemi e sulle sorti di Roccella, e mi accusa di trasformare il consiglio comunale in un ring.
Ci provano a capovolgere la realtà: da vittima divento carnefice e, senza fare nessun cenno al fatto che, in maniera antidemocratica, ingiustificata, arrogante e prepotente, mi è stata tolta la parola nel corso dell'ultimo consiglio comunale.
Però riferiscono della mia reazione a questa loro censura, non rendendosi conto che così scrivendo offendono il loro scudiero, perché la gente conosce bene il sottoscritto e conosce il rispetto che ho delle persone e delle istituzioni e conosce bene l'amore che nutro per il nostro paese.
Sono talmente abituati ai yes man che si scandalizzano davanti ad una mia tiepida reazione per un grave sopruso subito!!!
È davvero ridicolo e paradossale che il 27 Dicembre mi censurano in consiglio comunale e il 4 gennaio pretendono il nostro intervento nella loro assemblea.
In qualsiasi altro paese, quando succedono episodi di una certa gravità, il presidente del consiglio comunale convoca i capigruppo di maggioranza e opposizione e, insieme, si decide cosa organizzare, e di concerto si propone un consiglio comunale aperto.
E invece no, Roccella non è un paese come gli altri, anche davanti ad atti di violenza hanno avuto il coraggio di organizzarsi con una iniziativa propagandistica.
"Roccella in comune" ha espresso la sua ferma e incondizionata condanna ad ogni tipo di atto violento ai danni del nostro Comune con un manifesto e un comunicato stampa uscito lo stesso giorno della loro assemblea; avrebbe partecipato senza dubbio a l'unica iniziativa istituzionale possibile che era il Consiglio Comunale aperto, ma non è stata ipocrita a partecipare a quella che, invece, è stata volutamente una loro passerella.
Se ancora ci fosse qualcuno che non pensa che Roccella è amministrata da un regime ecco che basta leggere un altro passaggio di quel manifesto della vergogna laddove mi accusano di occupare il consiglio comunale con la mia consorte, dimenticandosi dei gradi di parentela esistenti tra sindaco e una consigliera, ma soprattutto dimenticandosi del conflitto di interessi che c'è stato per un decennio tra amministrazione e società del porto delle grazie o tra amministrazione e associazione culturale jonica.
E poi mi dovrebbero spiegare quale sarebbe il nostro interesse, se non quello di discutere in famiglia delle loro malefatte, per cercare soluzioni per fermarli!
Già, dà fastidio anche la mia consorte perchè ad ogni Consiglio comunale lancia proposte costruttive sul decoro urbano, o forse perché ha dichiarato che è stata la prima a Roccella a proporre nel 2010 la raccolta differenziata porta a porta riferendo, in un convegno pubblico, l'esperienza virtuosa adottata nel suo paese in Polonia.
Per il resto ci siamo espressi chiaramente attraverso il manifesto (e comunicato stampa) affisso sulle bacheche del paese e che qui sotto riporto.
In conclusione, la smodata reazione conferma la bonta’ del lavoro che stiamo facendo ed il fastidio per chi non era abituato. Ma dovranno abituarsi!!
Sono/siamo e saremo sempre dalla parte dei cittadini.
L'ennesimo atto vandalico verificatosi presso l'isola ecologica merita una ferma ed assoluta condanna. Questi gesti incivili non solo danneggiano ma compromettono servizi fondamentali per l'intera collettività, penalizzando soprattutto i cittadini rispettosi delle regole ed attenti al decoro urbano.
RispondiEliminaTuttavia, pur riconoscendo la gravità di tali comportamenti e la necessità di individuare i responsabili, non si può ignorare come la gestione politica della cittadina abbia delle precise responsabilità che non possono essere sottovalutate.
L'assenza di efficaci strategie di prevenzione, la carenza di controlli adeguati e di sistemi di sorveglianza attivi, unita ad una insufficiente attività di sensibilizzazione civica, ha finito per creare un contesto di scarsa tutela del patrimonio pubblico.
A ciò si aggiunge una concezione troppo spesso privatistica del bene pubblico, che viene amministrato più con logiche di profitto o convenienza politica che nell'interesse generale della comunità.
Il patrimonio collettivo non può essere trattato come un onere marginale o un ambito di secondaria importanza: esso rappresenta un valore essenziale per la qualità della vita dei cittadini e deve essere gestito con trasparenza, responsabilità e partecipazione attiva.
Il degrado materiale, infatti, è spesso il riflesso di un degrado nella cura e nell'attenzione da parte delle istituzioni, che hanno il dovere non solo di condannare a parole simili episodi, ma di agire concretamente per prevenirli.
È essenziale investire in una maggiore sicurezza, con sistemi di videosorveglianza funzionanti e controlli più capillari, così come promuovere campagne educative per rafforzare il senso civico e la responsabilità collettiva.
Per contrastare con efficacia questi fenomeni, serve un approccio integrato che coinvolga attivamente l'amministrazione, le forze dell'ordine e i cittadini, affinché nessuno si senta escluso dal dovere di proteggere il bene Comune. Solo così si potrà sperare di restituire decoro, sicurezza e fiducia all'intera collettività.
Anonimi Vivere Insieme.
Aggiungerei solo di verificare i prezzi delle varie derrate di spazzatura perché non si sa come siamo i primi ,i più virtuosi ma vendiamo il materiale (che fino a prova contraria è considerata una risorsa )a metà prezzo rispetto i livelli minimi dichiarati nelle varie camere di commercio italiane, questo perché un giorno i cittadini potranno liberamente decidere di non conferire al comune ma di trovarsi un privato come tanti che stanno nascendo anche nei paesi a noi limitrofi ,e conferire a lui avendo remunerata la propria spazzatura . Mi sa che la privatizzazione ed il libero commercio,in un ambiente dittatoriale, rimangono le uniche gambe di una democrazia mutilata
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