Continuiamo con l'approfondimento sul Convegno "Trasporti sulla Jonica - per uscire dall'isolamento - tenutosi venerdì scorso a Roccella con successo di pubblico e di contenuti. Nell'occasione sono state sviscerate tutte le annose criticità e date, dai vari interlocutori, anche diverse possibili soluzioni.
L'assessore De Gaetano, nel suo intervento conclusivo, è apparso deciso e determinato su alcune delle iniziative avanzate, ha dato una serie di soluzioni che, quanto meno, dovrebbero dare un po' di respiro alla gravissima situazione attuale relativa ai collegamenti stradali e ferroviari davvero pessimi.
Visto che a riferire la sintesi dell'intero convegno - organizzato magistralmente dal Circolo democratico di Roccella Jonica diretto dall'on. Mimmo Bova - ci hanno pensato in maniera proficua i giornali sia cartacei che telematici, dopo la relazione dell'Ing. Vanessa Riitano pubblicata su questo blog qualche giorno fa, vogliamo riproporre l'interessante intervento del preside Giuseppe Alvaro, membro del direttivo del Circolo PD di Roccella e soprattutto fondatore, insieme ad altri "coraggiosi" roccellesi, dell'associazione per la difesa, salvaguardia e potenziamento della ferrovia jonica, che ha fatto una disamina puntuale della situazione, con dei cenni storici e i vari passaggi che hanno portato ai giorni nostri di certo non a livello di una società avanzata.
I TRASPORTI SULLA IONICA - PER USCIRE DALL'ISOLAMENTO
Prima di iniziare a trattare
dei trasporti sulla Ionica è
importante fare una breve disamina delle infrastrutture e quindi dei trasporti
della Calabria, focalizzando soprattutto il tratto ionico reggino e le sue criticità.
Trattiamo, certamente, di un
argomento fondamentale per il futuro della Calabria, e della Locride in
particolare, secondo solo all'ormai annoso problema sanitario, di cui ci siamo
interessati in un convegno un mese fa.
Le infrastrutture e i
trasporti che, di fatto, costituiscono lo stato di salute di una regione, sono,
infatti, la condizione essenziali ed indispensabili per creare sviluppo e
lavoro.
Se dunque sono lo specchio di
un territorio, l'immagine che risulta della Calabria non sembra certo
incoraggiante, direi che assume un colore molto scuro, quasi nero se è vero
come è vero che è bastato il crollo del “Viadotto Italia” sull'A3, avvenuto lo
scorso 2 marzo, per mandare in tilt i colleganti stradali di tutta la Regione con gravissimo
danno non solo della mobilità e dei trasporti, ma anche dell'intera economia
calabrese.
(Se si riflette bene, è
davvero impressionante che il crollo di un viadotto possa mettere in ginocchio
un'intera regione, ma tant'è!.)
Senza soffermarci sui
successivi balzelli di responsabilità che hanno visto coinvolte la Regione, L'ANAS e persino la Magistratura,
riferiamo che nell'incontro del 3 giugno scorso avvenuto a Roma tra il ministro
Del Rio e il presidente Oliverio, dopo aver preso atto che ci troviamo in una
Regione che per troppo tempo è stata costretta a subire la completa assenza
dello Stato, si è deciso che i lavori sarebbero iniziati verso la metà di
luglio, cioè 4 mesi e mezzo dopo il crollo, per essere ultimati … Chissà
quando! Sembra entro il mese di luglio! (lo stesso tempo in cui a Bologna si
costruisce una galleria).
Ma cerchiamo di fare un quadro della
situazione.
Va subito detto che la
dotazione di infrastrutture di trasporto dell'area ionica -reggina è, ad un livello puramente quantitativo,
in linea con la media italiana.