Il nostro illustre concittadino Angelo Laganà è sempre un fiume in piena. Come più volte abbiamo riferito, spazia in continuazione, dando il meglio di se stesso con passione, dedizione e professionalità, nel campo della fotografia, della musica, del giornalismo. Grazie al suo estro ha incontrato, nel corso della sua lunga vita artistica, personaggi dei più noti del mondo dello spettacolo, dell'arte e della cultura, e con tutti ha allacciato forti rapporti di amicizia e rispetto. Cosi come con il grande musicista Renzo Arbore che, il 10 agosto scorso, ha tenuto, con la sua "Orchestra Italiana", un concerto davanti un oceano di spettatori in quel di Cittanova in occasione della 14° festa della Stocco.
Arbore si è intrattenuto con grande piacere con il M°. Laganà, rispondendo alle domande con grande disinvoltura, dimostrando di essere un ottimo padrone di casa sempre generoso ed ospitale. E già, è proprio vero che tra musicisti ci si comprende, c'è intesa e si sta molto bene insieme.
Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana a Cittanova
Arbore si è intrattenuto con grande piacere con il M°. Laganà, rispondendo alle domande con grande disinvoltura, dimostrando di essere un ottimo padrone di casa sempre generoso ed ospitale. E già, è proprio vero che tra musicisti ci si comprende, c'è intesa e si sta molto bene insieme.
Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana a Cittanova
Servizio e foto di Angelo Laganà
Ha chiuso col botto l’estate 2014, Francesco D’Agostino, il
vero ed autentico “Re” dello Stocco.
Alla 14a Festa Nazionale dello Stocco è riuscito a “portare”
a Cittanova nientepopodimenochè Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana.
Un evento senza precedenti per l’intera Calabria, tant’è che
la capitale dello stoccafisso è stata letteralmente invasa da migliaia di fans provenienti
da tutta Italia.
Il noto showman, nativo di Foggia, ha fondato l’Orchestra
Italiana nel 1991 e, a distanza di 23 anni, sembra come se fosse il primo
giorno, nel senso che da quel palco tutt’insieme riescono a sprigionare dai loro strumenti melodie che fanno venire la
pelle d’oca, che procurano emozioni indimenticabili e piacevoli sensazioni che
fanno bene allo spirito.
Renzo, considerato il disc-jokey più importante d’Italia, ha
sempre avuto fiuto nelle diverse attività nelle quali si è cimentato, Vulcanico
ed oltremodo intraprendente, dal punto di vista delle idee, non ha mai
sbagliato un colpo.
Figlio di un medico e di una casalinga, ha conseguito la
laurea in legge all’Università di Napoli ma quella pergamena è lì che aspetta
da parecchi decenni, perché lui è nato con la musica nel sangue.
Pluristrumentista, canta, presenta ed intrattiene, con le sue trovate
esilaranti ed originalissime barzellette. Barzellette che raccontano momenti di
vita vissuta, tali da coinvolgere il pubblico come pochi perchè è furbo come
una “vecchia volpe”, leggi che sa il fatto suo nel variegato mondo dello
spettacolo.
Ha cominciato in Radio Rai con Boncompagni e si sono
distinti in parecchie trasmissioni, ha firmato moltissimi programmi in televisione, tutte di
grande successo, ma la sua più grande passione rimane e rimarrà sempre il
concerto, quel palcoscenico che gli permette, assieme ai suoi meravigliosi
musicisti, di emozionarsi, quando si siede
al pianoforte per cantare le canzoni di Domenico Modugno o Renato Carosone,
quando imbraccia la chitarra per rinverdire i classici della canzone italiana e
napoletana o quando si esibisce con il suo inseparabile clarinetto, la cui omonima canzone
l’ha cantata a Sanremo nel 1986 classificandosi al secondo posto.
Ha al suo attivo 7 album con milioni di dischi venduti in
tutto il mondo. E già perché lui il mondo l’ha girato davvero e la canzone
italiana, specie quella napoletana, non può che ringraziarlo per aver diffuso,
nei cinque continenti, le migliori melodie che hanno fatto la storia della musica leggera italiana.
Osservare Renzo durante un concerto, in particolare in
quello che ha tenuto recentemente a Cittanova, diventa una piacevole sorpresa. E sapete perché?
Perché è “profondamente innamorato”, dei suoi orchestrali, a
tal punto che concede a tutti di fare l’assolo e quando quei grandi professori
si esibiscono, lui poggia le mani sulla chitarra, li osserva e se li “mangia
con gli occhi” come se si trattasse della loro prima esibizione. Non ne
parliamo, poi, quando sono di scena Barbara Buonaiuto e Gianni Conte, i
cantanti, perché si emoziona come un bambino. Renzo si mette sempre all’ultimo
posto perché al primo sono sistemati, da tempo, i suoi orchestrali.
Le cose che più colpiscono di questo grande personaggio sono: l’umiltà, la spontaneità, la modestia e la grande capacità di non alterarsi mai. Sempre disponibile, si evidenzia per la sua profonda umanità. Tanti anni fa, ne inventò una delle sue facendo arrivare in Italia la Cadillac di Elvis Presley e mi chiamò per fare le foto. Ho stampato due gigantografie che credo abbia ancora appese nella sua casa piena di cimeli provenienti da tutte le parti del mondo.
Renzo Arbore è nato a
Foggia però canta la canzone napoletana perché ha studiato a Napoli per conseguire la laurea. Le parole di molte canzoni non
sono sempre di facile comprensione per chi ascolta….
“Quando mi esibisco al sud non esistono problemi, dice con
fermezza. Forse al nord è più difficile spiegare le canzoni del Vesuvio, però
credo che siano talmente belle che vanno
raccontate come se fossero poesie.”
Canzoni di Roberto Murolo, Renato Carosone , come: “ ‘O
Sarracino”, “Come facette mammeta”, “Era de’ maggio”, tanto per ricordare
alcune. L’orchestra esegue anche swing, jazz, musiche composte da Domenico
Modugno ed altre che ha composto con Claudio Mattone.
“Sì ,specie quelle a firma di Mattone - ammette Arbore - sembrano facili ma non lo
sono”.
Hai “scoperto” personaggi che sono diventati nel tempo
grandi artisti e che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo dello
spettacolo: Massimo Troisi, Pino Daniele e Benigni.
“Con Massimo, afferma con una nota melanconica Renzo,
abbiamo avuto una lunghissima amicizia, un’amicizia vera perché quando ha
lasciato Napoli per trasferirsi a Roma, sono stato il primo a conoscerlo.
Eravamo vicini di casa. Sono passati vent’anni dalla sua morte e mi dispiace
moltissimo. Con Massimo avremmo potuto mettere sul fuoco molta carne e fare
cose belle come qualcuno ricorda.”
E Pino Daniele?
“E’ stato l’ultimo dei grandi autori di canzoni napoletane;
in verità, ci sono stati molti altri, però le sue melodie sono bellissime e
credo che vadano collocate assieme a quelle più belle che fanno parte
dell’antologia: dalla fine del ‘800, ‘900. Ricordo alcuni nomi come Italo
Bovio, Murolo, Tagliaferri. Si tratta di vere e proprie poesie, ma anche di
melodie melodiose”.
Parlami della tua permanenza a Napoli.
Renzo Arbore insieme a Francesco D'Agostino, l'imprenditore titolare dell'azienda "Stocco & Stocco" e organizzatore della Festa Nazionale dello Stocco |
Ci troviamo in un momento molto delicato con la crisi
galoppante. Momento negativo per tutta l’economia che attanaglia artisti di
vario genere che non sanno a che santo rivolgersi.
Cosa bisogna fare e come comportarsi di fronte a questa
precaria situazione?
“In primis, non bisogna mai arrendersi! Noi italiani abbiamo
grandi qualità e la fortuna di abitare in un Paese molto bello per bellezze
naturali e paesaggistiche. Per tale motivo, bisognerebbe valorizzare di più il
turismo facendo in modo che gli stranieri vengano più numerosi in Italia .Siamo
considerati il Paese dell’Opera, del Melodramma, di Bocelli, oltre che della buona tavola”.
Le sue parole sono piene di entusiasmo, di speranza, di positività.
Non può che essere soddisfatto per quanto sia riuscito a realizzare nel corso
della sua vita, anche se gli sarebbe piaciuto fare il ballerino…. Ma, ormai, è
passato tanto tempo!