Lettera ricevuta.
Gentile sig, Iervasi, ho letto il suo articolo in merito alla persona che usa attrezzi casalinghi per estirpare le erbacce ai bordi delle strade e mi sono identificata.
Ringrazio per i termini che ha usato nel descrivere l'impegno che ci metto nel fare questi lavori, ma è necessario fare delle precisazioni: l'uso di attrezzi non proprio consoni per quel tipo di lavoro è esclusivamente una mia scelta, discussa con gli addetti ai lavori, che, invece, erano pronti a fornirmi attrezzi più idonei dicendomi peraltro che potevo limitarmi a un lavoro di sola pulizia della strada e non di estirpazione delle erbacce che, invece, è stata una mia spontanea volontà.
So che il Comune ha fatto richiesta di acquisto di attrezzature di giardinaggio idonee da dare in dotazione alle persone destinate a questo tipo di lavoro.
Il mio comportamento è stato solo un modo per cercare di rendermi utile al paese nel meglio delle mie capacità.
Era giusto per precisare che nessuno mi ha obbligata a fare quel tipo di lavoro con quei semplici attrezzi, ma è stata soltanto una mia scelta.
La ringrazio se potrà pubblicare questa mia lettera a precisazione del suo articolo.
Sinceri saluti.
Risposta Iervasi:
Gentilissima signora,
mi scuso con lei se il mio articolo Le ha procurato qualche problema; questa situazione, seppur in maniera un po' scomposta e sarcastica, mi è stata detta pure da un dipendente comunale. Mi auguro davvero che da quanto scritto lei non possa avere conseguenze perchè la sua lettera dimostra che il mio articolo è stato scritto soltanto osservando la una situazione "sotto i miei occhi", senza che noi due ci conoscessimo e senza che lei abbia detto parola alcuna di lamentela al sottoscritto.
Ha fatto bene a scrivermi e a riferire sulla vicenda ma ritengo che anch'io abbia fatto cosa giusta nell'aver segnalato una situazione alquanto anomala. Tutto ciò è soprattutto utile per riferire quello che dice la normativa in termini di obblighi e doveri in merito ai percettori del Reddito di Cittadinanza relativamente ai P.U.C. ossia i Progetti Utili alla Collettività,
L’art. 4, comma 15, della legge sul reddito di cittadinanza (Decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2019, n. 26) stabilisce che il beneficiario di tale provvidenza è tenuto ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibili con le altre attività dell’interessato e comunque non inferiori a 8 ore settimanali.
La partecipazione ai progetti è facoltativa per le persone non tenute o esonerate dagli obblighi connessi al RdC, come individuate dai commi 2 e 3 del medesimo art. 4 sopracitato (sostanzialmente coloro che sono occupati o frequentano un regolare corso di studi, anche corsi di formazione, disabili, pensionati, componenti con carichi di cura).
L’esecuzione delle attività e l’assolvimento degli obblighi del beneficiario del RdC sono subordinati all’attivazione dei progetti.
Di contro, si fa carico ai Responsabili dei servizi comunali di predisporre questi progetti, e in misura tale, se possibile, da poter occupare tutti i percettori del RdC del Comune, tenendo presente che se non esistono i progetti il reddito viene comunque percepito, e non contando del fatto che, in tal caso, si possa profilare, a carico del dirigente comunale di turno, una ipotesi di danno alla collettività.
Agli stessi dirigenti compete poi andare a ricercare i beneficiari adeguati alle varie tipologie di progetti, forse scorrendo i dati inseriti nella famosa piattaforma e poi, forse, opportunamente, con un successivo colloquio.
Detto questo due sono le cose che emergono da questo decreto. 1) I comuni sono tenuti ad attivare i progetti utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni; 2) i dirigenti comunali debbono ricercare i beneficiari adeguati alle varie tipologie di progetti.
Credo che nella specifica situazione in cui mancano le attrezzature idonee e in cui una persona non è portata verso determinate attività, sia necessario una destinazione verso altri progetti, altrettanto utili, evitando di scadere in queste situazioni ridicole.
A chi viene assegnato un lavoro da compiere deve avere le attitudini per espletare tale incarico e l'obbligo di seguire tutte le direttive date dal proprio referente. Gli Strumenti per lavorare devono per legge essere forniti dal datore di lavoro,come tutto quelle che serve a tutela la sicurezza del lavoratore sul Posto di lavoro sono a carico dello stesso non si prende alcuna iniziativa.....
RispondiElimina"A chi viene assegnato un lavoro da compiere deve avere le attitudini per espletare tale incarico" ... e qui cade l'asino: chi tra i percettori di RDC ha attitudine ad operare con scope pale e carriole?
RispondiEliminaForse è questa difficoltà a trovare persone con la necessaria attitudine, a bloccare i dirigenti preposti, nella redazione dei progetti di utilizzazione.
Però chi fa un giro o abita in zone che non siano il corso, la via marina è le due piazze si accorge che le strade fanno schifo e sui marciapiedi bisogna fare lo slalom per non calpestare le tante merde di cane che si trovano disseminate. Brava la signora per il suo impegno, ma sarebbe più produttivo e soprattutto più risolutivo l'impegno dei funzionari dipendenti dall'ente preposto ad assicurare il servizio di nettezza urbana e dei politici che li orientano e li controllano.