Trattato da fisioterapisti per servizi domiciliari senza assicurazione di responsabilità civile verso i terzi.
La denuncia parte dall’Associazione ONLUS Amici di Nicola, organismo costituito nel
2015 a difesa dei diritti di Nicola e di tutti i diversamente abili, di cui la Presidente è la
stessa genitrice del minore disabile danneggiato da un centro riabilitativo della
Locride, che con una PEC inviata al Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, al
Ministro alla salute Beatrice Lorenzin, alla Commissione parlamentare inchiesta
sugli errori sanitari, al Commissario alla della Calabria Sanità Massimo Scura, al
Presidente della Regione Calabria, al Presidente della Provincia di Reggio
Calabria, alla Direttrice del distretto Sanitario sud ASP 5 Locride, al Sindaco del
Comune di Locri capofila del Distretto Sanitario Sud Locride, alla Commissione
Parlamentare Infanzia, al Tribunale per i diritti del malato nonché all’Avv.to
della Famiglia Romeo, per chiedere una ferma presa di posizione nei confronti di chi, sbagliando, arreca ulteriori danni permanenti alle persone già provate dalla grave
disabilità che il destino gli ha riservato sin dalla tenera età.
Nella missiva viene redatta
una dettagliata cronostoria di una vicenda alquanto vergognosa, ai danni di un
minore diversamente abile, un ragazzo che ha avuto la sfortuna di conoscere la
disabilità nella sua forma più grave sin dai primi mesi di vita.
La storia di questa
vicenda inizia nell’aprile 2012. All’epoca Nicola era seguito, per il trattamento
riabilitativo in regime domiciliare con tre sedute settimanali, dalla fisioterapista
Staltari Maria Grazia dipendente inviata dal Centro jonico riabilitativo “CEJRI”
con sede in Bianco 89032, Viale della Pace (RC) struttura gestita dalla
“Cooperativa sociale ARL onlus” e convenzionata con la ASP 5 di R.C., di cui
l’Amministratore è l’Avv.to Macrì Carmelo.
I fatti di seguito descritti risalgono al 26
luglio 2012 (giorno dell’incidente) quando, Staltari Maria Grazia, durante un esercizio
riabilitativo (pratica che di consuetudine faceva al piccolo Nicola su un tappetino da
terapia da oltre 3 mesi, in autonomia e senza l’aiuto di nessuno), accidentalmente fa
cadere in avanti il ragazzo, il quale finisce a urtare con il mento a terra e,
procurandogli un danno permanente all’incisivo 11 (con la rottura di ¾ del dente
stesso) e la tumefazione delle labbra.
Nell’immediatezza, dopo le cure di primo
soccorso, la terapista relaziona sull’accaduto, si “assume” le responsabilità e rilascia
una copia del rapporto ai genitori mentre un’altra la consegna al CEJRI.
Nei giorni
successivi i genitori di Nicola inviano alla Cooperativa Cejri la lettera di messa in mora,
nella speranza (invano) che venisse avviata la procedura assicurativa ma, l’Avv.to
Macrì sin da subito si dimostra ostativo ad un risarcimento danni.
La famiglia di Nicola,
dopo oltre 2 anni di calvario presso il centro odontoiatrico specializzato all’Ospedale di
Annunziata di Cosenza, (luogo dove esiste un reparto che trattano diversamente abili,
non collaboranti, in narcosi generale) conclude la quantificazione del danno, ciò
tenendo conto (oltre alle spese vive sostenute per alberghi e trasferte) che trattasi
comunque di rottura permanente nonché di un aggravamento psicologico
comportamentale del ragazzo.
Nel 2014 la famiglia Romeo presenta alla Cooperativa
Cejri un’equa richiesta di risarcimento danni con relativa documentazione di spese
sostenute e perizie mediche, tuttavia di fronte all’ennesimo diniego di indennizzo, i genitori del piccolo Nicola si vedono costretti ad adire alle vie legali.
Nel marzo 2015
inizia l’iter della mediazione dove l’Avv.to Orlando (Legale della famiglia) che cita,
oltre all’Avv.to Macrì titolare del Cejri, la terapista Staltari.
Questa mediazione diventa una lunga ed anomala procedura che, anziché durare al massimo tre mesi
come previsto dalle leggi, prosegue per circa un anno, tuttavia si conclude in negativo
in quanto l’Avv.to Macri, durante la seduta di mediazione, afferma che la terapista al
momento dell’incidente non era assicurata e pertanto non hanno potuto attivare
nessuna assicurazione, ne consegue così che non possono erogare alcun risarcimento
danni.
In conclusione la famiglia Romeo ha subito il danno, i costi ed i relativi
disagi, nonché le ulteriori spese legali e di mediazione, fino ad oggi senza esito. Come
dire, dopo il danno anche la beffa! Affidiamo i nostri cari, già penalizzati da una grave
disabilità, a questo centro riabilitativo (che essendo convenzionato con la ASP
dovrebbe fornire le dovute garanzie) per ricevere cure, ma questa gente anziché
guarire, arreca gravi danni psicofisici, morali e pecuniari agli utenti, rimanendo a
tutt’oggi impuniti!
Nessuno vuole denigrare quanti operano onestamente nel settore
della riabilitazione e nel sociale per il bene di chi ha bisogno, ma qui viene illustrata
una realtà che ancora una volta penalizza una categoria di persone fragili quali sono i
disabili.
Come Associazione e soprattutto come genitori, ci rivolgiamo a queste
Illustrissime Autorità con preghiera che, ognuno per propria competenza, verifichi i
requisiti del Cejri e dei suoi dipendenti e che si accerti inoltre in merito ai criteri con
cui la Asp eroga convenzioni e se esistono eventuali fondi di garanzia per questo tipo
di casi.
Chiede inoltre contestualmente di voler prendere i dovuti provvedimenti al fine
di fare la (giusta) giustizia ad un ragazzino diversamente abile ed alla sua famiglia
già molto provata dai sacrifici della disabilità.
Infine fare in modo che questo Cejri
paghi i danni causati dalla sua dipendente.
E’ ingiusto che si debba spendere
ulteriore tempo e denaro per vedere riconosciuto il proprio diritto, ma
soprattutto che un ragazzino nella condizione di Nicola debba ancora
sopportare il rischio di andare avanti per quattro/cinque anni di processi
affinché veda soccombere il Cejri con l’incognita di non essere mai risarcito
da nessuno.
Certi della vostra sensibilità e del vostro sostegno per la tutela dei
diritti delle persone disabili, con l’auspicio che un vostro intervento possa sbloccare
una situazione alquanto vergognosa.
Il Presidente