di Angelo Laganà
A volte nella vita capitano situazioni imprevedibili e incontri casuali quando meno te li aspetti, giusto come è successo a me….
Il 27 settembre 2021, Sebastiano Caffo, detto Nuccio, mi ha invitato al compleanno del suo secondo figlio Giuseppe Giovanni e ho accettato di buon grado l’invito.
Arrivato a Ricadi, presente tutta la grande famiglia Caffo, il commendatore Pippo, appena mi ha visto ha detto: vieni con me che ti presento un personaggio illustre.
Provate ad immaginare chi poteva essere quell’illustre personaggio?
Lido Vieri, famoso portiere di calcio che negli anni ‘60’ e ’70 ha disputato 357 gare tra Torino, Inter e Pistoiese.
Onestamente, mai avrei pensato di incontrare Lido che ho visto molte volte quando ero fotografo per i miei magazine e entravo nei rettangoli di gioco di tutti gli stadi di serie A.
Anche Lido, vedendomi, è come se mi avesse riconosciuto nonostante siano passati tantissimi anni.
Provo a sfogliare l’album dei ricordi. La carriera di Lido Vieri inizia tra le giovanili del Torino e poi, dopo la trafila, l’esordio in serie A nel 1958 in Torino-Alessandria (6-1) risultando, fino ad oggi, il quinto portiere assoluto nella storia del Torino, squadra con cui vince il famoso e prestigioso: “Premio Combi” quale miglior portiere della massima serie e la Coppa Italia nel 1968.
L’anno successivo passa all’Inter, squadra che vince lo scudetto nel campionato 1970-’71. Ultima squadra, nel ruolo di portiere è la Pistoiese in serie C che, con le sue prestigiose parate, contribuisce a portare nella categoria dei cadetti.
Nel campionato 1979-’80 appende le scarpe al chiodo all’età di 41 anni ma prosegue la carriera prima nelle vesti di allenatore e poi come preparatore dei portieri. Insomma che dire? Una carriera di tutto rispetto per un professionista serio ed umile come lo è tuttora.
Lido Vieri era dotato di grande personalità che ha manifestato in campo con le sue uscite acrobatiche nelle quali si spostava dai pali per bloccare il pallone oppure per respingerlo sempre lateralmente per evitare che gli avversari se ne impadronissero per mandarlo in fondo alla rete.
Ottenne l’oro nel Campionato europeo 1968, l’argento nei Mondiali di calcio del 1970
Dopo aver scattato foto assieme ad amici nella festa di compleanno in cui sono stato invitato, gli ho regalato due dei miei cd musicali perché ha detto che gli piace ascoltare il suono della fisarmonica.
Poi, a cena, essendo seduti vicino insieme con il commendatore Pippo Caffo, non potevo esimermi dal porgli due domande:
Anche se può sembrare banale, ma, in effetti a distanza di tantissimi anni, potrebbe “suonare” come mera curiosità, qual è stata la migliore parata della tua carriera che conservi nella memoria e che spesso ricordi?
- “In verità ce ne sono parecchie, ha risposto serenamente, ma quella che mi viene in mente con grande nostalgia è riferita ad un derby Inter-Milan in cui sono riuscito a deviare, con la punta delle dita fuori dalla specchio della porta, un pallonetto calciato da Gianni Rivera mentre dagli spalti tutti avevano gridato al gol”.
La seconda domanda è più attuale: che opinione ti sei fatta dei portieri di oggi?
- “Penso che ce ne siano di bravi, però, ai miei tempi io, come tutti i colleghi, uscivamo spesso in quel rettangolo che abbiamo davanti la porta. I portieri di oggi, non lo fanno. Credo sia una pecca perché se aspettano che arrivi l’avversario di turno andandogli incontro per evitare il peggio, spesso fanno falli e provocano i rigori permettendo alla squadra avversaria di andare in vantaggio”.
In effetti, è una verità della quale bisognerebbe tenere debito conto ma è come il cane che si morde la coda, nel senso che i tempi cambiano e i modi di fare pure.
Lunga vita a Lido Vieri che ha sposato una calabrese e che, insieme, abitano buona parte dell’anno nella nostra Regione.