Chi volesse inviarmi notizie, messaggi, comunicazioni di manifestazioni ed eventi da pubblicare sul blog può farlo attraverso la mail niko.25@hotmail.it




sabato 23 marzo 2024

80° ANNIVERSARIO DELLE FOSSE ARDEATINE IL RUOLO DEI PARTIGIANI GERACESI

 di Vito Pirruccio.


Il 24 marzo 1944 i tedeschi come rappresaglia per l’attentato dei GAP in Via Rasella a Roma, dove rimangono uccisi 33 soldati del reggimento “Bozen”, rastrellano 335 tra civili, militari, ebrei, prigionieri politici e detenuti comuni e li fucilano nelle cave di pozzolana delle Fosse Ardeatine. 

Quest’anno ricorre l’80° anniversario dell’eccidio e in questo lasso di tempo molto si è scritto e accertato sull’atroce rappresaglia dei tedeschi invasori ordinata da Herbert Kappler, il comandante della Gestapo a Roma. 

Il 27 gennaio 2020, in occasione della Giornata della Memoria, un mese prima dello scoppio della pandemia, come Istituto Comprensivo “M. Bello-G. Pedullà-Agnana” di Siderno abbiamo ricordato la figura di Paolo Frascà, geracese morto alle Fosse Ardeatine, con la collocazione delle “pietre d’inciampo” davanti alla Scuola M. Bello a Siderno e alla casa di Paolo Frascà a Gerace. 

L’interessante lavoro didattico, coordinato dal prof. Giovanni Spanò, iniziato nell’entusiasmo generale degli alunni e delle famiglie, avrebbe dovuto proseguire, ma la pandemia ha rallentato tutto e fatto saltare tante idee che erano state messe in campo. 

Con questo articolo intendo riprendere il discorso e sollecitare la ricerca storica a scuola sul tema della Resistenza e sul ruolo svolto dai calabresi nel processo di costruzione dello Stato democratico nato dalla lotta contro il nazifascismo. 

Come Associazione “I Care!” ci facciamo promotori di iniziative culturali affinché, nel quadro del recupero della memoria, si consolidi il processo identitario delle giovani generazioni. 

È per questo che stiamo conducendo una serrata iniziativa sui Cinque Martiri di Gerace e, sempre con Gerace protagonista, intendiamo in questa ricorrenza richiamare il ruolo svolto da Paolo Frascà, Franco Napoli (nome di battaglia “Felice”) e Giuseppe Albano. 

Del ruolo di Paolo Frascà e del suo martirio alle Fosse Ardeatine ne abbiamo parlato più volte e due giorni fa è uscito, per Einaudi Editore, il libro di Mario Avigliano e  Marco Palmieri, “Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine”, e la biografia del Nostro fa parte delle 335 ricostruzioni storiche dei caduti sotto il fuoco della barbarie nazista. 

La storia del geracese “Felice” Franco Napoli (del ruolo avuto nell’attentato al Duce durante la visita in Calabria nel 1939 fino alle attività svolte nel corso della guerra di Liberazione) risulta di un certo interesse, anche se molto controversa, e cercherò brevemente di richiamare alcuni episodi significativi ricollegabili alle vicende dell’esponente socialista geracese. 

Franco Napoli è attivo nelle formazioni partigiane socialiste e lo ritroviamo accanto a Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, nella preparazione dell’assalto alla prigione di Via Tasso previsto per il 24 marzo 1944 con l’obiettivo di liberare i prigionieri civili e militari ivi rinchiusi. 

Ma il progetto naufraga in quanto i GAP comunisti anticipano l’azione predisposta dai partigiani socialisti con l’attentato di Via Rasella avvenuto il giorno prima di quello programmato. 

Franco Napoli, però, fa il suo ingresso nella militanza rivoluzionaria molto tempo prima, nella Locride, quando organizza con altri cinque compagni socialisti l’attentato fallito al Duce in occasione della visita in Calabria del 1939. 

La visita di Benito Mussolini nella nostra regione è un successo riportato nei notiziari del regime, come al solito, con grande enfasi. In effetti, la Calabria tutta si mobilita e al Duce vengono tributate festose e massicce accoglienze: a Belmonte Calabro, per rendere onore alla tomba del quadrunviro Michele Bianchi; nella Sibaritide per inaugurare le opere di bonifiche; a Crotone per la posa della prima pietra per la costruzione delle Case Popolari; a Catanzaro e, infine, a Reggio Calabria. 

L’unico episodio di palese contestazione al Duce avviene durante la breve sosta a Locri: la moglie di Ilario Franco (l’esponente fascista cauloniese della prima ora, autore dell’apertura della prima sezione dei Fasci di Combattimento in Calabria) restituisce al capo del fascismo il gagliardetto ricevuto dal marito dalle donne di Fiume, in segno di protesta per aver tradito il giuramento di San Sepolcro nel dare spazio libero agli agrari. 

Sulla tappa di avvicinamento al capoluogo reggino, nonostante le cronache ufficiali del tempo non riportano alcuna notizia, il geracese “Felice” Franco Napoli, insieme ad altri quattro antifascisti, cerca di portare a termine l’attentato al Duce, ma senza successo. 

Per una serie di rocamboleschi episodi, che meriterebbero, però, adeguati riscontri documentali, il disegno di eliminare il Duce si rivela velleitario e da quel momento iniziano i guai giudiziari dell’esponente socialista geracese. 

Il richiamo ad alcune vicende della guerra di Resistenza “Felice” Franco Napoli li riprende nel libro autobiografico autopubblicato nel 1996 dal titolo: “Villa Wolkonsky 1943-1944 – Il lager nazista di Roma. 

Un capitolo di storia mai chiuso”, ma la critica storica solleva molte perplessità su alcuni passaggi narrati. In ogni modo Franco Napoli lo ritroveremo durante l’occupazione di Roma da parte delle truppe di Hitler con la sua “Banda Napoli” a fianco del gruppo trotzkista di Bandiera Rossa e degli esponenti socialisti della Resistenza Nenni e Pertini con i quali ha stabilito, da tempo, un certo rapporto politico-insurrezionale. 

Alcune cronache storiche parlano, persino, di un’apparizione di Franco Napoli nei giorni di Dongo aggregato al CLN nel CIC (Counter Intelligence Corps), un’agenzia di spionaggio degli Alleati operante sul territorio italiano per supportare lo sbarco dell’esercito anglo-americano e la risalita delle armate alleate lungo lo Stivale. 

Non ci avventuriamo, però, in questi misteri della Storia che periodicamente riaffiorano e che spetta alla ricerca farne possibilmente piena luce. L’altro interessante personaggio bifronte è Giuseppe Albano, soprannominato “Il Gobbo” per via di una malformazione causata da una caduta quand’era bambino. 

Giuseppe Albano nasce a Gerace il 23 aprile 1926 e a soli dieci anni, a causa delle ristrettezze familiari, si trasferisce a Roma a coi genitori nel quartiere del Quarticciolo, l’ultima borgata romana costruita dal fascismo. 

In questo sobborgo della Capitale, abitato da operai, disoccupati e dai mille volti del proletariato urbano, “Il Gobbo” si fa strada e a 16 anni diventa il capo riconosciuto dei giovani rivoltosi di Quarticciolo e Centocelle. 

Più che da un ideale politico Giuseppe Albano viene spinto dalle condizioni socio-economiche in cui vive. Fa da traino al suo ingresso nella Resistenza il suo compaesano Franco Napoli, alias “Felice”, che instrada i giovani provenienti dal sottoproletariato di Quarticciolo nei gruppi di assalto alle truppe naziste che risalgono l’Italia in ritirata e occupano la Capitale. 

In una di queste azioni la banda del “Gobbo” uccide una cinquantina di nazifascisti e per rappresaglia all’eccidio delle Fosse Ardeatine il 10 aprile del 1944 il gruppo di Giuseppe Albano giustizia tre militari tedeschi nel quartiere Quadraro. 

La reazione tedesca non si fa attendere e, dopo poco tempo, vengono rastrellati 700 uomini e tra questi “Il Gobbo” il quale, portato in Via Tasso, subisce tremende torture. 

La salvezza per i rinchiusi nella casa della tortura avviene grazie all’intervento delle truppe americane entrate a Roma il 4 giugno 1944 e, così, anche Giuseppe Albano torna in libertà. Da questo momento in poi, “Il Gobbo” assume i panni di Robin Hood e la caccia ai fascisti e a chi si era arricchito con la “borsa nera” dà presto i suoi frutti. 

L’esproprio proletario è la sua nuova missione “politica” e lo ritroviamo tra i quartieri malfamati di Roma a distribuire generi di prima necessità alla popolazione. 

Giuseppe Albano cerca di farsi una vita legale e, pare, venga infiltrato su consiglio di Nenni e Togliatti nei gruppi di “Unione Proletaria” che, a dispetto del nome, il movimento monarchico aveva creato per provocare le forze di sinistra e intorpidire, ancora di più, le acque agitate della politica post-fascista in vista del nuovo assetto istituzionale che si va delineando. 

Sarà lo stesso Gobbo, infatti, a sventare nel novembre del ’44 un attentato alla manifestazione unitaria PCI-PSI. Però, l’azione preventiva portata avanti con successo da Giuseppe Albano o non passa inosservata e senza conseguenze: il 16 gennaio 1945 viene freddato con un colpo di pistola mentre esce dalla sede dell’Unione Proletaria del civico 12 di Via Fornovo. 

Finisce, appena diciottenne, la vita “rivoluzionaria” di Giuseppe Albano che ispirerà Carlo Lizzani, nel film “Il gobbo” del 1960, con Anna Ferrero, Gérard Blain e l’esordio sul set di Pier Paolo Pasolini nel ruolo di Leandro er Monco. 

Negli anni ’70 le gesta di Giuseppe Albano ritroveranno un nuovo interprete in Tomas Miliam, nelle pellicole poliziesche dirette da Umberto Lenzi. 

L’Associazione Museo della Scuola “I Care”, nell’ambito della Festa del Libro che avrà luogo a Caulonia dal 23 al 25 aprile prossimi, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Caulonia, riporterà in piazza la storia di Giuseppe Albano con la presentazione del libro di Bruno Gemelli “Il Gobbo del Quarticciolo” – Vita e morte del calabrese Giuseppe Albano -, Edizioni Città del Sole. 



Una storia nell’Italia della Resistenza di 80 anni fa e di uno di 16 anni proveniente dalla Locride e cresciuto nella miseria dei sobborghi romani in piena occupazione nazifascista. 

Un ragazzo di Calabria entrato, forse a sua insaputa, nella storia dell’Italia liberata. 

Nessun commento:

Posta un commento

2 agosto 2020 - 2 agosto 2021: Un anno senza Ludovico

2 agosto 2020  - 2 agosto 2021: Un anno senza Ludovico
2 Agosto 2020 - 2 Agosto 2021: un anno senza Ludovico. Il ricordo di Ludovico Lombardo ad un anno dalla sua tragica scomparsa. Sempre nel cuore dei tuoi amici e sempre nel cuore dei roccellesi.

JEU SUGNU CALABRISI - Sigla ufficiale Musica Etnosong 2019 Premio Mia Martini

La vera storia dei nostri emigranti che, per motivi di lavoro, sono stati "costretti" a lasciare la Terra in cerca di lavoro ma col cuore rivolto SEMPRE nell'estremo lembo della "nostra" Penisola: la CALABRIA!

ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE

ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE
Foto di Angelo Lagana'

DUE STRAORDINARI SCATTI DI ANGELO LAGANA'

Un Lungomare così, a Reggio, non si vedeva da tanti tanti anni. Le Frecce Tricolori hanno richiamato in città decine di migliaia di persone da tutte le province calabresi e da gran parte della Sicilia. La via Marina, completamente chiusa al traffico in occasione della seconda “domenica sostenibile”, s’è gremita di circa 100.000 persone che nel pomeriggio hanno assistito incantate allo spettacolo dell’Air Show “Scilla & Cariddi” con l’esibizione delle celebri Frecce Tricolore.

.

.
.

.

.

VINCENZO MILANO CI REGALA L'ECLISSI SOLARE VISTA DAL CASTELLO

.

Oggi 20 marzo, nonostante le nuvole, abbiamo potuto assistere, dalle nove e mezza fino alle undici, all'eclissi di sole. Qui da noi il sole, "coperto" dall'ombra della luna, si è oscurato soltanto per il 41%. La prossima eclissi parziale avverrà nel 2026 mentre per avere un'altra eclissi solare totale dovremmo "attendere" fino al 2081.
Questo straordinario evento è stato filmato dal videomaker Vincenzo Milano del Laboratorio DreamLab Studio di Roccella Jonica dalla postazione della Torre di Pizzofalcone. Un video, montato e musicato con grande sapienza, capace di trasmettere un brivido di emozione.

FESTIVAL JAZZ: DALLA GRANDE ILLUSIONE ALL'IMPIETOSA REALTA'

.

.
Il regalo di Natale del M°. Angelo Laganà

OLTRAGGIO ALLA CITTA'

OLTRAGGIO ALLA CITTA'
OLTRAGGIO ALLA CITTA'. Foto di Angelo Laganà


ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI

ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI
Quale sindaco mai oltre a lui stesso o a chi per lui avrebbe consentito una liquidazione cosi rapida a suo favore? Un ulteriore una tantum prelevato da un fondo "segreto e nascosto". Cari elettori meditate...Dedicato a tutte quelle associazioni che partecipano alle riunioni con l'amministrazione la quale puntualmente ricorda pressappoco cosi: "Non chiedete soldi perchè non ce ne sono!"

I VINCITORI DI ROCCELLA ON YOUTUBE

Tre straordinari video sono saliti sul podio in questa 2° edizione del Concorso curato da Mariagrazia Curciarello. Tre video, diversi fra loro, che li accomuna solo la volontà di valorizzare al massimo le risorse naturalistiche di Roccella Jonica, obiettivo riuscito appieno grazie alle idee che hanno sbizzarrito la fantasia degli autori, ma anche del montaggio del video, agli "attori" e agli ambienti.
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.

1° classificato Roccella on youtube "A SCIRUBETTA" di Francesco Cappelleri.

2° classificato Roccella on youtube "U TARANTOZZU" di Alessandro Neumann

3° classificato "FRA I RICORDI DI UN PASSATO" di Antonio Dimasi e felice Guarneri