Dopo la risposta dell’Associazione Culturale Jonica alla lettera/ denuncia dei musicisti Max De Aloe e Mirko Guerrini relativa al mancato pagamento delle prestazioni artistiche, risposta nella quale i due artisti vengono accusati di “lanciarsi in invettive moralistiche ed esortazioni alla distruzione di una rassegna che ha offerto opportunità e visibilità al jazz”, Max De Aloe riprende la penna e svuota completamente il sacco sulla sua “terribile” esperienza vissuta nel venire a suonare per il Roccella Jazz.
Bastavano delle scuse pubbliche degli organizzatori di Roccella Jazz su questo sito per fare perlomeno bella figura e invece, anche in questa risposta, si delinea protervia e la volontà di apparire solo come delle vittime.
Penso che sia molto comodo continuare a trincerarsi dietro la lungaggine dei fondi non erogati. Ci sono artisti che aspettano di essere pagati da tre, quattro anni e sono molti. E non sono solo musicisti.
Dalla risposta ufficiale di Roccella Jazz si evince che nessuno di loro è disposto a prendersi delle responsabilità personali, in linea con una logica frequente in questo paese dove la colpa è sempre di qualcun altro. Si evince che non ci sono firme con nomi e cognomi di persone e soprattutto non ci sono scuse a chi aspetta da anni. I detrattori della cultura diventeremmo io, Mirko Guerrini e i tanti musicisti che in questi giorni si sono lamentati di non essere stati pagati soprattutto sulle pagine di Facebook, attraverso i giornali, blog e Jazzitalia. Diventeremmo noi musicisti che lavoriamo tutti i giorni per e con la musica i nemici della cultura, quelli che vorrebbero affossare un festival.
Cari responsabili di Roccella Jazz siete voi che avete creato le condizioni per affossare da soli il vostro festival. Il vostro festival si sta distruggendo nell'ovvietà che non siete più professionali nella gestione. Ormai tra musicisti, incontrandosi nei concerto in giro per l'Italia, se capita che qualcuno citi Roccella Jonica, si finisce tristemente a parlare di assegni, di cambiali, di avvocati, di raccomandate a cui nessuno ha dato risposta (come è capitato anche due mesi fa alle mie due raccomandate che vi ho mandato). Nessuno, purtroppo, e sottolineo purtroppo, ha più voglia di citare in altro modo quell'importante e prestigioso festival che era Roccella Jonica che indubbiamente ha dato tanto, tantissimo alla nostra musica.
Non nascondetevi dietro a un dito e analizzate perché siete riusciti in questi anni ad arrivare a questo punto. Nei contratti che ognuno di noi ha firmato non c'era nessuna postilla che i cachet sarebbero stati saldati solo a ricevimento da parte vostra dei fondi di finanziamento al festival. Per cui la scusante dei fondi non arrivati non giustifica nulla. Soprattutto a distanza di anni. Nessuno di voi organizzatori cita mai i contanti che vengono incassati ai concerti. L'anno scorso abbiamo suonato davanti a qualche centinaia di persone che hanno pagato tutti un regolare biglietto. Di quei soldi non abbiamo visto un euro. Ma forse la storiella degli enti che non vi hanno pagato è comoda da raccontare.
E non cerchiamo di travisare le cose. Nessuno di noi ha mai scritto cose contro la Calabria (come viene scritto nella pagina "difendiamo roccella jazz") terra nella quale ho personalmente spesso suonato e nella quale sono sempre stato accolto con professionalità, entusiasmo e sempre regolarmente pagato per i miei concerti. Tantomeno nessuno di noi ha messo in dubbio la vostra onestà di gestione del denaro del festival. Che tristezza dover perdere tutti noi e voi del tempo in queste cose.
Ma quando penso di essere partito insieme ai musicisti del mio gruppo da Milano con due Punto a metano, di esserci fatti più di 3000 km, di essere stati occupati per tre giorni, di aver svolto il nostro regolare concerto, di aver anticipato spese di carburante, di autostrada, di ENPALS, di IVA sulla fattura, di tasse già pagate sulla fattura stessa, di essere stati lasciati fuori da un hotel insieme a decine e decine di musicisti per ore perché l'hotel si rivaleva con questo atto su di noi per i soldi non avuti, ecco, quando penso a tutto questo la mia battaglia per avere i soldi diventa primaria. Una battaglia che non è più solo per il denaro, anche se personalmente è tanto quello che mi dovete (con cui potrei pagarmi la retta dell'asilo dei miei figli per un anno) ma è una battaglia di coerenza e rispetto. Non è più solo denaro è il sentirsi privato di un diritto che non ha più relazione con la musica. Il diritto di chi non pretende un trattamento privilegiato da artista, ma solo da semplice lavoratore.
I primi a cercare di risollevare Roccella Jazz dovete essere voi organizzatori. Fate i pagamenti e in una lettera pubblica scusatevi con i creditori.
Max De Aloe, martedì 13 agosto 2013
mmma... che dire ??? io sinceramente sono scioccato da questa dichiarazione e penso fermamente che sia ora che la magistratura si dia da fare a tal proposito. Se i denari sono stati incassati e gli artisti ed a quanto sembra anche gli albergatori non sono stati pagati, che fine hanno fatto " sempre quei denari" ? La riflessione spontanea è " che figura di merda fà il popolo di Roccella di fronte al mondo". - Claudio Belcastro -
RispondiEliminaGià appunto e la Magistratura, la Finanza, cosa aspettano,
RispondiEliminadimenticavo stiamo parlando degli intoccabili della politica, loro si muovono solo se c'è il Bunga Bunga.... e poi gli albergatori devono fare pace con loro stessi; ho non si lamentano oppure continuano a Lavorare gratis per la Cultura "JAZZ"
Gli albergatori? Come se in un articolo della Riviera viene detto che loro difendono a spada tratta il Festival perchè è l'unico evento che li fa lavorare seriamente! Qua si divertono a dire minchiate a spese altrui! Caro Zito e amministrazione, ma di quale boicottaggio state farneticando? Cosa ne viene a noi a boicottare il vostro festival? Assolutamente nulla... La gente pretende di diritto di essere pagata per i servizi resi, musicisti, albergatori, facchini, staff e ragazzi che sono stati reclutati con la promessa di essere ripagati a distanza di 36 giorni dalla fine del Festival!! Reclutati dietro compenso e non "semplici volontari" come qualcuno ha avuto il barbaro coraggio di riferire agli artisti! Questa è l'unica questione, non ne esistono altre. Da Roccellese ho paura... Ho paura che questa situazione mostri una "voragine" delle casse comunali, per l'inadempienza e la poca serietà dell'organizzazione... Voragine che ricadrà sulle spalle dei poveri contribuenti.
RispondiEliminaIl Festival Jazz di Roccella Ionica avrebbe dovuto finanziarsi con gli introiti dei biglietti d'ingresso e con gli sponsor (tra i quali anche una banca). Se questo festival non riesce a finanziarsi autonomamente e richiede sempre continui sacrifici da parte dei cittadini che pagano le tasse, (e di chi al festival ci lavora per garantirne la realizzazione) vuol dire che da una parte il denaro si sperpera e dall'altra, i biglietti non vengono venduti, bensì regalati. Sono più di trent'anni che si va avanti così, tra sprechi e piagnistei. Sarebbe ora di finirla. Una manifestazione di portata "internazionale" che non riesce a tirare avanti da sola significa solo tempo e soldi buttati via. Soldi nostri, in tempo di crisi.
RispondiEliminaMi correggo, mi sembrava ke erano 400 euro invece sn 700 ke mio nipote da 3 anni deve ricevere dopo ke ha lavorato x giorni e giorni , egregi signori organizzatori quale barzelletta racconterete a quei poveri lavoratori e artisti riguardo il pagamento quest'anno? come sarebbe bello se all'ultimo momento gli artisti mostrerebbero di avere le palle e incrocerebbero gli strumenti.
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