E' in essere una vertenza degli ex lsu/lpu, tra sindacati e parlamentari, per conoscere il destino dei 4554 precari calabresi che hanno dedicato la loro vita professionale agli enti pubblici che li hanno inizialmente utilizzati quali Lsu e Lpu e negli ultimi 5 anni assunti con contratti di lavoro a tempo determinato, ai sensi dell’art. 1, comma 207, della legge n.147/2013, rinnovati con successive proroghe, la cui ultima scadenza è fissata al 31 dicembre 2019.
Un destino che li ha visti combattere per la sopravvivenza professionale e che, se da un lato li vede tutti, potenzialmente, destinatari della normativa vigente in materia di superamento del precariato nelle Pubbliche Amministrazioni ed inseriti nel percorso di stabilizzazione già delineato dagli artt. 209, 2ll e 212 della legge n. 147/2013, successivamente rafforzato dalle disposizioni contenute nell’art. 20, comma 14 del D. Lgs. n. 75/2017, riaffermato dall’art. 1, comma 225, della legge n. 205/2017 e da ultimo dall’art. 1, commi 446 – 449, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, dall’altro li condanna ogni autunno a intraprendere azioni di lotta e di protesta per ottenere quella tanto agognata proroga ai loro contratti di lavoro.
Quest'anno il destino di questi lavoratori non dipende soltanto dalle proroghe governative dei loro contratti ma anche dalla volontà dei diversi Comuni di beneficiare o no degli incentivi regionali e ministeriali riservati agli Enti che sottoscriveranno contratti a tempo indeterminato con i lavoratori. Il termine per le manifestazioni di interesse per i Comuni ad aderire alle agevolazioni era fissato al 30 Novembre, ma, pare, ci sia stata la riapertura.
Tanti i Comuni che stanno approfittando di questi incentivi per poter risolvere definitivamente questa imbarazzante situazione che vede, da oltre 20 anni, padri e madri di famiglia lesinare il diritto ad avere un futuro lavorativo.
Bravi i Comuni di Cinquefrondi, Cittanova e Giffone, che hanno portato a termine la procedura per la stabilizzazione di tutti i loro lavoratori precari, e molti altri che lo hanno fatto per un parziale numero di lavoratori; mentre esemplare è il caso di Sant'Agata del Bianco, Comune di soli 600 abitanti, che ha stabilizzato tutti i suoi 13 lavoratori precari approfittando delle agevolazioni ed investendo con il proprio bilancio comunale in maniera tale da garantire più ore di lavoro rispetto alle 18 ore "coperte" con le agevolazioni di Regione e Ministero.
A Roccella Jonica, invece, vige il silenzio. I lavoratori, a 20 giorni dalla scadenza del loro contratto, non conoscono il loro futuro. Al 30 Novembre, data della scadenza per le manifestazioni di interesse agli incentivi statali indirizzati alla stabilizzazione, il nostro Comune non ha mosso dito.
In questi giorni approfondirò e seguirò attentamente gli sviluppi per capire il perchè I'Amministrazione di Roccella Jonica, finora, non ha voluto seguire questa opportunità per dare finalmente dignità e sicurezza ai nostri 41 lavoratori che dal 1998 sono attori principali della garanzia di tutti i servizi del nostro paese, nonostante, per quindici anni sono stati lavoratori dello Stato in nero e negli ultimi 5 anni contrattualizzati di anno in anno.