Come riferito qualche giorno fa in un post su questo blog all'indomani dell'inaugurazione in pompa magna della ricostruzione - si proprio ricostruzione è il termine esatto e non restauro - del castello dei Carafa, pare che i lavori effettuati non siano conformi a quelli a cui il Dipartimento delle Belle Arti abbia dato indirizzo: in particolar modo gli intonaci, soprattutto esterni, sono in assoluto stile moderno e nessuno degli Organi Preposti del Comune ha mai monitorato questa disdicevole situazione (di certo l'intonaco moderno ha dei costi inferiori rispetto ai materiali antichi con il conseguente intervento di esperti architetti!!!), fatto sta che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di Reggio Calabria ha, in diverse riprese, fatto delle precise prescrizioni al Comune di Roccella Jonica, prima invitandolo ad esibire le campionature degli intonaci e, successivamente, considerato che le campionature non sono pervenute, l'ordine (ai sensi dell'art.160 c.1 del D.Lgs.22.01.2004 n.42) della rimessa in pristino dei luoghi con la rimozione dell'intonaco non autorizzato.
Davanti ad una presa d'atto cosi grave, "Roccella Bene Comune" ha denunciato questa situazione all'opinione pubblica attraverso un manifesto informativo alla cittadinanza dal seguente contenuto:
CASTELLO: LA BELLEZZA DETURPATA
Nei giorni scorsi, con il consueto squillar di trombe e rullar di tamburi
che accompagna ogni pittoresca inaugurazione di “opera pubblica”,
l’amministrazione comunale di Roccella Ionica ha mandato in scena l’ennesima
passerella mediatica.
Ma questa volta il risultato è veramente indecente. Sono giunti perfino a
deturpare il Castello Medioevale dei Principi Carafa che rappresenta la storia,
la cultura e l’immagine della città.
Ci aspettavamo di vedere restituito agli antichi splendori nelle sue
originali fattezze le mura del vecchio maniero, riportato con fedeltà alle sue
origini costruttive ed artistiche.
Con sconcerto siamo stati costretti ad assistere, invece, all’esibizione
di un rifacimento con un’acconciatura da modernariato degna dei mercatini
domenicali.
Gli intonaci, tutto sono meno che rispondenti alle tecniche del corretto
recupero e restauro e ci conforta che sul punto sia intervenuta con forza la Soprintendenza
alle Belle Arti di Reggio Calabria.
Gli organi preposti dovranno svolgere gli opportuni accertamenti e
verificare le responsabilità delle scelte dei materiali e della realizzazione
dei lavori non rispondenti al corretto recupero.
Resta l’amarezza di vedere che ancora una volta, dopo che sono stati
spesi fiumi di denaro pubblico, i risultati non corrispondono alle attese.
Questo riporta alla memoria quanto a suo tempo accaduto nell’ambito dei
lavori di riqualificazione del centro storico, quando per il selciato al posto
della prevista “pietra dello stilaro”, in dispregio al progetto, furono
utilizzati materiali diversi e meno pregiati
L’unica cosa di medievale, anzi di feudale rimasta alle pendici delle
mura del Castello, è la concezione del rapporto tra amministratori ed
amministrati propria dei nostri amministratori, i quali ritengono di avere a
che fare con dei sudditi e non con dei cittadini.
Prova ulteriore ne sono gli ultimi atti di gestione relativi al Porto che
si sono tradotti nelle recenti ennesime attribuzioni di sub concessioni ed
assunzioni di personale su base classicamente clientelare.
Noi siamo e restiamo convinti che i tempi sono ormai cambiati, che non ci
sia più spazio per le manie di grandezza di un ceto politico autoreferenziale
ed arrogante e sia venuto il momento che i CITTADINI riprendano in mano il
destino della città ripristinando democrazia, trasparenza e partecipazione.
Coordinamento “Roccella Bene Comune”