La dott.ssa Simona Ansani per la testata Lente Locale ha raccolto l'appello deciso e fermo del giovane sacerdote Don Antonio Magnoli, intervenuto in quello che è diventato un caso mondiale ossia la decisione della Corte di Strasburgo di "staccare la spina" a Charlie, un bambino nato con una malattia ritenuta incurabile, e questo contro la volontà dei genitori che stanno continuando una battaglia contro la decisione delle autorità del Regno Unito.
Riportiamo di seguito il grido forte di Don Antonio Magnoli, che meriterebbe di fare il giro del mondo a livello mediatico affinché possa essere accolto da qualcuno onde poter fermare quella mano pronta da un momento all'altro a far morire il piccolo di soli 10 mesi.
"Ma si può essere cosi crudeli da negare il diritto alla vita? Ma quale corte o non Corte...Ma perchè non intervengono le grandi istituzioni e pongano fine a questa crudeltà di "quattro" giudici che vogliono anche decidere se uno deve vivere o meno".
Sono le parole del sacerdote Don Antonio Magnoli che, sulla vicenda del piccolo Charlie, rivolge un appello a tutte le istituzioni affinchè possano sensibilizzarsi e aiutare i genitori a non vedere staccare la spina al piccolo bambino.
"Ma chi ha preso questa decisione ha figli? - aggiunge Don Antonio Magnoli - Hanno tolto anche la potestà genitoriale in nome di chi e di che cosa, VERGOGNA. Il mio è un appello a tutti i governati di questi stati, intervenite sul caso e ponete la parola fine. E' inammissibile e inaccettabile questa sentenza non ha nessun fondamento.
Sono le parole del sacerdote Don Antonio Magnoli che, sulla vicenda del piccolo Charlie, rivolge un appello a tutte le istituzioni affinchè possano sensibilizzarsi e aiutare i genitori a non vedere staccare la spina al piccolo bambino.
"Ma chi ha preso questa decisione ha figli? - aggiunge Don Antonio Magnoli - Hanno tolto anche la potestà genitoriale in nome di chi e di che cosa, VERGOGNA. Il mio è un appello a tutti i governati di questi stati, intervenite sul caso e ponete la parola fine. E' inammissibile e inaccettabile questa sentenza non ha nessun fondamento.
Se L'Italia gli Stati Uniti hanno dato la loro
disponibilità, basta il caso è chiuso. Portate questo bambino qui o altrove. Mi
rivolgo ancha al Santo Padre - conclude - che possa intervenire Lui come Capo
della Chiesa ma anche di Stato, dia la cittadinanza a questo bambino.
A Sua Maestà la Regina intervenga anche Lei su tale
questione. Come Sacerdote della Chiesa Cattolica nel nome dell'unico Dio e
Signore CHIEDO CHE INTERVENGANO AL PIU' PRESTO LE MASSIME AUTORITA' USANDO
ANCHE LA FORZA SE E' NECESSARIO, PERCHE' LA VITA E' AL DI SOPRA DI OGNI LEGGE
UMANA.
E' una vicenda drammatica quella del piccolo Charlie Gard, il bimbo di 10 mesi nato con una malattia ritenuta incurabile, la sindrome da deplezione mitocondriale, e ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra, i cui medici vogliono staccare i macchinari che lo tengono in vita per non farlo soffrire troppo, andando contro però la volontà dei suoi genitori. Chris Gard e Connie Yates, padre e madre, hanno condotto senza successo una lunga e snervante battaglia legale internazionale contro la decisione delle autorità del Regno. Eccone le tappe principali: * 11 aprile - Un giudice dell'Alta corte di Londra dà ragione ai medici dell'ospedale e stabilisce che devono essere staccati i macchinari che tengono in vita il piccolo. * 2 maggio - I genitori si oppongono alla decisione del tribunale britannico e lanciano il primo appello insieme ad una campagna internazionale che raccoglie il sostegno di decine di migliaia di persone. Inizia anche la raccolta di fondi per trasferire Charlie in un ospedale negli Usa e sottoporlo ad una terapia sperimentale nel tentativo di allungargli la vita. * 25 maggio - La Corte d'appello conferma la sentenza dell'Alta corte. I Gard non demordono e si rivolgono alla Corte suprema britannica. Nel frattempo l'ospedale londinese continua a garantire le cure al piccolo Charlie. * 8 giugno - Anche la massima corte del Regno Unito conferma la decisione di staccare la spina. Ai genitori di Charlie non resta che l'ultimo tentativo: rivolgersi alla Corte per i diritti umani di Strasburgo e lo fanno. * 27 giugno - La Corte di Strasburgo respinge il ricorso presentato dai genitori perché i giudici ritengono che non spetti a loro, almeno in questo caso, sostituirsi alle autorità nazionali. * 30 giugno - E' il giorno in cui dovevano essere staccati i macchinari che tengono in vita il piccolo ma l'ospedale di Londra ha concesso una proroga di fronte agli appelli dei familiari. Intanto è iniziata una corsa internazionale di solidarietà con offerte di accogliere il piccolo da parte di ospedali negli Usa e in Italia
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