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domenica 14 gennaio 2024

LA BRÀTTEA D’ORO DI SIDERNO: UN UNICUM IL PRESEPE RAPPRESENTATO 500 ANNI PRIMA DI QUELLO FRANCESCANO

 di Vito Pirruccio 



L’anno da poco iniziato ci ha visti, come Calabria, protagonisti su RAIUNO nella trasmissione “L’anno che verrà” di Amadeus. L’obiettivo della trasmissione, ad ascoltare i politici nostrani, è quello di proiettare la nostra regione sui circuiti turistici nazionali e internazionali. 

Il Governatore Occhiuto, rispondendo alle critiche provenienti, pure, dal “cittadino comune”, ha rassicurato in questi termini: “Investiamo risorse che l’Europa e il Governo nazionale danno a tutte le Regioni per promuovere l’immagine dei territori. Sono risorse che si possono spendere solo per questo obiettivo, perché altrimenti vanno perdute e restituite. 

Questi fondi non possiamo spenderli, ad esempio, per gli ospedali o per le strade: per queste cose, molto più importanti, ci sono altre risorse. Queste sono destinate alla promozione turistica e ho voluto fare in modo che la nostra immagine, quella della Calabria, si potesse promuovere nel resto d’Italia con eventi fruibili dai calabresi”. 

Convinti della buona riuscita dell’iniziativa crotonese, la prossima tappa “L’anno che verrà 2024-2025” sarà sul Lungomare di Reggio Calabria. 

Seguendo il ragionamento del Presidente Occhiuto dobbiamo, però, dedurre che mentre siamo bravi, super efficienti e tempestivi nell’utilizzare “risorse che l’Europa e il Governo nazionale danno a tutte le Regioni per promuovere l’immagine dei territori”, non siamo altrettanto bravi, super efficienti e tempestivi nell’utilizzare i fondi europei per ospedali, strade, depurazione delle acque e reti idriche, edifici scolastici, ed emergenze varie con le quali il “cittadino comune” si misura quotidianamente e certo non elevano l’immagine e la promozione della Calabria in Italia e in Europa. 

Forse il “cittadino comune” ha un metro di riferimento e di competenza diverso dalla classe dirigente che lo governa? 

Non deve cambiare metro il cittadino, deve misurarsi con la nuda realtà la politica e non immaginarsi di vivere buttando fumo negli occhi con spot milionari (Nel recente passato lo spot di Gabriele Muccino “Terra Mia”, costato 1.700.000,00 euro per promuovere l’immagine della Calabria e a beneficio di un turismo azzoppato dal Covid, non mi pare abbia penetrato il mercato turistico come auspicato!). Milioni di euro i cui benefici noi “cittadini comuni”, per lo meno, o non vediamo o siamo incapaci di percepirne la portata di medio-lungo termine. 

Nel mentre si spegnevano le luci de “L’anno che verrà”, mi sono preso la briga da “cittadino comune” di riflettere su questioni “terra, terra” che lacerano quotidianamente la nostra regione e ho cercato, altrettanto “terra, terra”, di capire se non fosse più sensato percorrere altre strade per vivere noi meglio in Calabria e attrarre, partendo dall’avere più cura del nostro territorio, quel famoso turista salvatore dell’economia calabrese periodicamente lanciato sull’immaginario collettivo con la solita speranzosa massima dell’ Araba Fenice: “Post fata resurgo!” - “Dopo la morte torno ad alzarmi! “- Ma, così come vanno le cose, a rialzarsi probabilmente sarà solo il prezzo, economico e sociale, dei nostri guai. 

Nel mentre si alzano i diapason della musica con concerti tipo quello crotonese o ci illuminiamo di immenso con scorci mozzafiato isolati abilmente dal contesto, le strade della Calabria sono gruviera, la nostra galleria della Limina sta per chiudere e per arrivare sull’altro versante ci dovremo arrampicare su una mulattiera di montagna, i treni sono veloci sul versante tirrenico a scatolette su quello jonico, i voli aerei si riducono, le acque marine annualmente mostrano i segni degli inquinanti “umani” nonostante l’assenza di industrie, in alcune aree l’acqua potabile arriva col contagocce, i cumuli di spazzatura fanno bella mostra al potenziale turista nelle piazzuole, agli incroci e in ogni dove, ecc… Sulla sanità, poi, notizie non pervenute nonostante si segnalano come unici arrivi dall’estero i medici d’Oltreoceano. 

E con questo contesto di riferimento dovremmo confidare in “Terra mia” o ne “L’anno che verrà”? Campa cavallo …! 

Ma la malinconica rassegnazione che inevitabilmente mi prende misurando la distanza concettuale tra noi “cittadini comuni” e la politica dai voli mirabolanti, trova una svolta se mi soffermo su quel tanto di buono che il passato ci ha dato in consegna. 

Durante queste festività natalizie sono andato ad ammirare quello stupendo scrigno di cultura che è diventato il Parco Archeologico di Locri. E mi sono soffermato su un piccolo esemplare in oro che fa bella mostra di sé nel “Casino Macrì”, struttura restituita dopo i vari interventi alla collettività nella sua straordinaria bellezza: mi riferisco alla BRÀTTEA, la lamina d’oro, ritrovata a Siderno nel 1886 in un terreno agricolo di proprietà della famiglia De Mojà. 

Nell’area di ritrovamento in c.da Randazzo gli studiosi certificano l’esistenza di una chiesetta di Santa Maria di Schiriminghi e datano il famoso esemplare ritrovato tra il VI e il VII secolo dopo Cristo. La Bràttea di Siderno che si trova nel Museo di Locri, come hanno acutamente osservato vari studiosi, è la più antica raffigurazione dell’Adorazione dei Magi e i tre reali raffigurati sono sovrastati da una stella cometa e nella parte bassa della lamina d’oro (La Bràttea misura 5 cm di diametro) c’è il Bambino Gesù in grembo alla Madonna. Quindi, in basso alla Bràttea troviamo associato il Presepe. 

Non ci sono dubbi che questa raffigurazione del Presepe come descritta nel Vangelo di Matteo è presente dal VI-VII sec. d.C. nell’iconografia portata in Calabria dai monaci d’oriente giunti nel Sud della Penisola dopo l’invasione araba della Palestina e della Siria e da Costantinopoli a seguito della furia iconoclasta. 

Il ritrovamento della Bràttea è del 1886 e, nonostante sia stata studiata e ampiamente conosciuta tra gli studiosi, se ne parla poco sui circuiti comunicativi; si fa poco per valorizzarne la portata storica (La rappresentazione dei Magi e del Presepe della Bràttea anticipa di 5 secoli la raffigurazione, certamente diversa, che ne farà San Francesco a Greccio nel 1223 col famoso Presepe vivente) e passa inosservata tra il grande pubblico. 

Invece, sarebbe una delle tante occasioni per vantare “primati” che la nostra terra nasconde spesso per incapacità e pigrizia. Fatta salva naturalmente la professionalità di quanti si spendono quotidianamente nello studio e nella conservazione di questi scrigni di civiltà. 

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Tre straordinari video sono saliti sul podio in questa 2° edizione del Concorso curato da Mariagrazia Curciarello. Tre video, diversi fra loro, che li accomuna solo la volontà di valorizzare al massimo le risorse naturalistiche di Roccella Jonica, obiettivo riuscito appieno grazie alle idee che hanno sbizzarrito la fantasia degli autori, ma anche del montaggio del video, agli "attori" e agli ambienti.
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.

1° classificato Roccella on youtube "A SCIRUBETTA" di Francesco Cappelleri.

2° classificato Roccella on youtube "U TARANTOZZU" di Alessandro Neumann

3° classificato "FRA I RICORDI DI UN PASSATO" di Antonio Dimasi e felice Guarneri