RIMETTIAMO IL COMUNICATO STAMPA RELATIVO AI CONTENUTI DELL'ASSEMBLEA PUBBLICA PROPOSTA DA "ROCCELLA BENE COMUNE" IL 2 OTTOBRE SCORSO AL CONVENTO DEI MINIMI, CON UNA IMPORTANTE INTEGRAZIONE RELATIVA ALLE MOTIVAZIONI CHE SPIEGANO LE RAGIONI PER CUI SONO STATE CHIESTE LE DIMISSIONI DEL SINDACO CERTOMA'.
Il 2 Ottobre scorso
l’aggregazione civica “Roccella Bene Comune” ha tenuto al Convento dei Minimi
un’assemblea pubblica dal titolo: danni
sociali, danni economici, danni erariali: ecco
cosa hanno prodotto e producono le amministrazioni comunali degli ultimi
anni di Roccella Jonica.
Ha introdotto Nicola Iervasi,
hanno relazionato le consigliere Vanessa Riitano e Chiara Melcore, è
intervenuta Rosamaria Bonaventura prima della chiusura dei lavori del
coordinatore Domenico Circosta.
Gli interventi hanno
ripercorso i due anni di lavoro del gruppo, sia in Consiglio Comunale che
attraverso la partecipazione attiva fra i cittadini che ha consentito di raccogliere
istanze, segnalazioni e, purtroppo, anche il disagio dei roccellesi.
Sono state quindi riferite
tutte le inefficienze dell’amministrazione comunale che rendono Roccella Jonica
fra i paesi con una pressione fiscale più alta della Regione Calabria, di
innanzi a una totale assenza di
programmazione in merito alle politiche sociali e di sviluppo del territorio.
Di assenza di politiche
sociali si è parlato considerata la totale mancanza di iniziative a favore
delle famiglie a basso reddito e del completo disinteresse da parte degli
amministratori di effettuare i bandi per gli assistenti scolastici degli
studenti diversamente abili, nonostante la Provincia di Reggio Calabria stanzi contributi ad
hoc ai Comuni per effettuare il servizio obbligatorio per legge (legge 104/92).
I danni economici
riguardano, come dicevamo, la fortissima
pressione fiscale: l’amministrazione da anni ha adottato le massime aliquote su
tutti i tributi comunali che gravano in maniera pesante sulle famiglie e sulle
attività commerciali che non riescono più a pagare.
Questa condizione ha causato, nel giro di pochi anni, un
capovolgimento nel comportamento dei cittadini verso il pagamento delle tasse:
dal modello di “civiltà” si è passati a una alta morosità, specie in merito alla
tassa rifiuti, che supera il 70%.
Ciò sta causando un buco
nelle casse comunali che può portare dritto verso la strada del dissesto
finanziario.
Nel dibattito sono emerse le
diverse condizioni in cui i nostri consiglieri sono intervenuti in maniera risoluta
a denunciare situazioni di una gravità inaudita, conseguenze di negligenze da parte di questa gestione
amministrativa:
-
l’odore
nauseabondo che ha reso invivibile la zona residenziale intorno all’isola
ecologica studiata e situata proprio a
ridosso di una zona che avrebbe dovuto essere di forte espansione;
-
L’incuria e
il completo abbandono di una zona di
forte impatto turistico qual è il parco collina al castello interessato da una
panoramica passeggiata, già distrutta da due incendi nel 2012 e nel 2013;
-
l’assenza dello
stato di adozione dei piani di Protezione Civile aggiornato;
-
La completa
indifferenza rispetto ad un problema serio qual è la contaminazione dell’acqua
della sorgente Finocchio ad alta percentuale di arsenico presente da oltre 4
anni (quando il nostro gruppo aveva proposto l’autonomia idrica attraverso una nuova sorgente di proprietà comunale.
-
L’ingessatura da
oltre un decennio del piano strutturale integrato in partenariato con il Comune
montano di Nardodipace; situazione che blocca
il lavoro nell’edilizia che rappresenta il settore dove maggiormente si
potrebbe creare occupazione ed economia oltre che espansione e crescita del
paese.
Sui danni erariali ci si è
intrattenuti in maniera molto
approfondita: questi riguardano da una parte una serie di sproporzionati
contributi elargiti nei confronti di associazioni molto vicine a membri
dell’amministrazione, dall’altra incarichi e consulenze esterne ingiustificate
e gravose per il bilancio comunale.
A tutta questa serie di comportamenti
che hanno portato a una grave sofferenza per la vivibilità dei cittadini, si
aggiungono una serie di illegittimità commesse per la detenzione ed
acquisizione delle quote relative alla società di gestione del Porto delle
Grazie.
Tutta la procedura dell’illegittimità
della detenzione del 20% delle quote e del bando di acquisizione del 51% detenuto da Invitalia (legge 244/2007 e
successive modifiche ed integrazioni), insieme ai conflitti di interesse
relative all’elargizioni di contributi e anticipazioni di cassa a favore
dell’associazione culturale jonica, è stata oggetto di colloquio con il vice
prefetto di Reggio Calabria nel marzo scorso a cui seguirà una relazione
dettagliata.
Come se ciò non bastasse a
conclamare l’inefficienza, l’inettitudine e i comportamenti illegittimi
perpetrati da questa gestione amministrativa, il coordinatore di “Roccella bene
Comune”, avv. Domenico Circosta, nelle sue conclusioni, si è soffermato sull’atto
di contestazione comunicato dalla Procura generale della Corte dei Conti che esaminando la pratica relativa al
conferimento con contratto a tempo determinato del responsabile dell’area di
controllo del territorio (comandante dei vigili per gli anni dal 2011 al 2014, ha rilevato la
sussistenza di illegittimità del procedimento e di concreti e plurimi elementi
di responsabilità a carico del Sindaco Certomà Giuseppe, oltre che della giunta
e del segretario comunale dell’epoca, nella causazione di un danno all’erario
comunale.
Secondo la Procura della Corte dei Conti:
“Il danno è quantificabile nell’importo di €. 43.423,98…” e “Di tale
danno devono essere chiamati a rispondere il sindaco, i componenti della giunta
e il segretario comunale, ciascuno dei quali nell’esercizio delle rispettive
funzioni ha dato in violazione dei rispettivi obblighi di servizio, un apporto
causale alla sua produzione. Non vi è dubbio
che il sindaco abbia svolto un ruolo determinante nell’intera vicenda
ponendo in essere una serie di comportamenti il cui comune denominatore, più
che dalla cura degli interessi istituzionali, è rappresentato da una tenace
volontà di affidare, a qualunque costo, l’incarico di responsabile dell’area di
controllo del territorio al “soggetto” che ha poi ricoperto il posto.
“Addirittura il sindaco si è
arrogato il potere di inserirsi nel procedimento con proprio decreto nel quale
si attesta il “possesso dei requisiti e delle capacità professionali per essere
individuato a ricoprire ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 100 del
decreto legislativo n.267/200, il posto di responsabile dell’area controllo del
territorio”, nonostante che a mente dell’art.75 del regolamento dovesse essere la Giunta a conferire
l’incarico. Sempre il Sindaco, con decreto
n.1/2012 ha confermato ed attribuito le funzioni per l’intero anno senza
una preventiva deliberazione della Giunta, limitandosi nelle premesse del
proprio atto a richiamare le delibere n.306 e n. 382/2011 che riguardavano
l’incarico per l’anno precedente.”
“Con attenzione all’elemento
psicologico, risulta evidente la volontaria inosservanza da parte del sindaco della normativa vigente e un uso
strumentale della funzione pubblica finalizzata al raggiungimento di uno scopo
preciso: il conferimento dell’incarico a persona di propria fiducia priva dei
requisiti necessari, oltretutto nella consapevolezza dell’impossibilità di
realizzare il paventato risparmio collegato alla posizione di ausiliaria….”
Pertanto in ragione delle
gravi inefficienze rilevate e delle contestazioni formulate dalla Procura
Regionale della Corte dei Conti si è fatta richiesta di dimissioni del sindaco
Certomà.