Nella chiesa strapiena del Borgo ieri si sono svolti i funerali di Francesco Coluccio, il nostro concittadino barbaramente ucciso il 20 febbraio scorso da mani assassine.
Francesco Coluccio non era uno stinco di santo, le vicissitudini della vita lo hanno portato più volte ad oltrepassare i limiti della legalità, ma qualsiasi cosa abbia fatto insieme al suo amico Maurizio Femia, una punizione cosi brutale non si può concepire nè accettare.
Padre Francesco nella sua omelia è stato chiaro: "Chi usa la pistola per farsi giustizia è un vile e un vigliacco; le persone vere, cristiane, usano la parola. Gli assassini potranno pure sfuggire alla giustizia terrena, ma non potranno mai sfuggire alla giustizia divina perchè chi compie un crimine cosi efferato avrà le mani sempre macchiate di sangue, e questo sangue non potrà essere mai lavato". E poi si rivolge ai familiari invocando il perdono: "la vendetta è per i deboli, Gesù sulla Croce, mentre lo stavano uccidendo, chiese a Dio di perdonare,
La nostra giustizia come le nostre carceri non sono certo attrezzate affinchè le persone che commettono dei reati possano iniziare dei percorsi di recupero. Francesco Coluccio per ciò che aveva fatto poteva assolutamente essere recuperato e reinserito nell'abbraccio della sua famiglia e nel giro onesto della nostra società; sapere che ci sono persone che hanno la brutalità di compiere dei crimini cosi efferati ci da la prova che gli orchi non esistono solo nelle fiabe ma sono in mezzo a noi, sono strumenti del male, capaci a tutto e molto più forti della nostra giustizia.