A distanza di una settimana dallo smarrimento e ritrovamento in montagna dei nostri due concittadini Walter Melcore e Vittorio Spirlì, vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso le loro famiglie e tutta la nostra cittadina per il pomeriggio e la notte di sabato 3 Dicembre, Vittorio Spirlì chiama la testata di questo blog perchè vuole ringraziare pubblicamente tutti coloro che sono intervenuti a salvargli la sua vita in quella terribile giornata.
Lo aveva fatto già questo blog attraverso un post pubblicato domenica scorsa (https://roccellasiamonoi.blogspot.com/2022/12/gli-angeli-di-walter-e-vittorio-storia.html) citando, ad uno ad uno, tutti i Corpi e le singole persone che sono intervenuti ed hanno contribuito al ritrovamento: dalla Polizia Metropolitana che ha coordinato le operazioni attraverso il vice comandante Agostino Monoriti, i Carabinieri di Locri e i Vigili del fuoco di Siderno, la Protezione Civile, il gruppo fuoristradisti di Mammola e i due volontari esperti di quel territorio, Antonio Condelli e Giuseppe Mediati.
"Ringrazio davvero tutti - ci dice Vittorio Spirlì un po' emozionato - perchè tutt'insieme hanno contribuito a tirarci fuori, sani e salvi, da una situazione davvero difficile dopo oltre 12 ore che per me sono apparsi come un'eternità visto che mi sono ritrovato bloccato fisicamente sotto la pioggia battente e un forte vento. Ma nonostante le tante ore di attesa, grazie al supporto telefonico sempre costante che le Forze dell'Ordine continuavano ad avere con il mio amico Walter, non abbiamo perso mai la fiducia, abbiamo sempre sperato e pensato che saremmo usciti da quella situazione al più presto".
Vittorio Spirlì, è lui l'esperto di quei luoghi perchè da anni li frequenta per la raccolta dei funghi, ci ha raccontato di essere giunti in località Corvo, che si trova qualche chilometro prima dello Zomaro, verso le dieci di mattina; di aver parcheggiato la macchina e di essersi diretti per la battuta di funghi. Dopo qualche ora sente dei dolori alla gamba e inizia ad avere difficoltà a camminare. Con l'intenzione di tornare indietro percorrono una strada nuova che li porta proprio sotto ad una montagna rocciosa. Il dolore aumenta e si rende conto di non essere più in condizioni di camminare. Si fermano e decidono cosi di chiamare i soccorsi.
"Avevamo percorso circa seicento metri di strada, - continua nel dire Spirlì - la montagna rocciosa che ci trovavamo davanti e l'improvviso dolore al piede che mi è sopraggiunto, mi hanno fatto perdere l'orientamento. Il mio telefono è andato pure il blocco e si è spento, Walter ha chiamato cosi i soccorsi e per tutto il tempo ha tenuto i contatti con le Forze dell'Ordine. Purtroppo questo è il periodo in cui fa buio presto, infatti già alle 16 non si vedeva più nulla complice anche la fitta nebbia. E continuava a piovere a dirotto. Io sono stato per tutto il tempo a tenermi a cavalcioni da una pianta di acacia. Momenti davvero difficili, interminabili, e fortuna ha voluto che non ci fossero cinghiali in giro perchè non avevano nessun attrezzo per poterci difendere. Non sapevo cosa pensare, se più a noi stessi o alle famiglie a casa che si preoccupavano per noi".
Esemplari anche sotto l'aspetto dell'informazione le Forze dell'Ordine che hanno sempre tenuto aperti i contatti con i familiari a casa, dando tutte le informazioni e cercando di trasmettere serenità e fiducia, perchè... tutto quello che c'era da fare si stava facendo...
"Non so che ore erano - continua Vittorio - certo la stanchezza era tanta, eravamo inzuppati fradici; ma tutto si è azzerato nel nostro animo quando abbiamo sentito le voci che si avvicinavano e poi le luci delle torce. Fino all'abbraccio con i nostri soccorritori. Cinque persone, bagnati fradici pure loro, insieme a tutti gli altri, sono stati i nostri salvatori. Che non finirò, non finiremo mai di ringraziare. Dal momento che ci hanno ritrovato fino a raggiungere la strada principale abbiamo camminato per circa mezz'ora. Considerate le mie difficoltà a camminare, per tutto il tragitto io sono stato sostenuto da tre persone, due mi tenevano dalle braccia e uno mi spingeva da dietro. Delle persone davvero straordinarie!"
L'arrivo quindi alle ambulanze, pronte sul posto, dove Vittorio e Walter sono stati visitati e trasportati poi all'Ospedale di Locri, dove già li aspettavano altri medici, e l'abbraccio dei loro familiari.
"Siamo rientrati a casa alle 4 del mattino e finalmente abbiamo potuto prendere un gran sospiro di sollievo - conclude Vittorio -, dopo 12 ore di freddo, acqua e paura. Non so proprio quale Dio ci ha potuto proteggere a non prenderci un grosso malanno. So solo che grazie alle tantissime persone che sono intervenute per salvarci da quella situazione davvero terribile, oggi sono potuto, all'età di 85 anni, partire per Torino per riabbracciare mio figlio e trascorrere le festività natalizie. Grazie di cuore ancora a tutti, non vi dimenticherò mai!!!"
un plauso alla tanto bistrattata tecnologia, bistrattata solo perché usata spesso in malo modo. Se i due malcapitati non avessero avuto con loro la tecnologia sottoforma di telefoni, oggi forse staremmo parlando di altri esiti. Per fortuna sono sani e salvi e questo è quello che conta.
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