Collaboratori scolastici ATA ex LSU, costretti a spostarci di regione per avere contratto full time.
Negli anni 90 gli Enti publici, Comune, Regione e province, con i progetti lsu, ci hanno utilizzato per coprire posti “vacanti” nelle scuole come bidelli in “nero” perché ci veniva erogato, da parte dell’istituto INPS, un’assegno mensile di 780 mila lire.
Nel 2001, con allora governo Prodi, decisero di esternalizzare il servizio (danneggiando migliaia di lavoratori per vent'anni ) divenendo dipendenti di Aziende private con la qualifica di “operaio pulitori” con contratto a tempo INDETERMINATO part-time: 30, 36, 40, ore settimanali con una retribuzione di 900/1000€ abbiamo mantenuto così nelle scuole l’igiene e dal 2014 il “decoro” e l’ausiliariato con l’inserimento del progetto “scuole belle”.
Dopo tutti questi anni di servizio abbiamo un'età che va dai 55/65 anni per cui non è facile trovare un altro lavoro, è impossibile lasciare la propria terra e la famiglia per andare a prendere il full-time in un’altra regione d’Italia. Questo comporterebbe un'enorme spesa che non è possibile affrontare con una retribuzione full-time di appena 1,100 euro con le difficoltà di inserimento in un mondo completamente dove non si conosce nessuno.
Non si può pretendere alle persone alla fine del percorso lavorativo di cambiare vita, cambiare regione lasciando gli affetti. Alla nostra età sarebbe ora di concederci un po’ di serenità!
Invece ci stanno chiedendo di ricominciare da capo.
L'alternativa è quella di diminuirci l’orario del 50% e, di conseguenza, la retribuzione. E questo è inaccettabile e scorretto.
Abbiamo acceso mutui, prestiti, ci siamo creati una famiglia con quel poco, facendo molta fatica ma con dignità. Ed oggi lo stato italiano ci ha tolto anche quel poco.
Le faccio presente, cara Ministra dell’istruzione, se ancora non le è chiaro, che questa drammatica storia, di gente onesta che ha sempre lavorato e pagato le tasse, che 5000 collaboratori scolastici degli 11.263, internalizzati il primo Marzo con contratto part-time, sono costretti a “vivere ” con 600 €, una somma che va al di sotto della soglia di povertà.
Siamo stati una categoria di lavoratori che abbiamo sempre lottato, e lotteremo perché il coraggio, la forza e la determinazione non ci abbandonerà finché non saremo riusciti al raggiungimento di essere collaboratrici scolastici Full-time
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