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lunedì 1 giugno 2015

PORTO DELLE GRAZIE: IL DISASTROSO FALLIMENTO DOPO UN MARE DI PROMESSE.



In questo post mi permetto di pubblicare il mio intervento effettuato ieri sera nel corso dell'iniziativa pubblica promossa dal gruppo "Roccella Bene Comune" presso Largo Colonne davanti ad un pubblico molto numeroso e, al termine, anche molto soddisfatto delle argomentazioni trattate con grande chiarezza ed obiettività.

Ringraziamo tutti i partecipanti e tutti gli addetti stampa. Di seguito ecco il link dell'esauriente articolo di Ilario Balì pubblicato qualche ora fa sul quotidiano online "Lente Locale" http://www.lentelocale.it/politica/11650-caso-porto-roccella-bene-comune-contro-l-amministrazione-e-un-fallimento-cittadini-presi-in-giro


Prima di iniziare permettetemi un saluto e un ringraziamento al gruppo di lavoro che ha preparato questa iniziativa, agli addetti stampa, ai tanti amici che si sono avvicinati in questo anno al  gruppo “Roccella bene comune”, e il che ci incoraggia e ci fa capire che, finalmente, è in atto una inversione di tendenza, e che ci sono tante persone che non vogliono essere più spettatori ma hanno  voglia di partecipare e conoscere la verità dei fatti. 

Le iniziative che “roccella bene comune” ha promosso in quest’anno vanno proprio in questa direzione, ossia dare le giuste informazioni ai cittadini, non le informazioni che agli altri  gli rende conto dare, che non corrispondono a realtà.

Nessuno, o pochi, sapevano fino al nostro convegno dell’anno scorso che l’associazione per la fondazione “Rumori mediterranei” che organizza il jazz è composta da sindaco, vicesindaco ed ex assessori e che fiumi di denaro vengono prelevate dalle casse comunali per essere dirottate nelle  casse di questa associazione e poi si viene a sapere che questi non pagano ne l’Erario, ne gli artisti ne tutte le maestranze che lavorano per il jazz.

Nessuno sapeva fino alla nostra iniziativa di fine marzo che le tasse che a Roccella i cittadini sono chiamati a pagare sono elevate alle massime aliquote come se vivessimo in un Comune dissestato o commissariato e che siamo entrati in un pericolosissimo circolo vizioso dove cittadini e attività commerciali non riescono più neanche a pagare la bolletta dell’acqua.

Faccio davvero appello ai cittadini di iniziare a diventare protagonisti del futuro del nostro paese  e  del proprio futuro, perchè non regge più la teoria che c'è qualcuno pensa per noi e  ci sistemerà i nostri figli; occorre prendere consapevolezza  che i politicanti di mestiere ci raggirano con lo scopo del voto, nascondendo le cose che veramente contano con qualche manifestazione di facciata e apparenza.

Con l’iniziativa pubblica di oggi la nostra attenzione è rivolta al “Porto delle Grazie”, ossia quella struttura che avrebbe dovuto rappresentare un volano di sviluppo per tutto il comprensorio ed invece, a 18 anni dalla consegna dei lavori, si sta manifestando come il più grande fallimento di tutti i tempi.

Abbiamo preparato questa iniziativa in maniera puntuale, concisa, con tutte le informazioni certe e veritiere di tutto il percorso delle vicissitudini del Porto, dal momento della sua realizzazione fino al prossimo colpo di scena che avverrà il 13 luglio.

Quindi vi prego di seguire attentamente tutti i passaggi documentati della vicenda e le nostre proposte e poi sarete voi cittadini  a giudicare se continuare ad essere illusi o iniziare a guardare in faccia la realtà. 

 Dopo questa doverosa premessa,  andiamo a noi e iniziamo con qualche accenno di carattere generale, per poi entrare nel vivo del nostro argomento.

Lo sviluppo delle coste italiane si aggira intorno ai 7.500 chilometri, e su questa ipotetica striscia di costa  si aprono più di 200 porti che consentono l’attracco, per la diportistica nautica, di  circa 150.000 posti barca.

 La nautica da diporto contribuisce in maniera positiva a sviluppare e comunicare valori sportivi, culturali, ambientali e sociali, ma la cosa più importante è rappresentata dalle ricadute economiche che produce.

In Europa, l’industria nautica, è costituita da 37.000 imprese che impiegano direttamente 234.000 persone, generando un fatturato di 20 miliardi di euro all’anno.

In Italia, dopo un periodo di crisi a causa di alcuni provvedimenti  del governo Monti abbattutosi sulla nautica, nel 2014 si sono visti i primi segnali di ripresa e il settore ha registrato un più 5,5%. Questo ha determinato il recupero di circa 11.000 imbarcazioni che negli anni precedenti si erano spostati in Francia e in Croazia, ed il gettito fiscale per l’erario  ha registrato un più 393 milioni di euro.

Questo trend positivo ha convinto i governanti ad investire nella diportistica nautica con la volontà di creare circa 40.000 nuovi posti barca. Un settore, quindi, che sta tornando a crescere con massicci investimenti e nell’ottica della competitività in relazione alla qualità dei servizi offerti e ai costi dei posti barca.

Tutto ciò avviene negli altri porti italiani…. A Roccella, invece, succede l’esatto opposto.

Da un anno a questa parte, da quando il compendio portuale è stato affidato alla società “Porto delle Grazie srl” , i diportisti fuggono abbandonando i posti barca. 

Delle 400  imbarcazioni presenti nel porto di Roccella fino a marzo del 2014, oggi ne sono rimaste circa 160.

Prima non si trovava un posto barca neanche a pagarlo a peso d’oro. Una lista di attesa lunga centinaia di richieste e un’economia legata al settore che stava decollando. Tutto ciò oggi è svanito nel nulla.

Una storia incredibile e un fallimento politico che adesso andiamo a conoscere.

Facciamo un passo indietro, un piccolo accenno  storico, dobbiamo dire come il porto nella zona di Roccella è stato, da sempre, un’aspirazione sin dal lontano 1907.Questo, in considerazione della configurazione del Mar Jonio, che come sappiamo tutti è profondo e pericoloso,  e non ha nessun approdo capace  di accogliere le imbarcazioni colpite dalla tempesta nel lungo tratto costiero, di ben 223 chilometri, tra Reggio Calabria e Crotone.

Il progetto per il Porto turistico peschereccio di Roccella Jonica, tanto desiderato, trovava i finanziamenti  nel 1985 e nel 1987 partirono i lavori.  Verranno spesi complessivamente 33 miliardi delle vecchie lire (intorno ai 17 milioni degli attuali euro) e, dopo 7 anni, il 24 marzo 1994 il Porto è ultimato e pronto per essere consegnato. Finalmente i pescatori possono avere un agevole approdo ed anche le imbarcazioni turistiche da diporto, di passaggio nel mediterraneo, potranno sostare ed avere come nuovo punto di riferimento, il Porto di Roccella Jonica, per complessivi 450 posti barca.       

Per onore di cronaca e per onestà intellettuale, dobbiamo dire come la prima idea del Porto ossia la scintilla che ha determinato l’avvio delle pratiche, la si deve ad un profondo conoscitore delle questioni legate alla diportistica nazionale e di gestione dei porti, ossia al compianto Franco Guglielmelli. E questo noi lo diciamo e lo sottolineiamo, e a tutto il lavoro professionale e passionale fatto da Franco Guglielmelli sul Porto di Roccella seppur pochi lo sanno noi invece ne diamo atto e merito.

Tornando ai giorni nostri, per prima cosa dobbiamo evidenziare l’incapacità dei nostri amministratori di immaginare un concreto percorso di sviluppo; Se oggi ci troviamo, dopo sedici anni, a parlare ancora dello sviluppo del porto di Roccella, lo dobbiamo ai sindaci che  hanno governato e governano il nostro paese.

A cominciare da Sisinio Zito che, eletto per la prima volta nel 1999, ha pensato bene di bloccare l’assegnazione del porto alla società  GePort di Vibo Valentia con la scusa, poi rivelatasi una bufala, che il nostro porto doveva essere gestito per detta sua: “ dagli Agnelli in su”.  Cominciava, nel 1999, il più grande raggiro che il nostro paese avesse mai subito.

Con la scusa di dare al porto una gestione qualificata e qualificante  si sono incrociati passaggi che sanno dell'incredibile.

A cominciare dalla costituzione della Società “Porto delle Grazie” il cui amministratore era quel Renato Marconi che è stato liquidato, nel 2013,  da Invitalia,  con una buona uscita da 16 milioni di euro.

Il Marconi lamentava la scarsa professionalità nella gestione dei porti da parte di Italia Navigando, società di scopo che fa capo ad Invitalia, che sappiamo tutti è l’Agenzia Italiana per l’attrazione degli Investimenti.

Tutta la vicenda del risarcimento milionario di Marconi girava intorno alle ben note difficoltà in cui, da tempo, si  trovava Italia Navigando, lambita dalla vicenda relativa all’arresto di Francesco Caltagirone nell’ambito dell’inchiesta relativa al Porto Turistico di Fiumicino che rientra, come il nostro porto,  nella galassia delle strutture portuali partecipate da Italia Navigando.

Ecco in virtù di questi ben noti problemi, compreso lo scetticismo di Renato Marconi sul futuro e sulle prospettive negative della sua stessa società, indovinate un po’ quale  socio di maggioranza e quale amministratore sono stati scelti per il nostro porto?

 Come ci aveva promesso , naturalmente “la famiglia Agnelli? la Fiat? Marchionne?

Nient'affatto... Sono stati scelti proprio Italia Navigando, come socio maggioritario e Renato Marconi come primo amministratore!!!

E andiamo avanti…

La società “Porto delle Grazie srl”,  inizialmente costituita da Italia Navigando e dal Comune di Roccella Jonica, nel 2006 si è arricchita di due nuovi soci: i Fratelli Circosta e Diano Viaggi.

Voi penserete che i nuovi soci siano entrati nella società attraverso un bando pubblico. Trattandosi di società pubblica, potreste immaginare che l’unico percorso corretto e trasparente  possa essere stato quello dell’evidenza pubblica.

Invece non è andata cosi.

I due nuovi soci, l Fratelli Circosta e Diano Viaggi, sono entrati nella società per chiamata diretta. Chissà perchè proprio loro e chissà da chi sono stati  scelti... e chissà per premiarli di  che  cosa....

Senza nessuna esperienza sulla gestione dei porti, senza nessun bando pubblico, senza nessuna trasparenza.

Il gustoso piatto relativo alla società di gestione del nostro porto è stato servito. Non gli Agnelli, non soci qualificati, nessuna prospettiva.

Ma Italia Navigando con il 51% e tutte le sue difficoltà, il Comune di Roccella Jonica con il 20%, i Fratelli Circosta con il 24% e Diano Viaggi, poverino, con solo il 5%.

Dal 2006 in poi comincia il secondo tempo di quella che, purtroppo, si rivelerà come una tragedia dai foschi ed inquietanti scenari.

Parte la gara per l’assegnazione del porto che, tra ricorsi, TAR. 1, Consiglio di Stato 1, TAR 2, Consiglio di Stato 2,  durerà ben 7 anni, fino all’aprile del 2012 allorquando il Consiglio di Stato sentenzia come il compendio portuale debba essere assegnato alla società “Porto delle Grazie srl”.

Come ben vedete  stiamo facendo, con linearità e chiarezza, la cronistoria delle vicende che si sono succedute negli anni. 

Quindi dicevamo nel 2012 il Porto viene assegnato alla  Porto delle Grazie… Le elezioni comunali sono ancora lontane. Invece di cominciare immediatamente le operazioni di gestione e recuperare tutto il tempo perduto, i nostri amministratori aspettano ancora due anni, durante i quali sul porto “cadranno” ben 5 milioni di Euro di nuovi lavori alcuni dei quali, come vedremo più avanti, li avrebbe dovuti effettuare la società di gestione e, quindi, la Porto delle Grazie srl.

Alcuni di quei lavori sono stati invece finanziati da soldi pubblici.

Bisogna ancora dire che, dal 1999 al 2014 il Comune di Roccella Jonica, per mantenere in piedi il percorso che si era preposto e cioè gestire il porto con i propri soci, tra cause, avvocati, perizie, luce, acqua, manutenzione e quanto altro, ha speso centinaia e centinaia di migliaia di euro.

Tutto passava dalle casse comunali. Tutto era pagato con il nostro bilancio. Tutto ricadeva sulle spalle dei cittadini.

Arriva il 2014. Le elezioni sono alle porte. Parte il terzo atto della tragedia. Tra feste pompose, discorsi di autorità e le solite promesse elettorali assistiamo alla farsa dell’assegnazione del compendio portuale alla società di gestione, Porto delle Grazie srl appunto, da parte del Comune di Roccella Jonica. Siamo a maggio del 2014, quindi un anno fa.

Adesso dovrebbe iniziare lo sviluppo per Roccella...

La società di gestione comincia il suo percorso imprenditoriale.

Ad Aprile del 2014, nel porto erano stabilmente presenti 400 imbarcazioni di diportisti locali, oltre a 50 posti per i diportisti di passaggio, sempre pieni e non si trovava un posto barca, come dicevamo e lo ripetiamo, neanche a pagarlo a peso d’oro.

Prima della gestione portuale si cominciava ad intravedere l’inizio di un percorso virtuoso, ed invece la prima cosa che ha fatto la società di gestione appena messo il piede nel porto è stata quella di quadruplicare le tariffe dei posti barca. Nonostante gli accesi incontri avuti con i diportisti e gli amministratori, nonostante le false promesse, la società non si è mai mossa di un passo dai propri propositi.

Chi voleva un posto barca lo doveva pagare caro ed amaro, tutto e subito.

L’attuale sindaco, Giuseppe Certomà, in una trasmissione televisiva, per giustificare le alte tariffe si è spinto ad affermare che il porto non è per i mendicanti.

Come se avere una piccola imbarcazione dovesse necessariamente presupporre un alto tenore di vita.

Chi non è riuscito a pagare milleeseicento euro, invece dei 400  dell’anno precedente, e si è portato via la barca, per il sindaco è un mendicante. Pensate un po' che bella reputazione ha il sindaco dei suoi cittadini. Si deve vergognare di tale affermazione!!!

La conseguenza di quella scelta scellerata, l’aver aumentato a dismisura le tariffe, ha prodotto il risultato di un progressivo svuotamento del porto.

La fuga dei diportisti è continua e costante. Non si intravede una inversione di tendenza. Il panorama del porto, oggi, appare quasi desolante, diciamo quasi desolante perché, oltre allo straordinario lavoro della Capitaneria di Porto, c'è il bar ristorante che con la sua eccelsa attività lo anima e attraverso una spiccata capacita imprenditoriale Mesiti ha fatto della pizza  al metro roccellese l'elemento più conosciuto per i diportisti di passaggio, superiore a tutti gli altri servizi messi insieme, ed elemento identificativo della  nostra cittadina più ancora del nome stesso porto. Ma, guardacaso, visto che la ristorazione è l’unica attività che al porto funziona, per qualcuno è allettante e vorrebbe accaparrarsela. Ciò a discapito di chi si è inventato dal  nulla una grande risorsa, sopperendo,  nei lunghi anni di mancata gestione, tutti i servizi del porto, ma proprio tutti, pensate che più volte, proprio assurdo ma vero, è stato il titolare del ristorante a sostituire le lampade sulle darsene e, addirittura, i fari rossi e verde all'imboccatura del porto, perchè il Comune non aveva i soldi per comprare le lampadine. Questa è la realtà, milioni di finanziamenti pubblici e poi neanche a sostituire le lampadine fulminate. Cose dell'altro mondo!!!

Che ci denuncino pure se diciamo solo una virgola di falso!!!

Ma torniamo all gestione: La società ha imposto, ai pochi diportisti rimasti, contratti capestro. Si promettevano servizi e privilegi. Si sono realizzati disservizi ed ostacoli. Non esiste la guardiania o la sorveglianza, con la conseguenza che i furti nelle imbarcazione e delle imbarcazioni sono aumentati. Doveva partire la distribuzione dei carburanti e del rimessaggio. Ad un anno è ancora tutto fermo. I possessori delle imbarcazioni avrebbero dovuto avere un badge per l’ingresso esclusivo. Oggi nel porto entra chiunque.

Il contratto di affidamento della gestione del porto imponeva alla società, entro 90 giorni, di redigere un piano degli investimenti, e la spesa di tre milioni di euro per migliorie entro i primi tre anni. Ad oggi, passato un anno non 3 mesi, nulla si sa del piano degli investimenti e dei tre milioni di euro non si è speso neanche un centesimo.

Ma al peggio non v’è mai fine.

Tutti sapevano delle enormi difficoltà in cui versava il socio di maggioranza, Italia Navigando. Tutti erano a conoscenza della precarietà della sua sopravvivenza.  Già da tempo si parlava della messa in liquidazione, da parte di Invitalia, della società Italia Navigando. Il grande progetto della creazione di una rete di 50 porti turistici in tutta Italia era ormai fallito. In una parola: tutti sapevano della fine di Italia Navigando.

Ma a Roccella, con le elezioni vicine, dopo tante e tante promesse non si poteva far vedere che tutto era perduto. Non si poteva riconoscere il fallimento di una idea. Bisognava continuare ad illudere i cittadini. Ed allora, con disprezzo e disinvoltura, a maggio del 2014 si è passati alla consegna del porto.

La conseguenza di ciò è sotto gli occhi di tutti.

A novembre del 2014, dopo poco più di sei mesi dalla consegna, Invitalia faceva conoscere le proprie intenzioni di vendere le quote di partecipazione delle società di gestione dei porti. Compreso il 51% della Porto delle Grazie.

 Italia Navigando abbandona il campo. Non un euro è stato speso dei tre milioni previsti. Ma la cosa più preoccupante è costituita dall’incertezza di chi acquisterà la quota del 51 %.

Il Comune, proseguendo nella sua ostinata lotta ai mulini a vento, ha più volte sventolato la propria soluzione del problema. Secondo l’attuale vice-sindaco il 51% di Italia Navigando dovrà andare al Comune.  Hanno sempre comunicato che esisterebbe una norma secondo la quale la maggioranza della società che gestisce il porto debba essere a carattere pubblico. Si sono perfino spinti a dichiarare che compreranno le quote del 51% al valore simbolico di 1 Euro.

La solita, ennesima bugia. Le cose non sono  cosi e, segnatevelo, le cose non andranno cosi!!! 

Per fortuna la verità viene sempre fuori e non è quella che hanno prospettato il nostro vice-sindaco e gli attuali amministratori.

Invitalia ha messo in rete la volontà di cedere il proprio 51% al maggior offerente, mediante una gara aperta ai partecipanti, senza alcuna limitazione. Senza preclusioni di tipo pubblico o privato. In una parola: chi offrirà di più si aggiudicherà il 51% della società. Giusto o sbagliato che sia, questa è la verità. 

Il nuovo proprietario del 51% della società e, quindi, il nome del socio di maggioranza, lo conosceremo dopo la presentazione delle offerte e, quindi, dopo il 13 luglio prossimo.

Siamo convinti che in una gara che presuppone una offerta significativa, il Comune non possa risultare vincente. Non abbiamo i soldi per comprare la quota di maggioranza. Ciò porrà definitivamente fine alla menzogna che ci hanno propinato da sedici anni a questa parte. Ma diciamo di più. Il Comune dovrà addirittura uscire dalla società e cedere le proprie quota con evidenza pubblica.

Ciò che loro sanno e che non dicono  è che la legge, comma 611 e 612 della Legge di stabilità 2015, impone ai comuni di uscire da siffatte società, prescrivendo, perentoriamente entro marzo, la redazione di un piano di dismissione delle quote.

Come al solito il nostro Comune è, per tal verso, inadempiente.

Non solo non vale la norma pubblicistica, ma addirittura il comune non può fare parte della società.

Cari concittadini, credo che abbiate ampiamente capito come siamo stati buggerati e come, tutte le promessa fatte, sono state solo fumo negli occhi.

"Roccella bene comune" vi ha voluto portare a conoscenza della verità dei fatti, delle fallimentari scelte politiche che, a distanza di 16 anni dalla consegna del Porto, non hanno consentito di farlo decollare; Chi ha la dote dell'obiettività credo che abbia la capacità di capire la differenza  che passa tra tutte queste informazioni che sono storia e, invece, quell'arrampicarsi sugli specchi e le becere offese lanciate qualche giorno fa in televisione da parte di chi da 16 anni promette posti di lavoro al Porto raggirando e ingannando padri di famiglia che si sono illusi per una chiamata che non arriverà mai.

Ma "Roccella bene comune", com'è nel suo stile, non si ferma qui; ha la capacità e le competenze di offrire le sue proposte indirizzate secondo la visione di uno sviluppo che passi per il bene dell'intera collettività e non solo per il tornaconto di una persona, di una famiglia e dei suoi amici e compari.

E saranno le nostre consigliere Chiara Melcore e Vanessa Riitano a focalizzare qui pubblicamente quelle  che,  secondo noi e con molta umiltà, dovrebbero essere le vere basi per lo sviluppo e il futuro del nostro Porto, e, se Dio vorrà, speriamo che a Roccella finalmente cominci a cambiare qualcosa e si possa iniziare a lavorare CONCRETAMENTE per lo sviluppo della comunità, non solo  ad annunciarlo e a prometterlo invano da vent’anni.

Grazie.

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Tre straordinari video sono saliti sul podio in questa 2° edizione del Concorso curato da Mariagrazia Curciarello. Tre video, diversi fra loro, che li accomuna solo la volontà di valorizzare al massimo le risorse naturalistiche di Roccella Jonica, obiettivo riuscito appieno grazie alle idee che hanno sbizzarrito la fantasia degli autori, ma anche del montaggio del video, agli "attori" e agli ambienti.
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.

1° classificato Roccella on youtube "A SCIRUBETTA" di Francesco Cappelleri.

2° classificato Roccella on youtube "U TARANTOZZU" di Alessandro Neumann

3° classificato "FRA I RICORDI DI UN PASSATO" di Antonio Dimasi e felice Guarneri