Mi hanno segnalato che sono state ritrovate le chiavi di una autovettura come da fotografia, in prossimità della Chiesa Matrice.
Sono state consegnate presso l'Ufficio della Polizia Municipale di Roccella Jonica sito in via XXV Aprile.
Mi hanno segnalato che sono state ritrovate le chiavi di una autovettura come da fotografia, in prossimità della Chiesa Matrice.
Sono state consegnate presso l'Ufficio della Polizia Municipale di Roccella Jonica sito in via XXV Aprile.
Ieri ci ha lasciati la cara Anzia Scali, persona conosciuta e stimata da tutta la nostra Comunità roccellese.
Una vita dedicata al lavoro come spirito di servizio. È stata infatti responsabile di area del Comune di Roccella Jonica, un punto di riferimento per i commercianti e tutte le attività produttive del nostro paese. Sempre disponibile e foriera di consigli, suggerimenti, informazioni utili per chi ha aperto negli anni un'attività a Roccella Jonica.
La sua professionalità e la sua esperienza sono stati una garanzia per il Comune e per i cittadini.
Arrivata alla pensione abbiamo continuato ad ammirare il suo sorriso, il suo affetto e la sua straordinaria generosità nel banco dell'edicola di famiglia, quel luogo che i suoi genitori hanno gestito con tanta dedizione e serietà fin dagli anni 60 e frequentato da tutti i roccellesi.
Ci stringiamo in un fraterno abbraccio al caro marito Giuseppe Manti, già vicesindaco e assessore ai lavori pubblici del Comune di Roccella, che si è speso amorevolmente con tutto se stesso per la sua cara Anzia specie in questi ultimi anni con l'aggravarsi della malattia.
Siamo vicini ai figli Fortunato e Vittorio, ai fratelli Giuseppe, Domenico e Francesco e a tutti i familiari.
I funerali si terranno oggi pomeriggio in Chiesa Matrice alle ore 16.00.
O Dio, vita di chi muore e beatitudine di chi crede in te, guarda con bontà alla nostra sorella Anzia che la morte ha strappato all'affetto dei suoi cari, e ricevila nella serena ospitalità della tua Casa. Per Cristo nostro Signore. Amen.
di Vito Pirruccio
I “professionisti dell’antifascismo”, parafrasando Sciascia, specie da quando è iniziata la vergognosa “svendita pacifista” del duo Tramp-Putin, si sono occultati: nessuna manifestazione pro-Ucraina, nessun sit-in a favore del popolo di Kiev, nessun flash mob, nessuna bandiera giallo-blu alle finestre. La Resistenza del popolo ucraino è figlia di un dio minore. La pace prima di tutto, chi se ne frega dell’occupazione dei territori dell’Ucraina da parte delle truppe russe; chi se ne frega dei tre anni di bombardamenti a suon di missili da parte di Putin; chi se ne frega del tentativo dell’armata russa, fortunatamente sventato con costi altissimi in termini di vite umane, di entrare a Kiev quel 24 febbraio del 2022; chi se ne frega dell’accusa falsa e calunniosa del Presidente col ciuffo che sono stati gli ucraini, con la guida del loro comico-dittatorello, ad iniziare la guerra facendo intendere che i carri armati con la “Z”, che sta per Za pobedu (“Per la vittoria”), penetrati sul 20% del territorio di una nazione indipendente, stavano soltanto allineati in viaggio di piacere mentre i cori intonavano non scariche di proiettili Tos-1, ma la mitica canzone anni ‘70 “mettete i fiori nei nostri cannoni”.
Chi se ne frega …
I “professionisti dell’antifascismo” guarda caso, fulminati sulla via di Riad, accordano senza fiatare al duo mercantilista la sospensione del giudizio con un esame di riparazione a un settembre democratico che dovrebbe arrivare, con uno scambio di favori tra le delegazioni trattanti, alle spalle del popolo ucraino al quale potrà essere chiesto tutto: prendere o lasciare, questi sono i nuovi verbi alternativi dell’era oligarchica mondiale. Magari un 20% di terre occupate all’orso russo e il diritto di sfruttamento delle “terre rare” alla truppa miliardaria del tycoon americano: minerali e infrastrutture energetiche per un valore di 500 miliardi di dollari, questa la modesta cifra messa sul banco di Kiev quale risarcimento per gli aiuti ottenuti da Washington nella guerra contro la Russia.
I nipotini dell’autore di “Odio gli indifferenti” si sono fatte pecorelle mansuete dinanzi a questo schiaffo della Storia. Chi lo avrebbe mai pensato che a sollevare il morale democratico e antifascista degli italiani avremmo dovuto aggrapparci all’ultimo dei democristiani! Meno male che a rappresentare il Paese c’è il Presidente Sergio Mattarella!
I “professionisti dell’antifascismo”, in attesa di riprendere memoria, facciano un ripasso della Storia. E se avranno la faccia tosta di tornare in cattedra, lo facciano almeno in silenzio. Senza bandiere, senza “Bella ciao”, senza fazzoletto al collo o nastrini rossi in petto. Questi simboli li hanno, ormai, sepolti nella Storia.
Il Distretto Rotary 2102, con la Governatrice Maria Pia Porcino, ha ospitato la seconda e significativa giornata di formazione del progetto "ROTARY A SCUOLA: lotta all'obesità infantile", dedicata a "Cottura e Conservazione dei Cibi".
L'iniziativa, ideata e organizzata da Vincenzo Ursino, Presidente della Commissione Distrettuale, si propone di fornire strumenti concreti per promuovere una corretta alimentazione e sensibilizzare sull'importanza di una cucina sana, con un focus particolare sulla prevenzione dell'obesità infantile.
"Siamo orgogliosi di portare nelle case un tema così importante come la sana alimentazione," dichiara Maria Pia Porcino, Governatrice del Distretto Rotary 2102. "Il progetto 'ROTARY A SCUOLA' è un impegno concreto per il futuro dei nostri bambini, e questa giornata di formazione è un passo fondamentale per fornire ai genitori e agli educatori gli strumenti necessari per combattere l'obesità infantile."
La giornata ha visto la partecipazione di relatori d'eccezione:
Riccardo Sculli, Chef stellato: ha condiviso consigli e ricette per una cucina gustosa e salutare, dimostrando come sia possibile mangiare bene senza rinunciare al sapore.
Hilary Di Sibio, Biologa Nutrizionista: ha approfondito gli aspetti scientifici della nutrizione, fornendo informazioni preziose su come scegliere gli alimenti giusti e bilanciare la dieta per una crescita sana.
"Questa iniziativa mostra come il Rotary può concretamente agire per il bene della comunità," spiega Vincenzo Ursino. "Investendo in formazione e sensibilizzazione, siamo sicuri di costruire un futuro più sano per i bambini, che saranno gli adulti di domani."
Alla presenza del presidente regionale Franco Rizzuti e del tesoriere Provinciale Nicola Ritorto, sono stati resi noti i lusinghieri risultati delle donazioni dell'associazione roccellese del 2024: 386 sacche di sangue al cospetto delle 337 del 2023 e 56 donazioni di plasma contro le 39 del 2023.
Ritornando all'assemblea di sabato, dopo gli interventi si è proceduto ad eleggere i consiglieri per il nuovo mandato 2025/2028.
I consiglieri eletti sono stati i seguenti: Raspa Mirella, Cirillo Maria, Cavallaro Santina, Villari Maurizio, Lombardo Felice, Iervasi Francesca, Ritorto Certo Salvatore.
I consiglieri nei prossimi giorni si incontreranno per eleggere le diverse cariche associative e, visti gli straordinari risultati raggiunti in questo ultimo triennio, si ipotizza la conferma del presidente uscente e delle altre cariche.
Presenti all'assemblea, oltre ai soci AVIS, anche i consiglieri comunali: Bova, Cartolano, Cianflone e Zajac.
Nell'occasione si presenteranno i progetti futuri e le attività svolte nell'anno appena trascorso.
Inoltre, durante l'assemblea, come previsto dallo Statuto, si terrà l'elezione delle cariche associative per il quadriennio 2025/2028.
L'asd dance studio diretto dalla maestra Katia Sotira in oltre dieci anni di attività è cresciuta e si è consolidata diventanto una straordinaria realta' che si fa onore in ogni competizione regionale e non solo a cui vi partecipa.
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WE DI FISICA
21-22-23 febbraio 2025
Cambiamento climatico nel Mediterraneo: comprendere, per agire
a cura di Davide Faranda (CNRS di Parigi)
Centro Studi “Elisa Scali” - Roccella Jonica
«Con un ordine esecutivo al suo primo giorno di insediamento, Donald Trump defila gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Non c’è nessuna sorpresa: era già successo nel 2017, ma questa notizia ci fa capire quanto siano precarie le decisioni prese dalle élite politiche, seppure di fronte al diritto internazionale, e rende ancora più urgente riflettere e agire dal basso sulla cura del pianeta, tutt’uno inscindibile con la cura di noi stessi». Così Federico Scali, del gruppo di Fisica dell’Associazione Scholé, presenta il primo weekend di studi a sfondo fisico dal titolo: Cambiamento climatico nel Mediterraneo: comprendere, per agire.
L’iniziativa vede l’intervento del fisico del clima Davide Faranda e di fatto segna l'inizio delle attività di Scholé nell’anno sociale dedicato alla Cura. Faranda è direttore di ricerca (CNRS) in fisica del clima presso il Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement (LSCE) dell’Università di Parigi-Saclay e l’Institut Pierre Simon Laplace. La sua ricerca si concentra soprattutto attorno alla relazione tra i cambiamenti climatici e gli eventi metereologici estremi, come le ondate di caldo o di freddo, le tempeste e gli uragani, la siccità.
Nel weekend del 21, 22 e 23 febbraio, con inizio venerdì 21 alle ore 17.00 nel Centro Studi “Elisa Scali” di via Umberto I, 106, a Roccella Jonica, Faranda affronterà la fisica del cambiamento climatico, con lo sguardo rivolto alle conseguenze sull’incidenza di eventi estremi ma anche in relazione alle pratiche che è possibile adottare come collettività per mitigarne gli effetti. In questo caso la zona rossa sul planisfero che è oggetto di riflessione ci tocca da vicino: è la fascia Mediterranea, una delle zone più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.
Come al solito, il weekend si svolge su tre giornate. Nella prima l’obiettivo è di capire cosa vuol dire elaborare un modello fisico del clima, di modo da riprodurre “sulla carta” gli effetti che osserviamo quando variano i parametri chiave (temperatura globale, concentrazione di CO2 etc.) e dunque fornire previsioni attendibili sugli scenari futuri. Nella seconda si mettono le mani in pasta con un laboratorio.
Utilizzando “Climarisq”, un’app ideata e sviluppata da Faranda in collaborazione con l’Università di Parigi-Saclay, vestiamo i panni della governance di un continente e siamo chiamati a fare scelte politiche, sociali ed economiche in chiave ecologica, prestando tuttavia attenzione alle capacità di spesa e alla base del consenso politico.
La giornata conclusiva è dedicata alla riflessione sulle pratiche concrete e collettive in contrasto al cambiamento climatico e sulle strategie di adattamento che le comunità dovranno adottare.
Un articolo di Franco Laratta pubblicato sul giornale online LaC News che esprime un quadro allarmante della nostra Regione con lo spreco dei fondi del PNRR in progetti improduttivi e il rischio isolamento dei paesi calabresi. Una triste situazione di cui stiamo assistendo, purtroppo, pure a Roccella Jonica.
La regione rischia di divenire ancora più piccola e fortemente isolata, più povera e abitata da anziani. Uno scenario terribile che sembra però non preoccupare nessuno. Senza un piano serio e importante sarà impossibile fermare la spirale negativa provocata dallo spopolamento
La svolta americana avrà conseguenze anche sulla Calabria, che non sta vivendo un momento felice. Qui stanno accadendo alcune cose che si tende a nascondere, a minimizzare, non sapendo come gestirle.
E questo è gravissimo. Perché le istituzioni, i governi a tutti i livelli, sono chiamati a gestire, non a fare proclami, non ad andare alla continua caccia di voti.
Perché governare è un’arte difficilissima, ma qualcuno lo deve pur fare. Ben sapendo che «un uomo politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione». In Calabria ci sarebbe molto da fare, ma ci sono alcuni temi che non possono essere più sottaciuti. Possiamo far finta di non vedere che la Calabria si sta paurosamente svuotando? Possiamo far finta di non conoscere la proiezione dello Svimez sul Mezzogiorno? Eccola: da qui al 2080 la popolazione a sud del Lazio scenderà di 8 milioni di residenti. La Calabria rischia pesantemente di divenire ancora più piccola e fortemente isolata, ancora più povera, e abitata da anziani.
Uno scenario terribile che sembra non preoccupare nessuno.
L'Europa aveva chiesto di fermare l’esodo dal Sud attraverso la più grande occasione d'investimenti pubblici dal Dopoguerra: il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con oltre 215 miliardi di euro destinati a cambiare il volto del Paese e a rilanciare l’economia del sud. Ma questa occasione già adesso si può dire che è stata sprecata. Molte risorse sono state utilizzate per progetti inutili e comunque non all’altezza della sfida. Serve davvero a poco riempire i paesi di asili nido nel momento in cui non nascono più bambini.
Il Sud si spopola, la Calabria si è già in buona parte spopolata, ma le annunciate politiche per la famiglia, di cui si parla da trent’anni, non hanno mai prodotto alcun beneficio. Per cui, per le nuove coppie già sposarsi è un problema, figurarsi avere più di un figlio.
Stiamo assistendo ad un momento storico molto preoccupante, grave.
Che fare? Appare sempre più urgente la riqualificazione delle aree interne, l’inserimento lavorativo dei giovani, una strategia per il lavoro delle donne, e abbiamo urgente bisogno dell’integrazione dei migranti che sono indispensabili alle nostre aziende. Occorre sostenere le imprese attive sul territorio, un piano per le infrastrutture che sono da terzo mondo, migliorarne i servizi. Senza un piano serio e importante sarà impossibile fermare la spirale negativa provocata dallo spopolamento. Possiamo anche passare anni a discutere del Ponte sullo Stretto, nel frattempo interi paesi, intere comunità della nostra regione sono destinati a sparire entro i prossimi 30 anni, cancellando così storie millenarie, e il futuro della nostra Calabria.
Il mio non vuole essere in alcun modo catastrofismo, io sto ragionando sui numeri e i numeri sono prodotti da istituti che studiano da decenni l’andamento demografico, lo sviluppo delle economie, i rapporti nei territori.
Sappiamo benissimo che sono tutte cose complicate e difficili. Ma lo ripeto ancora: l’unica cosa che non può fare una classe dirigente seria e preoccupata del futuro della propria terra è di stare fermi, di stare zitti, di far finta di non capire.