di Vito Pirruccio
I “professionisti dell’antifascismo”, parafrasando Sciascia, specie da quando è iniziata la vergognosa “svendita pacifista” del duo Tramp-Putin, si sono occultati: nessuna manifestazione pro-Ucraina, nessun sit-in a favore del popolo di Kiev, nessun flash mob, nessuna bandiera giallo-blu alle finestre. La Resistenza del popolo ucraino è figlia di un dio minore. La pace prima di tutto, chi se ne frega dell’occupazione dei territori dell’Ucraina da parte delle truppe russe; chi se ne frega dei tre anni di bombardamenti a suon di missili da parte di Putin; chi se ne frega del tentativo dell’armata russa, fortunatamente sventato con costi altissimi in termini di vite umane, di entrare a Kiev quel 24 febbraio del 2022; chi se ne frega dell’accusa falsa e calunniosa del Presidente col ciuffo che sono stati gli ucraini, con la guida del loro comico-dittatorello, ad iniziare la guerra facendo intendere che i carri armati con la “Z”, che sta per Za pobedu (“Per la vittoria”), penetrati sul 20% del territorio di una nazione indipendente, stavano soltanto allineati in viaggio di piacere mentre i cori intonavano non scariche di proiettili Tos-1, ma la mitica canzone anni ‘70 “mettete i fiori nei nostri cannoni”.
Chi se ne frega …
I “professionisti dell’antifascismo” guarda caso, fulminati sulla via di Riad, accordano senza fiatare al duo mercantilista la sospensione del giudizio con un esame di riparazione a un settembre democratico che dovrebbe arrivare, con uno scambio di favori tra le delegazioni trattanti, alle spalle del popolo ucraino al quale potrà essere chiesto tutto: prendere o lasciare, questi sono i nuovi verbi alternativi dell’era oligarchica mondiale. Magari un 20% di terre occupate all’orso russo e il diritto di sfruttamento delle “terre rare” alla truppa miliardaria del tycoon americano: minerali e infrastrutture energetiche per un valore di 500 miliardi di dollari, questa la modesta cifra messa sul banco di Kiev quale risarcimento per gli aiuti ottenuti da Washington nella guerra contro la Russia.
I nipotini dell’autore di “Odio gli indifferenti” si sono fatte pecorelle mansuete dinanzi a questo schiaffo della Storia. Chi lo avrebbe mai pensato che a sollevare il morale democratico e antifascista degli italiani avremmo dovuto aggrapparci all’ultimo dei democristiani! Meno male che a rappresentare il Paese c’è il Presidente Sergio Mattarella!
I “professionisti dell’antifascismo”, in attesa di riprendere memoria, facciano un ripasso della Storia. E se avranno la faccia tosta di tornare in cattedra, lo facciano almeno in silenzio. Senza bandiere, senza “Bella ciao”, senza fazzoletto al collo o nastrini rossi in petto. Questi simboli li hanno, ormai, sepolti nella Storia.
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