Alle prossime elezioni amministrative per l'elezione del sindaco e del nuovo Consiglio comunale, il gruppo politico "Roccella in comune - Prima le persone" è l'alternativa all'attuale gestione del nostro paese.
giovedì 11 aprile 2024
L'ALTERNATIVA... PER PASSARE DALLE APPARENZE AI FATTI CONCRETI
Alle prossime elezioni amministrative per l'elezione del sindaco e del nuovo Consiglio comunale, il gruppo politico "Roccella in comune - Prima le persone" è l'alternativa all'attuale gestione del nostro paese.
mercoledì 10 aprile 2024
domenica 7 aprile 2024
UN PORTO ALLO SFASCIO, SPECCHIO DELLA CITTA'
Ci siamo chiesti tutti perché i governanti comunali uscenti
(o meglio i due che da soli hanno fin qui amministrato la città) avessero
pescato in Sardegna una anonima figura, sconosciuto a tutti, per ricoprire il
ruolo di amministratore unico del porto. Oggi, dopo pochi mesi e i tanti danni
già fatti (compreso il ristorante chiuso per la prima volta nella storia per
poi fare un finto bando), tutto è più chiaro.
Per primi se ne sono accorti i tanti appassionati diportisti
che animano i pontili con le loro imbarcazioni. Con l’insediamento del signor
De Cet, hanno visto banchine inutilizzabili per mesi, nuovi divieti e contratti
a tariffe maggiorate (e di molto) con nuove condizioni capestro. Dei clienti
storici, che da anni finanziano le attività, sembra non importare nulla. Il
nuovo amministratore, dopo averli intrattenuti a lungo con una “presunta
lezione di diritto” su contratto e rapporto con il comune di Roccella
(“mancanza di controllo analogo e quant’altro”), glielo ha detto chiaro e
tondo: “potete tutti tranquillamente andarvene!”
Questo è il succo e la risposta che il signor De Cet ha dato
ai rappresentanti di un comitato spontaneo che si è formato in queste settimane,
composto di quasi duecento diportisti, cioè praticamente tutti i clienti
stanziali del porto. Altrove il cliente ha sempre ragione, qua invece l’attuale
sindaco e “l’amministratore” da lui nominato, le ragioni nemmeno le vogliono
ascoltare.
A metà marzo il sindaco ha ricevuto una lettera dai duecento
diportisti, tutti onesti pagatori con il porto nel cuore, che hanno riferito
dei problemi, chiesto di interessarsi e di avere urgente riscontro.
Ebbene, ad oggi nessuna risposta neanche tramite gli uffici
del porto.
Barca o no, questi signori sono sordi alle tante motivate
proteste dei cittadini. Al solito poi, il sindaco si è girato dall’altra parte
e ha messo la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi.
Andiamo nel dettaglio della lunga e indignata lettera dei
diportisti, indispettiti anche dal fatto che dal porto, con slogan alla Vanna
Marchi, comunicano nelle mail “…che i
diportisti possono rinnovare pagando entro trenta giorni (anche se il contratto
scadrà molto più tardi) lo stesso prezzo dell’anno scorso, dimenticando, forse
ma ne dubitiamo fortemente, che chi l’anno scorso ha pagato 1.900 euro ora
dovrà pagarne 2.100, chi ha pagato 1.370 pagherà 1.515 ecc.”
Per prenderli in giro gli hanno detto che era l’adeguamento
ISTAT ma è un aumento bello e buono del canone di oltre il 10% in media sulla
tariffa di prima a cui va aggiunto il fatto che il contratto di prima prevedeva
che i clienti avessero anche un buono omaggio per l’alaggio e varo della loro
imbarcazione che ora gli è stato levato.
Dicono ancora che, giusto in vista dei lavori e per i nuovi
contratti che vanno a sostituire quelli di prima, “l’amministratore” ha fissato
nuove condizioni di contratto in base alle quali chi soffre disagi per lavori o
per altro non può lamentarsi o chiedere rimborsi.
Con la ripavimentazione del porto infatti (ma davvero era
questa la necessità della struttura??), i diportisti non possono più accedere
ai moli con le auto, per portare in banchina soggetti fragili e pesanti
attrezzature e parcheggiare poi nel retro porto.
Gli è stato detto che il nuovo pavimento si sporca e che le
auto, anche solo di passaggio, sono antiestetiche (affermazione del De Cet).
Di cose antiestetiche al porto ce ne sono e alcune si sono
aggiunte col suo insediamento: crateri all’ingresso, rottami, sporcizia, barche
abbandonate che prendono fuoco mettendo a rischio le altre, altri moduli per i
migranti, e, fa un po’ ridere, anche il nuovo arredo del porto. Brutte panchine
e altri ingombri che certamente ostacolano il passaggio dei mezzi (anche quelli
di soccorso) e che forse non sono stati messi a caso.
Da quanto ci dicono i diportisti, infatti, la nuova
pavimentazione del porto non solo non è robusta come quella di prima, ma
apparirebbe malmessa e con strane pendenze, come si è visto nei giorni di
pioggia. Si fanno cose del tutto inutili, a spese dei cittadini e senza nessuna
funzionalità, anzi creando soltanto disagi.
Anche qui le giustificazioni del De Cet sono davvero “la
qualunque”. Ai diportisti dice che i disabili saranno accompagnati con una golf
car (agli anziani invece fa bene andare a passeggio). Ma davvero ce lo vedete
un autista del porto a disposizione tutti i giorni, a ogni ora, dall’alba al
tramonto? Ancor peggio per le attrezzature, dice il De Cet che saranno messi a
disposizione dei carrelli per il trasporto a piedi. Anche qui, a parte che il
carrello non risolve il disagio, ma se del disservizio lo sapevate da mesi,
cioè il periodo della durata dei lavori, perché non vi siete muniti per tempo?
Gli utenti del porto hanno ragione a dire che le risposte
date sono state “saccenti e provocatorie”. Giustamente reclamano di doversi
caricare anche il carburante. Al porto insomma sembra di rivivere a specchio
ciò che accade in città: sempre meno servizi e sempre tasse più alte. Il tutto
condito con lo stesso modo arrogante e prepotente di fare.
Ciò dimostra, per l’ennesima volta, che i “governanti” in
carica prediligono l’autoreferenzialità alla condivisione delle scelte con gli
utenti del settore e i cittadini.
Roccella ha bisogno di amministratori che operano scelte
nell’interesse della nostra comunità.
E’ necessario imprimere una svolta al paese verso un progetto
che metta al primo posto gli interessi delle persone.
Cari concittadini possiamo fare tanto per cambiare le cose. Basta poco per fare tanto, un voto.
Movimento politico
culturale
Roccella Bene Comune
venerdì 5 aprile 2024
SPOPOLA SU YOUTUBE IL VIDEO DEL MAC "NON PENSO PROPRIO"
Da qualche ora è stato pubblicato sulla piattaforma YouTube il video della canzone "Non penso Proprio" con protagonista il nostro Mac alias Franco Macrì.
Il sound è destinato a diventare un vero e proprio tormentone per le discoteche per la prossima estate.
In pochissime ore dalla sua pubblicazione sono già migliaia e migliaia le visualizzazioni.
Buon ascolto.
mercoledì 3 aprile 2024
UN ALTRO PILASTRO DI ROCCELLA CI LASCIA: FRANCO MACRI, IL FOTOGRAFO.
Un'altra meravigliosa persona che è stata un'istituzione per il nostro paese ci lascia. Franco Macrì è stato il fotografo di Roccella Jonica.
Con il suo negozio Italphoto, nel cuore della via Roma, è stato l'autore degli scatti fotografici più rappresentativi degli eventi del paese e dei giorni più importanti dei roccellesi dal 1950 in avanti. L'artefice delle immagini, dei ricordi e delle emozioni più belle vissute dalle nostre famiglie, che ognuno conserva gelosamente nei cassetti più intimi, rispolverandoli e riguardandoli ogni tanto con gioia e commozione.
Chi ha qualche anno in più non può non ricordare i rullini delle macchine fotografiche portati a sviluppare da Franco; e non si vedeva l'ora di andarle a ritirare a distanza di qualche giorno per godere di quei momenti familiari immortalati.
Una persona dall'animo dolce e gentile, socievole e stimato da tutti, regalava sempre un sorriso e un consiglio, sempre pronto a raccontare un aneddoto, un fatto accaduto, un pezzo di storia vissuto del nostro paese.
Ha insegnato l'arte della fotografia a molti giovani di Roccella e fra i suoi più bravi proseliti c'è Peppe Macrì, suo figlio, oggi un vero e proprio professionista della materia, che continua, con grande dignità, l'attività di suo padre.
Nonostante la sofferenza di questi ultimi anni, non ha mai smesso di essere da supporto alla famiglia e a manifestare il suo grande affetto ai suoi tanti amici.
I funerali si terranno in Chiesa Matrice Mercoledi 3 Aprile alle ore 16,00. Alla moglie Teresa, ai figli Giuseppe e Vincenzo, ai fratelli e a tutti i parenti vanno le nostre più sincere condoglianze.
Che la sua Anima Benedetta salga in Cielo e venga presa per mano dal suo angelo custode, per consegnarla all'abbraccio di Nostro Signore.
lunedì 1 aprile 2024
CIAO MAURIZIO, PERSONA DI UNA SEMPLICITA' E GENEROSITA' UNICA
Ciao Maurizio!
Descriverti in poche righe non è facile... Avevi un'anima d'artista e attraverso le tue poesie e fotografie dicevi molto di te.
Mi sembra ancora di vederti partire da casa diretto al lavoro con la tua divisa che portavi con eleganza e fierezza.
Ricordo quando hai scoperto della malattia e ci avevi detto che da lì a poco la tua vita sarebbe cambiata per sempre, ma non volevi mollare e hai lottato fino alla fine.
Penso all'ultima manifestazione della PoliArt al Convento dei Minimi, ti avevamo chiesto di portare le tue poesie e tu hai voluto le leggessimo noi perché sapevi che non ce l'avresti fatta... Ma, nonostante la malattia fosse già invalidante, eri seduto lì in prima fila commosso e grato.
Amavi l'arte in tutte le sue forme e amavi più di ogni cosa tua figlia, che era sempre nei tuoi discorsi.
Ti ricorderemo attraverso le tue poesie.
Sei andato via troppo presto! Avevi ancora molto da scrivere, da fotografare, da pedalare con la tua inseparabile bicicletta... e tanto amore da dare alla tua adorata Azzurra!
Noi non ti dimenticheremo e le tue emozioni resteranno racchiuse in quelle poesie per sempre.
Un abbraccio forte al tuo papà e alla tua compagna Laura che ti hanno amato e ti ameranno immensamente per sempre perchè la tua semplicità e generosità è scolpita nel loro cuore e rimarrà indelebile.
Anna Franco, tua amica che ti stima tanto.
I funerali del caro Maurizio si svolgeranno domani, martedì 2 Aprile 2024, nella Chiesa della Marina alle ore 15,30 partendo dalla sua casa sita in via Orlando 92.
Riportiamo di seguito alcune sue perle poetiche, a dimostrazione della sua straordinaria sensibilità e umanità.
Riposa in pace caro Maurizio.
domenica 31 marzo 2024
RITORNA LA CONFRONTATA ('NCRINATA) IN LARGO SAN GIUSEPPE
Dopo la parentesi dell'anno scorso in cui è stata realizzata nella via XXV Aprile a causa dei lavori in essere nel rione Croce, ritorna nella sua zona storica di svolgimento la tradizionale Confrontata di Pasqua.
A causa dei lavori non ancora conclusi della scalinata, il momento della svelata avverrà all'incrocio tra la via Vittorio Emanuele e via Campanella, in pratica 20 metri prima del solito posto.
La funzione, realizzata dall'Arciconfraternita di San Giuseppe, si svolgerà al termine della Santa Messa delle ore 10,00 della Chiesa Matrice, dalla quale partiranno le tre Effigi verso largo San Giuseppe.
Al termine della Confrontata si terrà la Processione (via Vittorio Emanuele, Garibaldi, Trastevere, via Roma, via XXV Aprile) con il rientro delle statue in Chiesa Matrice.
Tantissimi auguri di Buona e serena Pasqua a tutti.
lunedì 25 marzo 2024
USANO GESU' CRISTO PER FARE PASSERELLA ELETTORALE
Non si è mai vista in nessuna parte del mondo la "Via Crucis della riparazione". Se la sono inventata qui a Roccella Jonica questi amministratori per approfittare della settimana santa per fare passerella elettorale.
Non gli basta che stanno chiamando anche Gesù Cristo per chiedergli il voto, adesso a Gesù Cristo lo strumentalizzano pure!
Non esiste un comunicato stampa delle iniziative di Pasqua del nostro paese, ma le testate giornalistiche sono piene di questa fuffa Via Crucis!
Vedrete domani, martedì santo, come i candidati di quella lista saranno tutti lì, presenti, in parata!!!
È questo un modo becero e cinico di fare propaganda elettorale.
sabato 23 marzo 2024
Il progetto “Rotary a scuola: Lotta all’obesità infantile” sbarca in Lombardia.
È iniziato presso l‘Istituto Comprensivo “Erasmo da Rotterdam” di Cisliano la presentazione del progetto Rotary a scuola: lotta all’obesità infantile.
La presentazione dell’evento è stata curata e moderata da Tommaso Raschellà, responsabile del progetto per il Rotary club Milano Villoresi.
Il progetto promosso dal Rotary club Milano Villoresi in sinergia con il Rotary club di Locri ha visto la partecipazione e il patrocinio del Comune di Cisliano, con gli interventi del Sindaco Ilaria Mora e dell’Assessore alla pubblica istruzione Luca Durè. Entrambi hanno espresso il loro compiacimento per l’iniziativa che tocca un problema reale e attuale da affrontare con impegno in ogni sede.
L’evento di presentazione ha visto quale prima interlocutrice la dirigente scolastica Alessandra Bertolini dell’I.C. Erasmo da Rotterdam entusiasta di accogliere un progetto così prestigioso presso la propria scuola, ringraziando tutti i soggetti coinvolti nell’iniziativa.
Sono intervenuti, in rappresentanza del Rotary, l’assistente del Governatore del distretto 2041, Alessandra Caricato; quest’ultima ha rimarcato come l’iniziativa presti il fianco a diverse problematiche che si ricollegano al fenomeno in questione. In particolare ha posto l’accento sul disagio che dal fenomeno dibattuto derivino comportamenti di stigmatizzazione, bullismo e in alcuni casi stalking.
A seguire ha preso la parola il Presidente del club Milano Villoresi, Donatella Bonfatti. La stessa ha rimarcato l’importanza del progetto e come il medesimo sposi gli ideali di servizio rotariani, ricordando, a tal proposito, le parole del fondatore Paul Harris il quale affermava che “il Rotary non fa beneficenza ma cerca di rimuovere le cause che rendono necessaria la beneficenza”. Ha infine ringraziato il Rotary club di Locri per la collaborazione intrapresa con il Milano Villoresi sottolineando come le buone idee travalichino qualsiasi confine geografico.
Ha voluto portare i propri saluti e quelli del consiglio regionale della Lombardia, l’onorevole Silvia Scurato, Vice Presidente della IV commissione “attività produttive, istruzione, formazione e occupazione” che ha indicato come il progetto in questione sia innovativo perché affronta tematiche di salute pubblica, puntando sull’importanza della prevenzione attraverso un corretto stile di vita.
A relazionare sul progetto è intervenuto Vincenzo Ursino - ideatore e Project leader – che dopo aver brevemente illustrato le varie fasi del progetto, ne ha rimarcato la finalità “sensibilizzare e coinvolgere attivamente le comunità sulla questione dell’obesità infantile, attraverso campagne di sensibilizzazione, eventi e attività educative”.
Ha chiuso i lavori il video messaggio di saluti del Presidente del Coni Lombardia Marco Riva che nel patrocinare il progetto in questione ha sottolineato la comune visione dei valori posti alla base delle rispettive associazioni garantendo per il futuro la presenza di esperti e docenti Coni utili per l’attività formativa.
Nella foto da sn.: Alessandra Bertolini, Donatella Bonfatti, Ilaria Mora, Silvia Scurato, Vincenzo Ursino, Luca Durè, Alessandra Caricato e Tommaso Raschellà.
80° ANNIVERSARIO DELLE FOSSE ARDEATINE IL RUOLO DEI PARTIGIANI GERACESI
di Vito Pirruccio.
Il 24 marzo 1944 i tedeschi come rappresaglia per l’attentato dei GAP in Via Rasella a Roma, dove rimangono uccisi 33 soldati del reggimento “Bozen”, rastrellano 335 tra civili, militari, ebrei, prigionieri politici e detenuti comuni e li fucilano nelle cave di pozzolana delle Fosse Ardeatine.
Quest’anno ricorre l’80° anniversario dell’eccidio e in questo lasso di tempo molto si è scritto e accertato sull’atroce rappresaglia dei tedeschi invasori ordinata da Herbert Kappler, il comandante della Gestapo a Roma.
Il 27 gennaio 2020, in occasione della Giornata della Memoria, un mese prima dello scoppio della pandemia, come Istituto Comprensivo “M. Bello-G. Pedullà-Agnana” di Siderno abbiamo ricordato la figura di Paolo Frascà, geracese morto alle Fosse Ardeatine, con la collocazione delle “pietre d’inciampo” davanti alla Scuola M. Bello a Siderno e alla casa di Paolo Frascà a Gerace.
L’interessante lavoro didattico, coordinato dal prof. Giovanni Spanò, iniziato nell’entusiasmo generale degli alunni e delle famiglie, avrebbe dovuto proseguire, ma la pandemia ha rallentato tutto e fatto saltare tante idee che erano state messe in campo.
Con questo articolo intendo riprendere il discorso e sollecitare la ricerca storica a scuola sul tema della Resistenza e sul ruolo svolto dai calabresi nel processo di costruzione dello Stato democratico nato dalla lotta contro il nazifascismo.
Come Associazione “I Care!” ci facciamo promotori di iniziative culturali affinché, nel quadro del recupero della memoria, si consolidi il processo identitario delle giovani generazioni.
È per questo che stiamo conducendo una serrata iniziativa sui Cinque Martiri di Gerace e, sempre con Gerace protagonista, intendiamo in questa ricorrenza richiamare il ruolo svolto da Paolo Frascà, Franco Napoli (nome di battaglia “Felice”) e Giuseppe Albano.
Del ruolo di Paolo Frascà e del suo martirio alle Fosse Ardeatine ne abbiamo parlato più volte e due giorni fa è uscito, per Einaudi Editore, il libro di Mario Avigliano e Marco Palmieri, “Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine”, e la biografia del Nostro fa parte delle 335 ricostruzioni storiche dei caduti sotto il fuoco della barbarie nazista.
La storia del geracese “Felice” Franco Napoli (del ruolo avuto nell’attentato al Duce durante la visita in Calabria nel 1939 fino alle attività svolte nel corso della guerra di Liberazione) risulta di un certo interesse, anche se molto controversa, e cercherò brevemente di richiamare alcuni episodi significativi ricollegabili alle vicende dell’esponente socialista geracese.
Franco Napoli è attivo nelle formazioni partigiane socialiste e lo ritroviamo accanto a Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, nella preparazione dell’assalto alla prigione di Via Tasso previsto per il 24 marzo 1944 con l’obiettivo di liberare i prigionieri civili e militari ivi rinchiusi.
Ma il progetto naufraga in quanto i GAP comunisti anticipano l’azione predisposta dai partigiani socialisti con l’attentato di Via Rasella avvenuto il giorno prima di quello programmato.
Franco Napoli, però, fa il suo ingresso nella militanza rivoluzionaria molto tempo prima, nella Locride, quando organizza con altri cinque compagni socialisti l’attentato fallito al Duce in occasione della visita in Calabria del 1939.
La visita di Benito Mussolini nella nostra regione è un successo riportato nei notiziari del regime, come al solito, con grande enfasi. In effetti, la Calabria tutta si mobilita e al Duce vengono tributate festose e massicce accoglienze: a Belmonte Calabro, per rendere onore alla tomba del quadrunviro Michele Bianchi; nella Sibaritide per inaugurare le opere di bonifiche; a Crotone per la posa della prima pietra per la costruzione delle Case Popolari; a Catanzaro e, infine, a Reggio Calabria.
L’unico episodio di palese contestazione al Duce avviene durante la breve sosta a Locri: la moglie di Ilario Franco (l’esponente fascista cauloniese della prima ora, autore dell’apertura della prima sezione dei Fasci di Combattimento in Calabria) restituisce al capo del fascismo il gagliardetto ricevuto dal marito dalle donne di Fiume, in segno di protesta per aver tradito il giuramento di San Sepolcro nel dare spazio libero agli agrari.
Sulla tappa di avvicinamento al capoluogo reggino, nonostante le cronache ufficiali del tempo non riportano alcuna notizia, il geracese “Felice” Franco Napoli, insieme ad altri quattro antifascisti, cerca di portare a termine l’attentato al Duce, ma senza successo.
Per una serie di rocamboleschi episodi, che meriterebbero, però, adeguati riscontri documentali, il disegno di eliminare il Duce si rivela velleitario e da quel momento iniziano i guai giudiziari dell’esponente socialista geracese.
Il richiamo ad alcune vicende della guerra di Resistenza “Felice” Franco Napoli li riprende nel libro autobiografico autopubblicato nel 1996 dal titolo: “Villa Wolkonsky 1943-1944 – Il lager nazista di Roma.
Un capitolo di storia mai chiuso”, ma la critica storica solleva molte perplessità su alcuni passaggi narrati. In ogni modo Franco Napoli lo ritroveremo durante l’occupazione di Roma da parte delle truppe di Hitler con la sua “Banda Napoli” a fianco del gruppo trotzkista di Bandiera Rossa e degli esponenti socialisti della Resistenza Nenni e Pertini con i quali ha stabilito, da tempo, un certo rapporto politico-insurrezionale.
Alcune cronache storiche parlano, persino, di un’apparizione di Franco Napoli nei giorni di Dongo aggregato al CLN nel CIC (Counter Intelligence Corps), un’agenzia di spionaggio degli Alleati operante sul territorio italiano per supportare lo sbarco dell’esercito anglo-americano e la risalita delle armate alleate lungo lo Stivale.
Non ci avventuriamo, però, in questi misteri della Storia che periodicamente riaffiorano e che spetta alla ricerca farne possibilmente piena luce. L’altro interessante personaggio bifronte è Giuseppe Albano, soprannominato “Il Gobbo” per via di una malformazione causata da una caduta quand’era bambino.
Giuseppe Albano nasce a Gerace il 23 aprile 1926 e a soli dieci anni, a causa delle ristrettezze familiari, si trasferisce a Roma a coi genitori nel quartiere del Quarticciolo, l’ultima borgata romana costruita dal fascismo.
In questo sobborgo della Capitale, abitato da operai, disoccupati e dai mille volti del proletariato urbano, “Il Gobbo” si fa strada e a 16 anni diventa il capo riconosciuto dei giovani rivoltosi di Quarticciolo e Centocelle.
Più che da un ideale politico Giuseppe Albano viene spinto dalle condizioni socio-economiche in cui vive. Fa da traino al suo ingresso nella Resistenza il suo compaesano Franco Napoli, alias “Felice”, che instrada i giovani provenienti dal sottoproletariato di Quarticciolo nei gruppi di assalto alle truppe naziste che risalgono l’Italia in ritirata e occupano la Capitale.
In una di queste azioni la banda del “Gobbo” uccide una cinquantina di nazifascisti e per rappresaglia all’eccidio delle Fosse Ardeatine il 10 aprile del 1944 il gruppo di Giuseppe Albano giustizia tre militari tedeschi nel quartiere Quadraro.
La reazione tedesca non si fa attendere e, dopo poco tempo, vengono rastrellati 700 uomini e tra questi “Il Gobbo” il quale, portato in Via Tasso, subisce tremende torture.
La salvezza per i rinchiusi nella casa della tortura avviene grazie all’intervento delle truppe americane entrate a Roma il 4 giugno 1944 e, così, anche Giuseppe Albano torna in libertà. Da questo momento in poi, “Il Gobbo” assume i panni di Robin Hood e la caccia ai fascisti e a chi si era arricchito con la “borsa nera” dà presto i suoi frutti.
L’esproprio proletario è la sua nuova missione “politica” e lo ritroviamo tra i quartieri malfamati di Roma a distribuire generi di prima necessità alla popolazione.
Giuseppe Albano cerca di farsi una vita legale e, pare, venga infiltrato su consiglio di Nenni e Togliatti nei gruppi di “Unione Proletaria” che, a dispetto del nome, il movimento monarchico aveva creato per provocare le forze di sinistra e intorpidire, ancora di più, le acque agitate della politica post-fascista in vista del nuovo assetto istituzionale che si va delineando.
Sarà lo stesso Gobbo, infatti, a sventare nel novembre del ’44 un attentato alla manifestazione unitaria PCI-PSI. Però, l’azione preventiva portata avanti con successo da Giuseppe Albano o non passa inosservata e senza conseguenze: il 16 gennaio 1945 viene freddato con un colpo di pistola mentre esce dalla sede dell’Unione Proletaria del civico 12 di Via Fornovo.
Finisce, appena diciottenne, la vita “rivoluzionaria” di Giuseppe Albano che ispirerà Carlo Lizzani, nel film “Il gobbo” del 1960, con Anna Ferrero, Gérard Blain e l’esordio sul set di Pier Paolo Pasolini nel ruolo di Leandro er Monco.
Negli anni ’70 le gesta di Giuseppe Albano ritroveranno un nuovo interprete in Tomas Miliam, nelle pellicole poliziesche dirette da Umberto Lenzi.
L’Associazione Museo della Scuola “I Care”, nell’ambito della Festa del Libro che avrà luogo a Caulonia dal 23 al 25 aprile prossimi, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Caulonia, riporterà in piazza la storia di Giuseppe Albano con la presentazione del libro di Bruno Gemelli “Il Gobbo del Quarticciolo” – Vita e morte del calabrese Giuseppe Albano -, Edizioni Città del Sole.
Una storia nell’Italia della Resistenza di 80 anni fa e di uno di 16 anni proveniente dalla Locride e cresciuto nella miseria dei sobborghi romani in piena occupazione nazifascista.
Un ragazzo di Calabria entrato, forse a sua insaputa, nella storia dell’Italia liberata.
2 agosto 2020 - 2 agosto 2021: Un anno senza Ludovico
JEU SUGNU CALABRISI - Sigla ufficiale Musica Etnosong 2019 Premio Mia Martini
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ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE
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DUE STRAORDINARI SCATTI DI ANGELO LAGANA'
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VINCENZO MILANO CI REGALA L'ECLISSI SOLARE VISTA DAL CASTELLO
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Questo straordinario evento è stato filmato dal videomaker Vincenzo Milano del Laboratorio DreamLab Studio di Roccella Jonica dalla postazione della Torre di Pizzofalcone. Un video, montato e musicato con grande sapienza, capace di trasmettere un brivido di emozione.
FESTIVAL JAZZ: DALLA GRANDE ILLUSIONE ALL'IMPIETOSA REALTA'
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OLTRAGGIO ALLA CITTA'
ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI
I VINCITORI DI ROCCELLA ON YOUTUBE
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.