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COMANDANTE...
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Il Comandante dei Vigili Urbani di Roccella Jonica indossa una mascherina da lui fornita ad una signora all'entrata dell'ufficio Postale |
https://roccellasiamonoi.blogspot.com/2020/03/gli-angeli-custodi-di-roccella.html
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Il Comandante dei Vigili Urbani di Roccella Jonica indossa una mascherina da lui fornita ad una signora all'entrata dell'ufficio Postale |
Si è svolta presso l'aula magna dell'Istituto Comprensivo “Bello - Pedullà – Agnana” di Siderno la presentazione del Progetto ROTARY A SCUOLA: Lotta all’Obesità Infantile organizzato dal Rotary Club di Locri.
I lavori sono stati aperti dal Presidente Luigi Brugnano che ha spiegato come la volontà del club di Locri, di riproporre il percorso realizzato in collaborazione con famiglie e docenti, sia stato il positivo riscontro ed i buoni risultati conseguiti nelle passate edizioni.
Grazie al contributo del dott. Giuseppe Mirarchi che si occuperà del modulo “Alimentazione e Salute” e del Maestro di Arti Marziali Vincenzo Ursino, leader del Progetto ed anche responsabile del modulo “Attività Sportiva”, agli studenti ed alle loro famiglie saranno indicate le corrette abitudini alimentari, integrando un'equilibrata attività sportiva in modo da prevenire le decine di patologie che accompagnano l'obesità infantile.
I dati saranno successivamente caricati su una piattaforma on-line e ciò permetterà di aggiornare i dati relativi all'incidenza dell'obesità sul nostro territorio. Una bella novità che, correttamente affiancata ai dati nazionali, gli unici oggi in nostro possesso, ci permetterà di organizzare una corretta progettualità per migliorare la situazione.
Il progetto realizzato, grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Prof. Vito Pirruccio, vedrà negli insegnanti la parte diligente nell'applicazione delle indicazioni date dal Rotary come la raccolta di dati anonimi, che ci daranno poi la possibilità di misurare i ritorni e l'andamento del fenomeno della obesità infantile nel nostro territorio.
Il Rotary – conclude Brugnano - è impegnata in azioni positive che incidono direttamente nella vita di tutti i giorni, che ricercano proprio un concreto risultato rispetto alle esigenze che la comunità manifesta quindi non auto-gratificanti.
Questo progetto – afferma il M° Vincenzo Ursino, Ideatore dell’iniziativa - nasce da una indagine dell’Istituto Superiore di Sanità dove risulta che la Calabria è una delle prime regioni d'Italia in questa classifica negativa per il maggior numero di bambini e ragazzi in sovrappeso o obesi con circa il 42%.
Noi del Rotary Locri – prosegue Ursino - abbiamo iniziato questo progetto di sensibilizzazione contro l'obesità infantile 4 anni fa operando nel nostro territorio in tre Comuni diversi ed in quattro Istituti Scolatici; quest'anno è partito il progetto in questo Istituto Comprensivo nel quale sono coinvolti tre plessi scolastici con 584 bambini e ragazzi, 73 docenti ed oltre 1.100 genitori ai quali forniremo informazione e formazione. La novità di quest’anno sarà una piattaforma online dove saranno inseriti e resi pubblici le percentuali del fenomeno dell’obesità infantile nel territorio ove saremo presenti.
Il nostro obiettivo – conclude il dott. Giuseppe Mirarchi - è di poter incidere per quanto possibile sugli stili di vita dei nostri i nostri bambini e delle stesse famiglie; è un lavoro che porteremo avanti grazie alla collaborazione degli insegnanti e l'aiuto dei genitori.
Giovanna, è una ragazza di grandi speranze come tante, che in un giorno di Agosto del 2020 vede precipitare tutti i suoi sogni quando gli viene comunicato di avere la leucemia.
Affronta, sempre con fiducia, speranza e con grande fede, tutto quello che c'è da fare, mettendosi nelle mani dei medici, senza mai disperare, attorniata dall'affetto di una straordinaria famiglia unita, dalla quale però è dovuta staccarsi per il suo problema e quello più generale del Covid che le hanno impedito ogni forma di comunicazione diretta nei tantissimi giorni di degenza ospedaliera.
E la sua fiducia, la sua speranza, la sua Fede, la grande professionalità dei medici, la straordinaria umanità di tutti gli operatori sanitari, l'hanno premiata. Ma chi ha contribuito in maniera essenziale alla sua guarigione è stata una persona giunta dalla Germania, proprio perchè ritenuta compatibile con il suo midollo osseo, per offrire la sua donazione e sottoporsi al trapianto.
La legge, lo sappiamo, non consente che donatrice e donatore si abbiano a conoscere, e dai dati dell'Ospedale mai potranno uscire i nominativi di Giovanna e dell'angelo custode che l'ha salvata; ma la legge del cuore è molto più forte ed oggi Giovanna non ce l'ha fatta a resistere, ha sentito il bisogno di scrivere una lettera e lanciarla in rete, condivisa in questi giorni anche sulla "Gazzzetta del Sud", con la speranza di trovare la sua salvatrice e poterla un giorno abbracciare perchè per lei chi l'ha ridato la vita, oggi rappresenta "una sorella in più" nella sua famiglia.
Ed anche attraverso le pagine di questo blog vogliamo condividere questa bellissima storia a lieto fine, con la speranza che il sogno di Giovanna di abbracciare il suo angelo custode si possa presto avverare.
di Angelo Laganà
A volte nella vita capitano situazioni imprevedibili e incontri casuali quando meno te li aspetti, giusto come è successo a me….
Il 27 settembre 2021, Sebastiano Caffo, detto Nuccio, mi ha invitato al compleanno del suo secondo figlio Giuseppe Giovanni e ho accettato di buon grado l’invito.
Arrivato a Ricadi, presente tutta la grande famiglia Caffo, il commendatore Pippo, appena mi ha visto ha detto: vieni con me che ti presento un personaggio illustre.
Provate ad immaginare chi poteva essere quell’illustre personaggio?
Lido Vieri, famoso portiere di calcio che negli anni ‘60’ e ’70 ha disputato 357 gare tra Torino, Inter e Pistoiese.
Onestamente, mai avrei pensato di incontrare Lido che ho visto molte volte quando ero fotografo per i miei magazine e entravo nei rettangoli di gioco di tutti gli stadi di serie A.
Anche Lido, vedendomi, è come se mi avesse riconosciuto nonostante siano passati tantissimi anni.
Provo a sfogliare l’album dei ricordi. La carriera di Lido Vieri inizia tra le giovanili del Torino e poi, dopo la trafila, l’esordio in serie A nel 1958 in Torino-Alessandria (6-1) risultando, fino ad oggi, il quinto portiere assoluto nella storia del Torino, squadra con cui vince il famoso e prestigioso: “Premio Combi” quale miglior portiere della massima serie e la Coppa Italia nel 1968.
L’anno successivo passa all’Inter, squadra che vince lo scudetto nel campionato 1970-’71. Ultima squadra, nel ruolo di portiere è la Pistoiese in serie C che, con le sue prestigiose parate, contribuisce a portare nella categoria dei cadetti.
Nel campionato 1979-’80 appende le scarpe al chiodo all’età di 41 anni ma prosegue la carriera prima nelle vesti di allenatore e poi come preparatore dei portieri. Insomma che dire? Una carriera di tutto rispetto per un professionista serio ed umile come lo è tuttora.
Lido Vieri era dotato di grande personalità che ha manifestato in campo con le sue uscite acrobatiche nelle quali si spostava dai pali per bloccare il pallone oppure per respingerlo sempre lateralmente per evitare che gli avversari se ne impadronissero per mandarlo in fondo alla rete.
Ottenne l’oro nel Campionato europeo 1968, l’argento nei Mondiali di calcio del 1970
Dopo aver scattato foto assieme ad amici nella festa di compleanno in cui sono stato invitato, gli ho regalato due dei miei cd musicali perché ha detto che gli piace ascoltare il suono della fisarmonica.
Poi, a cena, essendo seduti vicino insieme con il commendatore Pippo Caffo, non potevo esimermi dal porgli due domande:
Anche se può sembrare banale, ma, in effetti a distanza di tantissimi anni, potrebbe “suonare” come mera curiosità, qual è stata la migliore parata della tua carriera che conservi nella memoria e che spesso ricordi?
- “In verità ce ne sono parecchie, ha risposto serenamente, ma quella che mi viene in mente con grande nostalgia è riferita ad un derby Inter-Milan in cui sono riuscito a deviare, con la punta delle dita fuori dalla specchio della porta, un pallonetto calciato da Gianni Rivera mentre dagli spalti tutti avevano gridato al gol”.
La seconda domanda è più attuale: che opinione ti sei fatta dei portieri di oggi?
- “Penso che ce ne siano di bravi, però, ai miei tempi io, come tutti i colleghi, uscivamo spesso in quel rettangolo che abbiamo davanti la porta. I portieri di oggi, non lo fanno. Credo sia una pecca perché se aspettano che arrivi l’avversario di turno andandogli incontro per evitare il peggio, spesso fanno falli e provocano i rigori permettendo alla squadra avversaria di andare in vantaggio”.
In effetti, è una verità della quale bisognerebbe tenere debito conto ma è come il cane che si morde la coda, nel senso che i tempi cambiano e i modi di fare pure.
Lunga vita a Lido Vieri che ha sposato una calabrese e che, insieme, abitano buona parte dell’anno nella nostra Regione.
Il 23 Settembre scorso si e' tenuta nell'area verde dell'Istituto penitenziario di Rebibbia a Roma l'evento "Made in Rebibbia ricuciamolo insieme", la sfilata di moda del corso di sartoria che da 4 anni si tiene all'interno del carcere romano, sotto la spinta del maestro sarto Ilario Piscioneri dell'atelier Ilario, deceduto nel 2018.
Sette studenti di sartoria hanno ideato e cucito i vestiti della sfilata e li hanno indossati nel defile' all'interno del carcere.Uno degli studenti Manuel Zumpano ha ricevuto il diploma finale del triennio dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, presente all'evento, e iniziera' a lavorare in esterno all'atelier della famiglia Piscioneri.
"Mio padre pensava che tutti avrebbero dovuto avere una seconda chance - dice ad ANSA Daniele Piscioneri figlio di Ilario e coordinatore del corso - questo progetto lo assorbiva tantissimo. Quando ho preso io le redini e sono entrato in carcere ho capito perche'. I ragazzi i detenuti ti danno tantissimo".![]() |
Lo stilista roccellese Ilario Piscioneri fondatore del marchio "Ilario Alta Moda sartoriale" e ideatore del corso "Made in Rebibbia - ricuciamolo insieme" |
Una settimana molto intensa quella vissuta dal prof. Fausto Certomà, tra Calabria, Puglia e Lazio, tra attività di fitwalking, convegni e iniziative solidali.
Sabato 18 Settembre, con l'associazione Calabria Fiwalking", ha promosso la prima edizione del "Roccella Fitwalking young" che ha scatenato grandissimo entusiasmo in tantissimi ragazzini che hanno attraversato, camminando e giocando, le viuzze del nostro paese.
Da Castellana Grotte a Roma il passo è breve!!! E domenica 26 Settembre, alle otto precise, Fausto insieme a Valeria, Novella e Nunzio sono a Villa Borghese per promuovere e coordinare la manifestazione solidale "Fitwalking for AIL", ossia la camminata a passo fitwalking con lo scopo di raccogliere fondi a favore dell'associazione Italiana contro le Leucemie, giunta quest'anno alla quinta edizione.
A Villa Borghese, davanti a oltre 2000 partecipanti i nostri prof . insegnano come prendersi cura di se stessi e del proprio benessere, divertendosi tutt'insieme e con allegria, prima di percorrere il tracciato disegnato all'interno dell'incantevole polmone verde della Capitale.
"Porterò nel cuore questa grande emozione - scriverà nel suo profilo facebook il prof. Certomà alla fine manifestazione di Roma - anche per la speranza che si accende quando si sostiene la ricerca. La riuscita della manifestazione di Villa Borghese è per me una grande soddisfazione dopo 10 anni di lungo lavoro e tanti sacrifici insieme al miei straordinari amici dello staff di Calabria Fitwalking che mi sono sempre vicini e mi hanno sempre supportato".
E visto che le idee e l'entusiasmo non mancano, siamo convinti... Che non finisce qui!!!
Giuseppe, attivista del M5S già da diversi anni, segue con molta attenzione le vicende nazionali e territoriali del Movimento pentastellato, ed ha già in cantiere la composizione di un gruppo di lavoro nel nostro paese per affrontare i problemi e mettere insieme idee, iniziative e progetti per dare slancio all'economia di Roccella Jonica.
Interpretando il nuovo statuto del Movimento 5 stelle, oggi c'è la possibilità che gli attivisti del Movimento si confrontino e dialoghino con altre liste civiche del paese, ed essere parte di una coalizione.
Alla luce di questo, il gruppo, che si è formato e sta crescendo in questi giorni nella nostra cittadina, si metterà subito al lavoro facendosi conoscere e coinvolgendo la società civile roccellese, cercando di individuare persone volenterose e capaci di creare una nuova gestione amministrativa di questo paese.
In bocca al lupo .
Negata sanità e Calabria
La sanità calabrese, in quest'ultimo decennio, è divenuta la sintesi drammatica dei mali e dei problemi della Regione, come e, forse, più della 'ndrangheta, a cui si connettono tutte le responsabilità delle classi politiche e dirigenti non solo regionali, ma anche, se non soprattutto, nazionali. Non esiste dubbio che la sanità calabrese, per i robusti ed estesi interessi che vi ruotano attorno, è stata sempre al centro di molteplici e spesso incredibili provvedimenti dei vari governi, di destra e di sinistra, che si sono succeduti in questi anni, ma che non sono mai stati decisivi nel risolvere l'annoso problema della sua inefficienza.
Partiamo dal titolo: negata sanità, perché non si può parlare di mala sanità, che contraddistingue un qualcosa che funziona sia pure male, in una Regione dove il diritto costituzionalmente garantito all’assistenza sanitaria è negato, prima che mal erogato.
Negato, perché ognuno ha il diritto a potersi curare a casa propria e non doversi affidare a viaggi della speranza.
In argomento si è scritto tutto ed il contrario di tutto, ma nulla è stato fatto perché si risolvesse il problema, anzi lo stesso si è progressivamente aggravato con il passare del tempo.
E se si è aggravato, forse, dipende anche dall’atteggiamento di sottomissione e rassegnazione dei cittadini, che non hanno reagito con la stessa forza e determinazione di chi da sempre ha voluto porli in situazione di inferiorità e negata sanità.
La crisi del sistema sanitario calabrese ha molti risvolti e molteplici cause.
E tutti inquietanti, la sanità, in quest’ultimo decennio, è divenuta la sintesi drammatica dei mali e dei problemi della regione, come e, forse, più della ‘ndrangheta, a cui si connettono tutte le responsabilità delle classi politiche e dirigenti non solo regionali, ma anche, se non soprattutto, nazionali.
Non esiste dubbio che la sanità calabrese, per i robusti ed estesi interessi che vi ruotano attorno, è stata sempre al centro di molteplici e spesso incredibili provvedimenti dei vari governi, di destra e di sinistra, che si sono succeduti in questi anni.
Nell’ultimo periodo, la sanità calabrese è stata attenzionata, in modo quasi morboso, anche dai media nazionali, che ne hanno tratto spunti per servizi giornalistici a contenuto sensazionale e scandalistico, a volte macchiettistico e spesso ai confini della realtà. Il che ha creato solo confusione e ulteriore discredito su una regione, che si allontana sempre di più dagli standard di civiltà e di benessere della società italiana ed europea.
Ed ha allontanato ancora di più la ricerca della verità, delle cause e dei possibili rimedi per una situazione che appare ormai quasi senza via d’uscita.
La sanità calabrese è stata ed è commissariata, da oltre un decennio e a tutti i livelli gestionali, da parte dei governi nazionali, che hanno spedito qui una collezione di personaggi, quasi sempre con le stellette, giusto per rafforzare la lettura che da 160 anni viene fatta da Roma delle vicende di questo territorio, e sul volto che assumono le istituzioni statali da queste parti, prefetti, generali, magistrati e gabellieri... Lasciando che la politica si ritagli uno spazio parassitario all’ombra del potere dell’apparato regionale e degli enti locali e di chi muove le fila del tutto, ed anche poco nascosto, senza timore di essere smascherato.
Ed allora occorre tornare all’anno 2011, appena successivo alla approvazione del DM 26 novembre 2010 e all’approvazione del decreto delegato n. 88/2011, attuativo del federalismo fiscale (legge 42/2009), che prevedeva gli interventi speciali per le aree deboli, quando occorreva intervenire con una perequazione del debito pregresso, che consentisse di resettare ed intervenire per cambiare.
Una sorta di bonifica del deficit patrimoniale allora appena al di sotto dei due miliardi, risolto il quale fare ripartire la Calabria dagli stessi blocchi delle altre regioni.
All’epoca il lavoro di rendicontazione dell’indebitamento della sanità calabrese, consolidato al 31 dicembre 2008, effettuato dall’allora commissario di protezione civile, portò ad un mutuo agevolato trentennale, che sarà a carico della Regione sino al 2040.
Da lì ad oggi, il nulla in tal senso, con un andirivieni di commissari ad acta, cui sono state affidate le sorti della Calabria e dei calabresi, senza però le occorrenti misure accessorie.
Quindi, senza prevedere gli investimenti necessari a fare ciò che occorreva per conseguire il «minimo sindacale», ma soprattutto per compensare il vero punto debole: l’assistenza territoriale.
Quella che nella sua di fatto inesistenza, la mancata sanità, ha fatto esplodere tutti i rischi connessi al coronavirus. Nulla è stato fatto perché la Calabria fa comodo così com’è.
Una Regione ove la ‘ndrangheta vive di appalti e di rapporti contrattuali di somministrazione di prestazioni essenziali, e non importa se grandi inutili forniture di beni e servizi.
Mi viene ad esempio, negli anni passati, l’acquisto di cinque strumenti per mammografia digitale, poi sanzionato pesantemente dalla Corte di Conti.
Sono strumenti di ultima generazione che permettono una estrema e accurata diagnostica delle lesioni mammarie, nelle altre Regioni disponibili uno per ognuna, essendo strumento diagnostico di remota istanza per le patologie mammarie. Di contraltare, si pensò di investire esclusivamente su un rinnovo tecnologico per qualche centinaia di milioni di euro, spesi poi per comprare le solite attrezzature che non sono servite affatto a cambiare la qualità del regime erogativo; quattro nuovi ospedali, rimasti sulla carta da dodici anni, a fronte della chiusura della quasi totalità degli ospedali periferici esistenti senza mettere nulla al loro posto.
Mi viene da pensare, per averla vissuta come esperienza professionale, la fornitura, nei primi anni 1980 di oltre un miliardo di vecchie lire ad una USL calabra di protesi d’anca e ginocchio, quando non c’erano nemmeno le persone sane, non malate, che potessero averne bisogno, in tale quantità.
Oggi dopo tutti questi disastri si puntano i riflettori. Pronti a fotografare il triste esistente senza che alcuno riconduca al disastro, giustamente televisivamente mostrato, le relative responsabilità. Senza approfondire anche se il materiale non mancherebbe. E senza, a qualunque livello, una profonda riflessione sulla necessità di ripristino del diritto fondamentale che la Costituzione consacra nell’articolo 32: la tutela della salute!
Ed anche dall’articolo 38 della Carta: l’assistenza sociale, usata in Calabria per creare consenso, non per togliere dal disagio sociale, e quindi spesso erogata senza reale bisogno. La Calabria commissariata per tredici anni - di cui i primi due di protezione civile a fronte delle morti innocenti che produceva e di un indebitamento che non si conosceva - ha bisogno di altro. Ha bisogno di ciò che occorre a tutte le regioni, ovverosia della ricostruzione dell’assistenza territoriale che non c’è (buone, ad esempio, le case di comunità di avanzata generazione) e delle attenzioni domiciliari necessarie alla cura della persona, che nel post-Covid sarà più che indispensabile, nonché di una riconversione del più generale assetto ospedaliero (buoni, ad esempio, i presidi di prossimità), sì da renderlo pronto ad ogni evenienza.
Ed ha bisogno delle attenzioni che nessuno le ha mai dedicato. Le occorre uno strumento straordinario di revisione, magari compartecipato dalla magistratura contabile, che scopra cosa c’è nei suoi bilanci (e non solo in quelli della sanità!), con una conseguente disponibilità perequativa statale, senza porre il solito carico alla Regione di provvedere al naturale ammortamento. Non ce la farebbe mai! Ha bisogno di una svolta e non c’è più tempo da perdere, ed occorre la reazione di tutti i cittadini, che urlino la loro rabbia, ma la rendano pubblica, la formalizzino nelle sedi, tutte, deputate, senza affidarla al politico desideroso di consenso di turno.
Si richiedano investimenti mirati, quindi individuati a seguito di riforme strutturali, che sono tutt’altra cosa dei Programmi operativi triennali (da rinnovare con dentro il Piano Covid e riapprovare così per il triennio 2021-2023!), cui è da anni sottoposta per ragioni di commissariamento, che le stanno recitando un progressivo de profundis.
Carlo Maria Muscolo.
Articolo pubblicato su "la Riviera" n. 39 del 26 Settembre 2021.