I più attenti lo ricorderanno senz'altro perchè ha animato come direttore artistico nel 2013 la stagione concertistica "Roccella in musica" promosse dalla Fidapa e dall'associazione Eureka. Lui è il chitarrista e musicista Agazio Tedesco, origini calabresi (è nato e cresciuto a Catanzaro), ma ormai da diversi anni vive a Roma spostandosi spesso per lavoro in tutta Italia e all'estero.
A Roccella Jonica, in quella memorabile stagione concertistica tenutasi al Convento dei Minimi, ha lasciato il segno, promuovendo ben dieci concerti di altissimo livello, spaziando fra diversi generi musicali, valorizzando giovani promesse e scoprendo melodie originali con l'accoppiamento di chitarra, pianoforte, flauto e voce.
Una stagione tenutasi in Primavera che ha riscosso un ampio successo e che purtroppo negli anni successivi non si è più riproposta.
Oggi il giovane musicista Agazio Tedesco si è reso protagonista di una toccante lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Primo di Maggio, proprio nel giorno della Festa dei Lavoratori, per difendere la propria categoria bistrattata in Italia rispetto agli altri Paesi Europei, e non solo in questo momento di crisi sanitaria.
La riportiamo qui di seguito con la speranza che la sensibilità del Presidente possa prendere in considerazione l'appello del musicista calabrese e intervenga per dare dignità al mondo artistico che rappresenta il mezzo che favorisce una grande crescita culturale per ogni persona.
Lettera al Presidente della Repubblica, di Agazio Tedesco
Alla c.a. del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
1° Maggio 2020
Buongiorno Presidente,
Mi chiamo Agazio Tedesco, sono un cittadino italiano, un lavoratore come tanti, un musicista.
Le scrivo oggi, in questa data storica, importante ed emblematica, per chiederle parole di speranza.
In questo momento così particolare - da cui sono convinto ne usciremo vincitori - la pandemia ha messo a dura prova non soltanto il sistema ma anche e soprattutto la persona. Molti hanno perso il lavoro, altri guardano con preoccupazione al futuro, e altri ancora si aggrappano solo alla speranza, tra questi i musicisti, gli artisti.
L’Italia è un Paese meraviglioso, reso unico dalla propria posizione Geografica, ma ancor più unico e bello lo hanno reso agli occhi del mondo l’arte e la musica.
Anche nel più remoto paesino l’arte è viva e presente. Abbiamo regalato all’ Umanità opere meravigliose di inestimabile valore, quadri, sculture, opere architettoniche e non per ultima, la musica. I musei internazionali sono pieni d’arte italiana, abbiamo inventato l’Opera Lirica e tutt’ oggi nel mondo, autori come Vivaldi, Verdi, Puccini (solo per citarne alcuni) sono tra i più eseguiti. Cosa sarebbero questi musei e questi teatri senza la nostra arte?
Tutto questo immenso patrimonio, inoltre, ha reso anche possibile che l’italiano - benché in uso solo nel nostro Paese – sia la quarta lingua più studiata al mondo.
Ma nonostante ciò, spesso, troppo spesso, gli artisti in questo nostro bel Paese non sono considerati lavoratori. Nell’ immaginario collettivo un artista è un persona che coltiva una passione per diletto ma per vivere sicuramente si dedica ad altro. Quanti sono coscienti che un musicista prima di salire sul palcoscenico ha passato ore ed ore in solitaria a studiare con il proprio strumento? Quanti conoscono le problematiche quotidiane che un artista deve affrontare?
Ogni qualvolta mi trovo a viaggiare e a varcare i nostri confini, sento che la mia passione, la mia professione è riconosciuta e vista al pari di molte altre e non posso fare a meno di chiedermi perché spesso in Patria non sia così.
Nessuno più di Lei, Presidente, conosce a fondo il senso di queste mie parole e proprio per questo mi permetto di chiederle parole di speranza, affinché nessun artista si senta solo e abbandonato al proprio destino. Le chiedo inoltre, parole illuminanti da rivolgere a tutte le forze politiche, affinché non dimentichino, e che al contrario tengano in considerazione l’arte e gli artisti come forza viva e necessaria per la rinascita economica e umanistica di questa nostra cara Italia.
Sono certo che Lei è al nostro fianco e come sempre saprà trovare le giuste parole per indicare la strada da percorrere.
Con profonda stima e gratitudine,
Agazio Tedesco