Il gommone di 7,50 mt rubato la settimana scorsa al Porto delle Grazie di proprietà di una società di servizi turistici. |
Potremmo dire che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta, e non è certo una goccia da poco: nella notte tra il 4 e il 5 settembre scorso è stato rubato, al porto delle Grazie di Roccella, un gommone Sacs da 7,50 metri con motore fuoribordo Yamaha 225 cc 4 tempi di proprietà della Diving Megale Hellas, società di servizi per il turismo e lo sport in Calabria.
A seguito di questo gesto vigliacco, che ha causato un enorme danno alla società vittima, ha preso corpo una accesa protesta fra i diportisti che fanno venire a galla tutti i mali e i disservizi della gestione del porto molto scadente targata Italia Navigando, Comune di Roccella & soci, che, l'unica cosa che ha saputo fare dal suo insediamento, è stata quella di triplicare le tariffe rispetto a quelle dell'anno precedente senza però aumentare ne garantire nuovi servizi.
Il motore utilizzato dal natante Yamaha a 4 tempi, 225 di cilindrata. |
"Il gommone per noi - dicono con molto rammarico Francesco e Roberta responsabili della Megale Hellas - era un mezzo da lavoro che tantissimi del posto conoscono; proprio per questo ci chiediamo come possa essere passato inosservato. Siamo senza parole! Non vogliamo che quanto accaduto ci privi dell'energia che abbiamo dentro, ma allo stesso tempo non abbiamo intenzione di accettare che la situazione rimanga lo schifo che adesso è! Riuniamoci!"
Tantissimi gli attestati di solidarietà da parte dei diportisti e degli amici che non hanno intenzione più di tacere visto che nulla è cambiato al porto di Roccella "se non l'illuminazione nella panchina" - come afferma Francesco Marcellino che per primo ha manifestato la vicinanza alla società che ha subito il furto e che, come moltissimi altri diportisti, non vogliono più accettare le condizioni capestro del gestore del porto con tariffe astronomiche e servizi nulli. "Dovremmo però iniziare ad agire - continua Francesco - sarebbe il caso che tutti noi ci riunissimo per discutere dei problemi e pretendere maggiore attenzione da coloro che riscuotono le salatissime tariffe senza garantire nessun servizio di sorveglianza, intimandole, in caso di diniego, di togliere le nostre barche!"
Conferma e sottoscrive anche Rocco Albanese che afferma che "In tutti i porti della Calabria che applicano simili tariffe i diportisti godono della sorveglianza 24 ore su 24 con tanto di cancello all'ingresso dei moli"; "Qui a Roccella - incalza Gianni Fava - prendono solo i soldi per il parcheggio delle nostre barche e non fanno assolutamente nulla, è una vergogna!"
Siamo veramente alle solite: una gestione del porto che arriva dopo quindici anni dalla consegna dei lavori, dopo 7 anni di ricorsi in giudizio, con una società già prima di iniziare "stracotta" di debiti e un Comune di Roccella Jonica incapace di intraprendere qualsiasi decisione che vada in direzione dell'interesse del paese se non quella di assunzioni molto dubbie.
Ma il rammarico più grande per chi vi scrive è il solito problema: di queste grosse irregolarità, di questi gravissimi fatti, nessun giornale ne parla, tutto è coperto da un velo di silenzio, paura e omertà, mentre queste persone che tramano sulla nostra pelle continuano a trascinarci, con le loro tariffe e tasse le più alte possibili, allo stato di insostenibilità e miseria.