Per gentile concessione della direzione del giornale 'a Città riporto l'articolo che mi è stato pubblicato nell'ultimo numero uscito i primi di settembre.
La politica della propaganda che non paga
Solo una valida alternativa che produca fatti più che “apparenze” può ridare impulso e speranza ai roccellesi.
Uno dei più grandi paradossi dell’attuale politica del nostro paese è che, nonostante il 60% dei roccellesi alle ultime consultazioni amministrative non abbia preferito l’attuale maggioranza, ci ritroviamo con una opposizione tiepida e poco incisiva. Anzi, addirittura, si ha l’impressione che parti della minoranza manifestano simpatie per il governo della città e, invece, consiglieri di maggioranza si siano messi in un cantuccio pronti ad “uscirne fuori”.
Detto ciò, non posso che manifestare la mia meraviglia nel constatare quanto molte persone sono, o fanno finta di essere, cieche davanti a dei lampanti dati di fatto, che vanno aldilà della propaganda e delle autocelebrazioni che tendono a manipolarci il cervello.
Sarà l’isolamento, la mancanza della militanza politica di una volta, di un’opposizione che ci dice veramente le cose come stanno, la mentalità che si è creata che oltre loro non c’è altro sistema, ma quel che succede oggi nel nostro paese sa davvero dell’ inverosimile.
Cari concittadini, purtroppo, chi oggi ci amministra ha avuto, nel corso di questi anni, due grandi capacità: la prima quella di riuscire a gettare fumo negli occhi attraverso le apparenze, creando una cultura del solo assistenzialismo che ha portato ad investimenti che non hanno avuto alcun seguito produttivo sulla natura turistica del paese; la seconda è la creazione di una serie di clientelismi che, purtroppo, da noi fanno molta presa in virtù della disperata situazione occupazionale.
Ci hanno abituato e inculcato – e purtroppo di tempo ne hanno avuto – che oltre quel che si sta facendo c’è l’impossibile, ma “il vuoto” che ci rimane a livello di produttività ha fatto perdere ogni speranza a cittadini e giovani, visto che ci predicano che viviamo in un paradiso quando poi tutti siamo consapevoli e stiamo osservando inermi un paese spopolarsi in virtù di attività commerciali al collasso, un turismo crollato a picco e un “mercato” saturo in ogni settore!
Una politica disattenta e superficiale ha ucciso il piccolo commercio roccellese che era il motore dell’economia cittadina, consentendo l’apertura a dismisura di supermercati gestiti da imprenditori “forestieri”, creando, al contempo, una vendita abusiva per le strade del paese, visto che la struttura costruita con i soldi pubblici con l’indicazione di “Mercato coperto” oggi (ma ancora per poco visto lo smantellamento delle Saub per ogni paese) è adibita a Guardia medica!
Fa una rabbia impressionante aver visto sperperati un milione di euro per una disastrosa, quanto mai pericolosa e dissestata, strada di pietra che hanno avuto il coraggio di chiamare “Riqualificazione del centro storico”, e sapere invece che ci sono quadri di meravigliosi scorci di Roccella che giacciono in qualche scantinato, e volumi di valore storico “ammollo” nell’umidità dell’androne dei camerini del teatro al castello.
Ed è davvero assurdo sapere che un altro milione di euro è volato via per l’acquisto di montagne di scadenti contenitori di plastica che fra qualche mese smaltiremo anch’essi nel multimateriale, e automezzi da una ditta “romana”, senza riuscire a creare una sola posizione di lavoro stabile. Anzi, per dirla tutta, “si” sono creati anche una lista di 47 lavoratori “occasionali” che, a ruota, sono occupati per dieci giorni con un compenso pari a qualche serata in pizzeria con l’amorosa, ma di contro fanno, comandati “a bacchetta” da presunti capisquadra, i lavori più disparati, rischiando di cadere ogni giorno nei container dell’immondizia, e raccogliendo, senza guanti, le bottiglie e le lattine dai contenitori pubblici delle strade e del lungomare!
E più il tempo passa e più si crea questo enorme divario tra la propaganda di questa politica e la rassegnazione dei cittadini (vedi il “deserto” completo di partecipazione pubblica alle varie manifestazioni che l’amministrazione organizza). Il dramma è che non ci rendiamo conto che “a loro” interessa soltanto l’apparenza per accaparrarsi i voti al prossimo giro elettorale e a nulla importa la precarietà e la povertà delle famiglie roccellesi.
Ma d'altronde, stando cosi le cose, com’è possibile fare una propaganda di accoglienza turistica fuori regione quando il Castello, simbolo della nostra città, é sigillato con due grossi catenacci e lucchetti; la pulizia della spiaggia è fatta in extremis dando fuoco a rovi e sterpaglie creando delle enormi e inguardabili chiazze “nere”, il traffico e lo smog nel centro del paese è simile a quello di Milano a mezzogiorno, a causa di una “bretella” che giace supina da 27 anni e utilizzata come discarica di elettrodomestici e eternit. A tutto questo aggiungiamoci pure la calorosa accoglienza che sappiano dare ai nostri ospiti con una, due, tre… notifiche di contravvenzioni per divieto di sosta!
Il mio appello è rivolto a chi ancora ha la vista ben sviluppata ed ha voglia veramente di valorizzare le risorse del nostro paese, con nuovi investimenti che però hanno lo scopo di offrire produttività; lo rivolgo a quelle persone che hanno voglia di sedersi ad un tavolo per parlare, discutere, dialogare su come valorizzare risorse e patrimonio naturale. Discutere su una reale politica di attuazione e strategia: attuazione attraverso un programma che miri a creare un itinerario storico, culturale, paesaggistico, enogastronomico, che possa attrarre flussi turistici non solo per il nostro mare; strategia di promozione attraverso i vari canali in Italia e all’estero (la rete, le fiere, i media, le agenzie turistiche, il porta a porta, ecc.), il tutto dopo un attento esame e una valutazione dei servizi di accoglienza e dei posti letto presenti nel territorio.
L’arrivo di turismo da maggio ad ottobre in virtù di un paese che offre mare ma anche una serie di attrazioni, itinerari e servizi, è la sola àncora di salvezza per far ripartire l’economia e lo sviluppo di questo nostro “infatuato” paese!
Nicola Iervasi.