"Amare significa accogliere l’altro come un dono che non meritiamo e quindi renderci disponibili all’altro donando innanzitutto noi stessi.
Ci siamo stati, ci siamo e ci saremo sempre, ma non solo con la presenza, ma con il cuore che si allarga nel vedere sorrisi sereni dopo la traversata e si gonfia di dolore quando vede la sofferenza.
Siamo un anello della catena che unisce il mare alla terra ferma, perché noi siamo #unitaliacheaiuta"
Questo profondo pensiero è stato scritto nel gruppo della Croce Rossa Italiana - Comitato "Riviera dei Gelsomini" qualche giorno fa per descrivere il momento davvero delicato e particolare, e allo stesso tempo straripante di umanità, che stanno vivendo i tanti volontari della Croce Rossa che in meno di una settimana si sono ritrovati a dare assistenza, supporto, calore umano, negli sbarchi avvenuti al Porto di Roccella Jonica.
Loro ci sono sempre, rispondono presente alle chiamate di chi ha bisogno di aiuto, sia in un incidente che in una calamità naturale, durante i difficili giorni dell'emergenza sanitaria covid19, arrivano nei posti più disparati del nostro territorio per prestare soccorso. E spesso salvano vite.
Autorizzati dal Ministero della Salute, disponibili a tutte le ore del giorno e della notte e vestiti da "astronauti" con le tute di bio contenimento batteriologico, decine di volontari si sono sempre resi disponibili, insieme alla Protezione Civile locale e alle altre Istituzioni, per tutte le operazioni di assistenza e accoglienza degli oltre 320 migranti giunti in questi ultimi giorni in 4 diversi sbarchi, l'ultimo la notte scorsa all' 1,30 con l'arrivo di 45 persone, tra cui diversi minorenni.
Gesti di grandissima umanità, immortalate in alcune fotografie che in queste ore hanno fatto il giro dell'etere e commosso tutti.
Gli angeli della Croce Rossa, diretti magistralmente dalla solare Concetta Gioffrè, sono un bene immenso e prezioso, una risorsa e una garanzia - in virtù della loro eccellente preparazione e professionalità - nel procedere e osservare i protocolli previsti per le operazioni di sbarco.
Nel protocollo ci sono anche gesti non scritti ma che sono importanti quanto quelli previsti e che i volontari mettono in atto con grande senso di fraternità: sono i gesti di affetto, di calore, di vicinanza, quelli di riuscire a trasmettere un senso di protezione, dare una parola di speranza che arrivi nel cuore di ogni singola persona giunta sul molo del Porto di Roccella al limite delle loro forze, con gli occhi e il corpo marchiati da grandi sofferenze.
Gesti d'amore spontanei e sinceri che rimangono impressi nella mente di chi li compie e di chi li riceve, tant'è che - anche dopo decine di sbarchi - non ci si abitua mai davanti a uomini, donne, bambini stanchi e impauriti, e ogni volta si è li a spendersi completamente con tutte le forze e tutta l'anima; cosicchè il momento più difficile è sempre quello dei saluti e degli addii: ogni pulmann che parte è un brivido di grande commozione: da dietro quei finestrini e dentro quelle tute rosse e bianche ci sono persone con un grosso nodo in gola e guance segnate dalle lacrime.
Per questi angeli caduti in terra per salvare vite umane, non importa quali siano i decreti sicurezza, non importano le parole di Salvini, non vanno dietro ai leoni da tastiera scatenati contro gli immigrati, nel loro cuore c'è solo ed esclusivamente lo spendersi per alleviare le sofferenze del prossimo, donare un sorriso, una carezza, un gesto di speranza alle persone segnate dalla guerra e dal dolore.
Loro ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre, e non solo con la presenza, ma con il cuore che si gonfia di dolore quando vedono la sofferenza dopo la traversata, ma poi si allarga di gioia quando vedono sorrisi sereni sulle labbra di persone accolte, forse per la prima volta, da un gesto di umanità.
Insieme ai volontari della Croce Rossa, Comitato "Riviera dei Gelsomini", mi sento di rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le altre Forze interessate nelle operazioni di accoglienza e primo soccorso dei migranti, alle Autorità portuali che, con competenza, per primi intervengono con la motovedetta della Guardia Costiera ad aiutare i barconi in mezzo al mare, le Forze dell'Ordine, i medici dell'USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) e i volontari della Protezione Civile "Aniello Ursino" di Roccella Jonica.
A tutti loro va un immenso grazie per lo straordinario lavoro di salvataggio e accoglienza che compiono, instancabilmente, a favore di uomini, donne, bambini che, dopo giorni in balìa delle onde, sono in cerca di un futuro migliore.
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