Il Consiglio Regionale dedica a Mimmo Bova una sala di Palazzo Campanella
La sala adiacente l’Aula legislativa del Consiglio Regionale della Calabria porta il nome dell’onorevole Mimmo Bova, scomparso il 9 luglio scorso dopo una lunga malattia. Deputato della Repubblica italiana per tre legislature, aveva ricoperto, anche, la carica di Consigliere Regionale della Calabria dal 1980 al 1985.
L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Regionale della Calabria e l’Associazione degli ex consiglieri regionali della Calabria hanno fortemente voluto che il nome del deputato roccellese Mimmo Bova occupasse un posto di rilevo nel ricordo collettivo di Palazzo Campanella.
A scoprire la targa che accoglie i visitatori nella Sala adiacente l’Assemblea Regionale è stata la figlia dell’onorevole Mimmo Bova, Francesca, e i nipoti Mario e Matteo. All’iniziativa ha preso parte Marco Minniti.
Nel suo emozionato ed emozionante intervento Francesca Bova, a nome della famiglia, nel rivolgere un sentito ringraziamento al Consiglio Regionale della Calabria e al suo Presidente, Nicola Irto, ha percorso l’impegno politico e istituzionale del padre.
“Oggi – ha sottolineato Francesca Bova – si chiude un cerchio: nel 1980 mio padre iniziava il suo impegno istituzionale al servizio della nostra terra con l’elezione a Consigliere Regionale del PCI e, oggi, siamo in questa Sala per imprimere un segno che ricordi un uomo che ha servito le istituzioni, a tutti i livelli, con lealtà e passione.
Mio padre – ha continuato a raccontare con un intervento appassionato la figlia di Mimmo Bova – era legatissimo a questa Assemblea e a questo luogo per i molti ricordi personali che si portava dietro.
Qui ha lavorato, come dirigente di settore, mia Zia e qui mio padre ha iniziato il suo lungo cammino dentro le istituzioni che ha percorso a tutti i livelli: Consigliere Comunale a Pazzano, Consigliere Regionale, Sindaco di Roccella Jonica, Deputato al Parlamento per tre legislature.
Una vita spesa per la politica, come dirigente politico - funzionario di partito e come uomo delle istituzioni. Tutta la vita spesa con passione al servizio della nostra terra e del partito dentro il quale militava. Una vita intensamente vissuta e durante la quale si è conquistato la stima e il riconoscimento di amici, compagni e avversari”.
Nel concludere il suo intervento Francesca Bova ha ricordato gli ultimi mesi di vita di Mimmo Bova quando, pur venendo meno le forze, con occhi lucidi e mente acuta, rispondeva agli amici e ai compagni che lo raggiungevano al telefono vuoi per un consiglio o per una semplice riflessione. “La politica – ha concluso Francesca Bova – è stata la sua passione e la sobrietà il suo stile”.
Lo stile di Mimmo Bova è stato il filo conduttore degli interventi del Presidente Nicola Irto e Stefano Priolo.
“Politica gentile, ma risoluta e forte. Fioretto e sciabola. Stile e passione, caratteristiche che – ha rimarcato il Presidente Nicola Irto – mancano alla politica di oggi. Mimmo Bova – ha incanalato la cerimonia il Presidente Irto - aveva una signorilità innata e rara. Capace di analisi acuta, senza sconti sui principi. Gli uomini politici della statura di Mimmo Bova non amavano i tatticismi e le mediazioni al ribasso”.
Dello stesso tenore l’intervento del Presidente dell’Associazione degli ex Consiglieri Regionali, il quale ha rivisitato la fase storica dello scontro tra Democrazia Cristiana, partito di appartenenza di Stefano Priolo, e il Partito Comunista Italiano, partito di Mimmo Bova, “dentro al quale la tensione era costante, ma associata alla passione di concorrere alla crescita civile, sociale ed economica della nostra terra”. “Tante volte – ha rimarcato Stefano Priolo - con Mimmo ci siamo confrontati, nonostante i disagi nei rapporti con i Governi del Paese. Sempre attenti e rispettosi nei rapporti personali”.
Marco Minniti, infine, ha rivisitato il percorso dalla stagione dei “Boia chi molla!” fino al comune impegno nel Parlamento della Repubblica Italiana come deputati eletti in Calabria.
“Ricordo Mimmo – ha sottolineato Minniti – alla testa del movimento democratico durante i fatti di Reggio e la dedizione e il coraggio di non abbandonare e difendere la Federazione Comunista di Piazza Castello dagli attacchi fascisti.
La militanza come passione, la militanza vissuta pienamente con lo stile di Mimmo Bova – ha affermato Minniti – l’ho conosciuta di persona quando politica e privato erano un tutt’uno e la vita del dirigente politico sacrificava alla causa dell’impegno, persino, famiglia.
Quando il partito era comunità – ha con una punta di nostalgia rimarcato l’amico e il compagno di tante battaglie politiche di Mimmo Bova – il senso di appartenenza si esprimeva nei piccoli e grandi gesti quotidiani: ci si poteva scontrare anche con una visione radicale, ma l’essere parte della stessa comunità politica non veniva mai meno”.
A questo senso della comunità politica di appartenenza, Mimmo Bova sapeva associare, come sottolineato da tutti gli intervenuti, la capacità di ascolto e il profilo sobrio e appassionato.
Nella cornice della targa della Sala Domenico Bova, da oggi in poi, la consegna ai visitatori e ai posteri di uno stile di uomo politico dall’umanità e onestà smisurate associate ad una passione che merita di essere portata ad esempio alle giovani generazioni.
Circolo PD Roccella Ionica