La scuola di calcio ed etica minacciata dalla 'ndrangheta è a rischio chiusura:
la fondazione Candido Cannavò aprirà la sottoscrizione con 5 mila euro.
Aspettando la risposta di tutto il mondo dello sport e non solo.
I bambini nel centro sportivo Don Milani sito in via A. Diaz a Gioiosa Jonica. Il centro presieduto da Francesco Riggitano conta oltre duecento bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni. |
Indignarsi non
basta, ha scritto don Luigi Ciotti sulla Gazzetta. Occorre agire nel concreto e
con l’esempio. E allora facciamolo subito. Salviamo tutti insieme – intendo
tutto il mondo dello sport – la scuola di calcio ed etica di Gioiosa Ionica,
minacciata non solo dall’ndrangheta (ieri l’impianto è stato devastato dai
soliti ignoti) ma anche dall’intollerabile insipienza dello Stato e della
regione Calabria. E’ una priorità nazionale, tanto e più di molte leggi in
discussione al Parlamento. Affrontarla e risolverla costa meno di una pensione
d’oro:185 mila euro per l’esattezza è il prezzo della dignità collettiva e del
principio di legalità che in questa vicenda sono la vera posta in
gioco.
La storia è
nota, l’ha ben raccontata tra gli altri il nostro Francesco Ceniti: nel 2009, in
terra di mafie, le associazioni Libera e Don Milani mettono in piedi un centro
sportivo in cui 200 ragazzini imparano a tirar calci a un pallone e alla
criminalità. Una sfida stupenda. Il terreno è della Regione che ora pretende 185
mila euro per l’acquisto oppure se lo riprende e lo mette all’asta. Non ho
commenti. Dico solo che questi soldi le associazioni non li hanno e l’ndrangheta
invece sì.
E allora
pensiamoci noi, tutti insieme ripeto. Sarebbe una gran bella lezione di unità e
concretezza, un antidoto al razzismo, alla violenza, a mille chiacchiere senza
costrutto. E’ possibile che la Figc, le varie Leghe, i club della serie A, i
numerosi sponsor che a vario titolo partecipano al mondo del pallone non
riescano a raccogliere il necessario per evitare questo sconcio? No, non è
possibile. E allora cominciamo da noi: la fondazione Candido Cannavò – che
purtroppo non naviga nell’oro - aprirà la sottoscrizione con 5 mila euro in nome
della sua campagna “Io tifo positivo”. E il giornale, oltre alle cronache con
cui documenterà gli sviluppi della vicenda, metterà a disposizione due pagine
del quotidiano e due pagine di SportWeek (il controvalore di qualche decina di
migliaia di euro) per pubblicizzare il marchio delle istituzioni e delle aziende
che contribuiranno alla causa.
Ma questa
non deve essere e non sarà la campagna della Gazzetta, bensì di tutto lo sport.
Sono sicuro che tanti colleghi ugualmente impegnati su questi temi, negli altri
giornali e nelle televisioni, sapranno cogliere il senso della sfida e farla
propria. La piccola partita di Gioiosa vale un intero campionato. E vedo una
grande squadra che può vincerla.
Andrea Monti
Fonte: Gazzetta dello sport