
E se pensiamo che solo la serata di ieri sera è costata oltre 50 mila euro di soldi pubblici, ossia di tutti noi cittadini, allora ci rendiamo conto di quanto lo scandalo sia conclamato.
Non è bastato strumentalizzare la ministro per farsi propaganda, ecco che ieri sera tutti hanno visto quello che è il fallimento di una manifestazione storica che ha portato lustro al nostro paese e che oggi, soprattutto dopo gli scandali che hanno colpito l’organizzazione del festival, non ha più ragione di esistere.
Il caso ormai è scoppiato e, credo, non potrà essere più insabbiato: gli sperperi e l’indebitamento dell’associazione culturale jonica è venuto fuori insieme all’enormità di contributi assistenzialistici che si accaparra tra Ministero, Regione, Provincia e Comune e nessuno sa come e dove vanno a finire, visto che molti operai, artisti e alberghi (anche se questi non lo ammettono per non rischiare di mettersi in cattiva luce e perdere il loro credito) non vengono pagati da diversi anni!
E finalmente pare che anche la Regione Calabria abbia iniziato a prendere coscienza di questo fallimento, di questo pozzo senza fondo di accaparramento di denaro pubblico senza risultati fattibili, ed infatti – come riferisce l’Ente Regione in un comunicato stampa – “prima della liquidazione di altri fondi sarà necessaria l’interrogazione ad Equitalia per la verifica di assenza di debiti fiscali o previdenziali”.
Il deserto di pubblico ai concerti di quest’anno è anche il risultato di quanto siano stati plagiati psicologicamente i consiglieri comunali nell’ultimo consiglio/falsa del 13 agosto da parte del vicesindaco e presidente dell’ACJ che li ha imboniti con la credenza che il Festival "rappresenta il principale attrattore turistico per Roccella e crea condizioni per attrarre al suo interno flussi turistici che producono ricchezza e sviluppo per le attività economiche esistenti"; Un consiglio comunale che sarebbe da invalidare visto che si sono decisi due elargizioni economiche a favore della Fondazione Rumori mediterranei dove fanno parte anche il sindaco Certomà, l’assessore Vittorio Zito e il consigliere Vincenzo Bombardieri; e visto che al momento del voto il vicesindaco/presidente è uscito dall’aula per non incorrere nel conflitto di interessi, non si spiega come la stessa cosa non l’hanno fatta gli altri tre elementi parti interessate in Consiglio.
E comunque adesso è proprio l’ora di finirla, non è proprio più lecito tollerare che una persona utilizzi le casse comunali a suo uso e consumo, usurpando il sudore dei cittadini che pagano con sacrificio tasse e balzelli a tutte le ore. O lo capisce da solo o gli procuriamo un assistente sociale o è necessario intervenga subito la Magistratura!!!
E comunque la replica della commedia del gruppo di Sina Scali ha visto al teatro al Castello circa 600 persone, tre volte in più della prima serata del Festival Jazz. Onore a Sina Scali...