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giovedì 17 febbraio 2022

DALLA PARTE DI PADRE FRANCESCO CARLINO


Ieri padre Francesco Carlino ha risposto alla lettera che alcuni sindacati calabresi le avevano indirizzato per criticargli alcune affermazioni contenute nella denuncia da lui sollevata sulle gravi inefficienze dell'ospedale di Locri, riportata nel suo profilo social e pubblicata e sostenuta anche dal sottoscritto su questo blog.

Alle sigle sindacali non erano andate giù alcune affermazioni di Padre Francesco in cui definiva l'ospedale di Locri un lager dopo aver raccolto (e riferito pubblicamente) una gravissima testimonianza di una signora roccellese che nel reparto di medicina si è vista un proprio familiare abbandonato a se stesso senza fornirgli l'assistenza dovuta, situazione che ha causato la caduta dal letto dell'anziano signore con la conseguente rottura del femore, tant'è che, nel giro di qualche giorno, il nostro caro concittadino è deceduto.

La sensibilità di Padre Francesco, davanti a testimonianze cosi terribili, cosi come davanti alle tragiche morti avvenute in questi ultimi tempi sulla SS106, davanti alla sofferenza di tante famiglie, è fortemente toccata, cosi come lo è per tutti noi, e rimanere in silenzio o limitato nelle omelie delle messe, non se l'è sentita più, ed ha voluto dare voce a chi subisce le gravi conseguenze del disastro della sanità e delle strade.

Ed è davvero scandalosa la reazione dei sindacati: davanti ai dati di fatto evidenziati da padre Francesco, è chiaro, da quello che hanno scritto, la volontà di screditare il nostro don per curare gli interessi di chi paga le tessere alle loro sigle, fregandosene di tutte le terribili testimonianze che si sono susseguite a margine della denuncia di padre Francesco, di chi subisce le gravi disgrazie dovute all'inefficienza dei servizi e delle infrastrutture di questa nostra Regione.

Considerato il silenzio dei sindaci che non riescono a fare squadra e si limitano al loro campanile, dobbiamo noi cittadini stare vicino e supportare con tutte le forze chi tenta di difendere i nostri diritti e il bene comune, chi prova a dare una scossa a questa grande apatia e arretratezza di questa nostra fascia di terra, la più degradata della Calabria già ultima regione d'Italia per vivibilità e sviluppo economico.

Ringraziamo il Cielo di avere un parroco cosi preparato, cosi coraggioso, che non si piega davanti a nessuno, che conosce bene cos'è la sofferenza e la povertà,  che da voce e supporto a chi non ce l'ha. 

Grazie Padre Francesco, preghiamo per lei e le offriamo tutta la nostra solidarietà augurandoci che qualcuno si metta una mano sulla coscienza, apra il suo cuore e intervenga al più presto per risolvere le gravi ineguaglianze che causano degrado, spopolamento e lutti. 



La risposta di Padre Francesco al comunicato stampa dei sindacati.

IN MERITO AL COMUNICATO STAMPA DEL SEGRETARIO GENERALE E DEL SEGRETARIO REGGENTE DELLA CISL CIRCA LA MIA DENUNCIA SULLO STATO DELL' OSPEDALE DI LOCRI RIAFFERMO CON DECISIONE E DETERMINAZIONE QUANTO SEGUE:

1. Ho invitato i familiari che mi hanno riferito la situazione del loro congiunto ricoverato e riconsegnato a loro defunto e con un femore rotto a fare denuncia.

2. La mia esperienza di familiari ricoverati mi ha fatto esperire la "strafottenza e la maleducazione di alcuni medici e paramedici" personalmente, il che non significa che non ci siano a Locri - grazie a Dio - medici educati e infermieri coscienti del loro dovere. infatti ho parlato di "certi medici e di certi infermieri” e non di tutti! E potrei portare tante testimonianze in un senso e un altro. Basta solo leggere i commenti al mio post dove sovrabbondano le testimonianze, le lamentele e le denunce di tanti cittadini che hanno commentato.

3. Mi dispiace, davvero, mi dispiace, che un grido di denuncia a tutela del rispetto della dignità umana, non sia stato *ascoltato* nella sua drammatica realtà, ma recepito come giudizio verso gli "strafottenti, maleducati medici e personale socio sanitario" ... Non vorrei abbia toccato nel segno...cioè smosso verità che ci feriscono, verità profonde, delle quali fatichiamo ad assumerci la responsabilità. Ma, se, questo è servito a metterci in discussione in una dinamica ri-generante, benedico il Signore. Credo che anche il Giudice Ezio Arcadi, da persona sensibilissima e di grande spessore umano, ha più volte denunciato la drammatica situazione dell' OSPEDALE DI LOCRI. Non sono una voce nel deserto che parla.

4. Mi dispiace, si, mi dispiace molto, per quanti si sono sentiti offesi dalla mia denuncia, ponendosi in una posizione di contrapposizione, che ancora una volta, ahimè, serve a confermarmi che il cammino di cambiamento, di con-versione per questa terra, è arduo. Avrei mentito alla mia chiamata sacerdotale se non avessi pubblicamente denunciato, in termini chiari, tutto ciò che mortifica e violenta la bellezza della dignità umana, non solo del malato ma, anche a difesa della dignità di tutti quei medici mortificati nella loro professionalità perché privi di strumentazioni e di presidi sanitari, la dignità di tutti gli operatori sanitari il cui numero esiguo non consente di garantire un servizio di qualità agli ammalati, creando in loro frustrazione e de-motivazione personale, soprattutto in coloro che con molti sacrifici mantengono in vita un ospedale in agonia.

Il denunciare e richiamare tutto il mondo della Sanità al dovere di trattare con dignità gli ammalati, a sollecitare le Istituzioni a dotare di personale, di strumenti idonei ed efficienti i nosocomi locali e regionali, è dovere di ogni cittadino, a maggior ragione di un prete, che ogni giorno ascolta, accoglie le lacrime di tantissime persone che vivono il dramma della sofferenza, nell' abbandono e nella solitudine. Non dimenticate...che già tempo fa, un valente professionista medico-specialista operante eroicamente in medicina, intervistato dal programma televisivo "Le Iene", ha affermato senza peli sulla lingua: ”non ricovererei mai un figlio o un famigliare, in questo ospedale...”! (sic!)


Se una denuncia è travisata in offesa, il problema è di chi si gira dall'altra parte e vuole - colpevolmente - ignorare che a Locri in certi reparti i degenti sono abbandonati a se stessi e se non hanno un familiare che li accudisca - come purtroppo avviene frequentemente non potendo i congiunti dei degenti accedere ai reparti a causa della pandemia - vengono spesso trovati sporchi, assetati, affamati e riferiscono di essere stati sgridati e offesi se chiedono aiuto. Difronte a queste verità testimoniate, il silenzio, dignitoso e orante, sarebbe stato, invece, necessario...

Non lamentiamoci con la malasorte, ma con il nostro sottosviluppo, anzitutto culturale, e cambiamo atteggiamento quando abbiamo davanti una persona sofferente. Diceva Padre Pio che la miglior medicina in un ospedale è anzitutto il sorriso, l’amore e l’amabilità. Ingredienti che rendono un ospedale un luogo di alta umanità e senza i quali si scade nella disumanità.


5. Mi dispiace, ancora e di più, la vostra lettura effettuata ad intermittenza, che non vi ha aiutato ad "ascoltare" la valenza della mia denuncia: essa mirava, tra tutte le verità denunciate, a far prendere coscienza al Presidente della Regione Occhiuto e agli Amministratori della cosa pubblica che non si può lasciare l’Ospedale di Locri in un costante e ormai cronico disservizio per scarsità di personale e per la deprecabile e volontaria determinazione di non assunzione di Medici e personale socio-sanitario.

La locride ha il sacrosanto diritto, garantito dalla Costituzione, ad avere un ospedale funzionante ed efficiente, una sanità a misura del valore della vita umana. Così infatti recita l’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti….”.

Egregi segretari, grazie per la vostra sensibilità anche se, consentitemi, mal comunicata. Sarebbe stato decisamente fecondo se almeno nella drammaticità della malattia e della morte, difronte alla denuncia semplicemente reale, avessimo avuto il buon senso, il desiderio di coglierla e viverla come una opportunità in più, e fare una Forza- Azione per smuovere quell' ingranaggio patologico e incancrenito che ad ogni livello, paralizza e penalizza tutti, anche quei sanitari e operatori che con mille sacrifici tengono in vita l'ospedale. Non vi sfugga, comunque, che di questa incresciosa, drammatica, degradante situazione in cui versa l’Ospedale di Locri e di cui tutti siamo al corrente, nessuno ma, proprio nessuno, può sentirsi esonerato da responsabilità.

Partendo da questa verità, sono certo, che se l’Ospedale di Locri è ridotto oggi a un "lager" – si lo ribadisco! – è dovuto anche all’operato di coloro che negli ultimi quattro decenni lo hanno trattato come la gallina dalle uova d’oro per i profitti di chi certamente non ha avuto a cuore né l’ospedale né il bene comune, ma ha solo ottemperato ad interessi di parte.

Dispiace che si sia persa l’occasione per un serio esame di coscienza che avrebbe potuto mettere tutti in seria discussione onde assumersi le proprie responsabilità e attivandoci INSIEME a creare strategie per un processo di cambiamento, perché la locride risorga dal suo atavico e cronico fatalismo autodistruttivo.

Non è proprio questo il ruolo dei sindacati, o mi sbaglio ?


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