Il Priore dell'Arciconfraternita di San Giuseppe Pasquale Mammone ha consegnato, il 20 Luglio scorso, nelle mani dell'arch. Maria Reggio del segretariato MIBACT della Calabria, le chiavi del Convento dei Padri Cappuccini di Roccella Jonica (annesso alla Chiesa di San Giuseppe).
Inizia cosi la prima trance dei lavori di rifacimento del Chiostro del Convento dei Frati Riformati, grazie a un finanziamento del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo di Reggio Calabria. La responsabile dei lavori è sempre l'arch. Maria Reggio, mentre la responsabile per la sicurezza è l'arch. Laura Messina. La ditta, che effettuerà i lavori e che dovrà consegnarli entro il 16 Novembre prossimo, è la Garzaniti di Guardavalle.
A questa prima trance di lavori si aggiungerà, successivamente, una seconda che prevede la messa in sicurezza, il consolidamenti e il restauro dell'intero Convento.
Una bella conquista per Roccella e per l'Arciconfraternita di San Giuseppe che custodisce gelosamente e con grandissima cura la Chiesa di San Giuseppe e l'annesso convento dall'inestimabile valore storico.
Una bella soddisfazione che arriva proprio nell'anno giubilare di San Giuseppe che vede costantemente la bellissima Chiesa sempre aperta, pulita e sanificata, tutti i giorni dalle 9 alle 19,00, dove tutti i fedeli possono andare a rivolgere le preghiere o a chiedere l'indulgenza plenaria davanti alla statua di San Giuseppe.
Notizie storiche del Convento dei padri Minori Riformati Francescani:
Costruito nel 1614 per volontà di Fabrizio I Carafa della Spina, principe di Roccella, ai piedi della salita che conduceva alla città murata e in prossimità dell’antico asse viario di mezza costa.
La fondazione del complesso conventuale è legata alle strategie politiche insediative del principe che vedevano nella realizzazione delle architetture religiose un elemento di affermazione. Nel 1627 Fabrizio vi aggiunse la chiesa in posizione adiacente. Racchiusi entro il margine di sicurezza che permetteva una rapida ritirata dentro le mura, il convento e la chiesa annessa costituirono un polo di aggregazione nella prima fase di espansione del territorio esterno alla cinta muraria, tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII. Il terremoto del 1783 danneggiò pesantemente chiesa e convento. Il complesso monastico venne poi coinvolto nelle soppressioni dei monasteri. E nel sequestro delle rendite messo in atto per sostenere la ricostruzione.
Nonostante la riabilitazione ottenuta dai frati nel 1786, il convento rimase temporaneamente vacante. In questa condizione di provvisorietà, la confraternita locale di San Giuseppe chiese e ne ottenne l’occupazione nel 1798. A tutt’oggi la detiene, dando alla chiesa e a quello che del chiostro è rimasto, l’attuale intitolazione di San Giuseppe con cui oggi entrambi sono generalmente noti. A seguito del terremoto del 1783, a quello successivo del 1908 e all’alluvione del 1951, la chiesa fu oggetto di numerosi e pesanti interventi che ne stravolsero l’architettura originaria; la galleria Nord Est del chiostro adiacente subì uno di questi interventi, che ha contribuito a determinare l’ultimo episodio di crollo avvenuto circa venti anni or sono. Questa galleria è stata recentemente restaurata.
Il convento dei Padri Minori Riformati, per la sua posizione sicura determinata dalla vicinanza della città murata, non ha nella sua architettura elementi di fortificazione. Presenta la tipologia tradizionale dell’ordine conventuale caratterizzata da semplicità formale e compositiva: un ampio chiostro delimitato a Nord Ovest e a Nord Est da due gallerie porticate coperte da volte a crociera che al piano superiore dovevano concludersi con un secondo ordine, oggi del tutto mancante, di gallerie e/o celle dei frati.
Il convento, per la condizione di abbandono in cui versava dopo il terremoto del 1783 e il forzato allontanamento dei frati, non subì i determinanti interventi che sconvolsero l’aspetto e la struttura della chiesa. E’ rappresentato con la simbologia del rudere nella cartografia storica prodotta nel corso del XIX secolo e agli inizi del XX secolo.
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