Ormai è diventato un rito, non più una volta all'anno ma adesso anche due, dover effettuare il drenaggio con il successivo trasporto della sabbia "risucchiata" all'imboccatura del Porto nei litorali.
Un difetto di progettazione del Porto delle Grazie che è un problema che si porta avanti fin dall'apertura e, nel corso degli anni, sono stati spesi fior di quattrini pubblici (Provincia e Regione) per poter rendere l'entrata del porto agibile (solo gli ultimi, 80 mila euro nel maggio 2012 e 40 mila euro nel settembre dello scorso anno).
L'Ente Provincia oltre a stanziare fior di migliaia di euro, ha messo a disposizione anche un pontone galleggiante di sua proprietà che, attraverso una pompa con apposite selle, consente il drenaggio della sabbia che poi dovrà essere trasportata con mezzi meccanici nell'area del litorale costiero di Roccella.
Un problema gravissimo che ci si trascina da decenni e non si arriva mai a una soluzione definitiva, problema che causa difficoltà se non addirittura scoraggiamento per i diportisti di passaggio a fare sosta alla Marina di Roccella. Un problema per lo sviluppo del territorio ma, considerate le concessioni di denaro da parte degli Enti, una gallina dalle uova d'oro per chi è chiamato ad effettuare ogni 6 mesi in dragaggio.
Comunque sia, a titolo informativo per chi capiterà di leggerci durante la navigazione è necessario che sappia che l'ordinanza su citata del Circondario Marittimo di Roccella Jonica stabilisce il divieto alla navigazione e alla sosta di qualsiasi unità e soprattutto stabilisce che i conduttori di unità navali in entrata/uscita dal porto dovranno:
1. richiedere, via radio autorizzazione alle manovre di ingresso/ uscita all’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica;
2. effettuare la manovra di ingresso seguendo una rotta quanto più al centro del canale compreso tra il molo di sottoflutto ed il limite Nord dell’area contenente il banco di sabbia, avendo cura di lasciare la precedenza alle unità che manovrano in uscita dal porto;
3. prestare la massima attenzione, avendo cura di porre in essere tutte le opportune precauzioni suggerite dalla buona perizia marinaresca, in relazione alle dimensioni, al pescaggio, alla marea al momento, alle caratteristiche in genere delle unità navali ed alle condizioni meteo marine.
E' questa un'ennesima mannaia che si aggiunge al lento ed inesorabile declino del "Porto delle Grazie" che sta vivendo oggi il suo momento più buio con la società di maggioranza in fuga dalla gestione, il minimo storico di posti barca noleggiati e, addirittura, la sospensione dell'acqua in alcune stanze e magazzini del porto.
E' l'ennesima riprova di quanto denaro pubblico è stato speso e sperperato senza avere la minima convinzione di come valorizzare ed investire sull'infrastruttura realizzata che sta per diventare, con questo tipo di pessima gestione, non una cattedrale ma un vero e proprio monastero nel deserto!!!
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