Articolo e intervista di Francesca Gabriele.
Più di undicimila abitanti, conurbata con Cinquefrondi. Polistena ha una posizione geografica invidiabile, si trova, infatti, a pochi chilometri da Reggio Calabria e non è neanche tanto distante da Catanzaro. Il paesaggio offre pianure estese e colline dietro le quali s’intravede la catena montuosa dell’Aspromonte. Polistena, piana di Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria, spesso al centro della cronaca per i fatti di ‘ndrangheta. Ricordiamo, ad esempio, l’operazione Scacco matto che ha interessato la ‘ndrina che fa capo ai Longo, cognome noto in città. E’ in questa realtà che si trova ad amministrare il giovane Michele Tripodi, classe 1978, laureato in Scienze politiche, da sempre appassionato di politica, uomo di Sinistra, militante del Pdci. Prima consigliere provinciale, poi consigliere comunale d’opposizione e, infine, nel 2010, l’elezione primo cittadino di Polistena. Tripodi, di recente, è stato interessato da un atto intimidatorio: sull’uscio di casa gli hanno fatto trovare una busta che conteneva pezzi di un ordigno e un biglietto con una frase che chiama in causa anche il cugino del sindaco, il segretario regionale del Pdci. Quando lo contattiamo per concordare questa intervista capiamo subito che Tripodi non è una persona che si fa piegare facilmente, non potrebbe essere diversamente visto la città che amministra.
Sindaco, sono passati dei giorni, la tensione si è un po’ allentata. Qual è stato il primo pensiero quando accanto a quell’ordigno inesploso ha letto le parole assolutamente intimidatorie che non riguardavano solo lei ...
La tensione non è calata e l'attenzione resta massima. Quando ho visto il pacco ho pensato subito senza visionare il contenuto che fosse diretto a me. Non è la prima volta che ciò avviene contro la mia persona.
Purtroppo, è vero, non è la prima volta che subisce gesti del genere. La sua carriera politica e amministrativa è di tutto rispetto. Da dove attinge la forza per continuare?
Nella passione ideale alla quale mi richiamo sempre anche nei momenti di difficoltà. Oggi è difficile amministrare. Pochi soldi troppi problemi.
Non ha mai pensato di mollare?
No. Io ho un mandato democratico e popolare e lo onorerò fino in fondo, così come ho scelto di fare il sindaco a tempo pieno trascurando la mia vita professionale e sacrificando spesso la mia vita personale e familiare.
Lei amministra una cittadina del Reggino che come tante altre convive con la ‘ndrangheta che è risaputo ambisce a mettere mani laddove può fare affari e non snobba certo il patrimonio di tutti. Come si fa a tenere a bada queste ambizioni?
Noi non conviviamo, combattiamo la ‘ndrangheta apertamente. Polistena è una città antimafia per la sua maggior parte e qui risiedono esempi importanti di risveglio civile che punta a scuotere le coscienze. Lo facciamo sempre con il nostro modo di amministrare pulito, concreto, trasparente.
Tanta solidarietà dopo l’ultima intimidazione. Oltre alla solidarietà oggi, di cosa ha bisogno?
Ben venga la solidarietà, seppure esiste un pezzo di essa che risponde più al rito che alla convinzione. C'è bisogno di tutelare questa straordinaria esperienza amministrativa fondata sul cambiamento, che è molto originale per la fase storica e politica in cui ci troviamo, perché a Polistena governano i comunisti con indipendenti di sinistra, soli contro tutti gli altri.
Ci parli di Polistena: come si vive nella sua città?
Polistena, è una città che si distingue dalle altre. E' un punto di riferimento per molte cose, vi sono scuole, ospedale, servizi, è una cittadina importante per il commercio non solo per il territorio ma per l'intera Piana. E' un motore sempre attivo. E oggi è guidata da una giunta intraprendente che non si sottrae ai problemi, li affronta e li risolve, senza compromessi e lontano da particolarismo e interessi mafiosi.
I progetti della sua amministrazione?
Sono tanti, si fondano sul cambiamento, molte cose sono state cambiate in poco tempo. Dal modo di discutere con la gente dei problemi, nelle piazze apertamente, alla viabilità, ai servizi sociali riorganizzati per ridare dignità al lavoro e agli operatori impegnati oltre che agli utenti finali, dall'ecologia ai mercati settimanali, nei lavori pubblici, nell'urbanistica dove il controllo è costante sui procedimenti.
Sindaco, alla luce di quanto è accaduto, ha paura?
Quando si fa il sindaco in territori difficili come i nostri, con una moltiplicazione esponenziale dei problemi, a volte le emozioni, buone o cattive, si disperdono o peggio si annullano.
Sindaco, tanti soldi spesi per la scorta di ex governatori e politici eppure, ci sono persone in prima linea che devono cavarsela da sole. Lei è tra questi?
Non so quali saranno i provvedimenti. So che ho chiesto protezione non tanto per me quanto per ciò che mi ruota attorno, amministratori, consiglieri, compagni, i quali per la maggior parte sono giovani che devono essere incoraggiati, sostenuti e tutelati per quello che esprimono e fanno per il loro popolo. Arriverà mai una stagione in cui potremo dire che la ‘ndrangheta è stata sconfitta? Lo spero. Non tanto per il presente, quanto per il futuro dei più piccoli. E' per loro oggi che noi stiamo combattendo una guerra senza fine.
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