A Sua Ecc. MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA - ROMA
Al CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA - ROMA
AL Sig. PROCURATORE DELLA REPUBBLICA c/o Tribunale - REGGIO CALABRIA
Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA (Competente per territorio) c/o
Tribunale - CATANZARO
AL PRESIDENTE DEL CODACONS
-ROMA
AGLI ORGANI DI STAMPA - LORO SEDI
LETTERA APERTA
GIUSTIZIA..DOVE SEI ??!!
Il sottoscritto Minici Vincenzo,
nato a Roccella Ionica il 09.08.1952 ed ivi residente alla Via Vittorio
Emanuele n. 3, espone quanto appresso:Sarebbe tedioso, ripetere per l'ennesima volta la mia vicenda che mi ha visto protagonista su tutti i quotidiani e in televisione, per le decine e decine di denunce fatte, per i vari abusi e violazioni di legge a mio danno, per un trasferimento ingiusto e molto discutibile.
Cercherò brevemente, per quello
che il limite della parola umana mi permette, di riassumere brevemente le
violazioni di legge a mio avviso perpetrate a mio danno.
·
Violazione Decreto Ministeriale 2010/11;
·
Trasferimento coercitivo da un Istituto ad
un'altro in violazione al Decreto di cui sopra;
·
Violazione L. 241;
·
Violazione L. 104;
·
Interruzione della continuità lavorativa;
·
Favoreggiamento ??(nove persone reintegrate
nelle loro sedi ad esclusione del sottoscritto);
·
Abuso d'ufficio;
·
Violazione dell'accantonamento della sede
lavorativa (Liceo Scientifico) ad opera dell'USR di RC;
·
Dichiarazione Mendace da parte del funzionario
del MIUR;
·
Violazione della Normativa Europea che prevede
l'assunzione a T.I. dopo 36 mesi di lavoro senza soluzione di continuità (nel
mio caso 18 anni di precariato).
Ebbene, dopo quattro anni di esposti - denunce - querele , anche di
fiduciose attese, in data 06/03/2013
mi giunge una nota dalla segreteria del PM. Dr. R.C. della DDA di Reggio
Calabria, che in seguito alle scrupolose indagini eseguite da tutti gli organi
di Polizia Giudiziaria, ed in particolar modo dal Comandante la Stazione dei CC
di Roccella Ionica F.N. e dal M.llo. G.F. della sezione di Polizia Giudiziaria
della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, veniva attestato che è pendente
presso l'ufficio del PM. Dr. R.C. un procedimento penale N. 6090/2011 a carico di Ignoti per i
reati di cui agli art. 323 e 328 c.p.
Vale a dire : ( ABUSO D'UFFICIO e RIFIUTO DI ATTI
D'UFFICIO).Nel frattempo il PM. Dr. R.C. viene trasferito, e il nuovo P.M. Dr. M.B. della Procura della Repubblica di Rc con un nuovo atto pervenutomi in data 17/12/2014 propone l'archiviazione (SIC!!!!) naturalmente opposta.
OSSERVAZIONI
Nessuna legge, per quanto rigorosa e dura, può ristabilire la sicurezza dei cittadini, senza un apparato giudiziario in grado di attuarla. Ma l’esigenza di giustizia non è solo strettamente connessa a quella della sicurezza: nasce dal bisogno originario di redimere il giusto dall’ingiusto, il torto dalla ragione, il buon diritto dalla sopraffazione, dalla violenza o dall’inganno.
Quando uno Stato ha rinunciato a fare giustizia, non ha solo calpestato un fondamentale diritto dei cittadini, ma ha anche rinunciato a essere se stesso.
Nessuno più dubita che questo sia avvenuto in Italia.
Per restituire agli onesti la fiducia di essere protetti, e ai disonesti la certezza di essere puniti, occorre una totale riorganizzazione di tutto il meccanismo giudiziario.
E’ triste costatare che quando un processo, che richiede l’intervento di uno o più giudici, per risolvere le questioni riguardanti il rispetto della legge, rimane in galleggiamento per un lungo periodo, senza che ci sia la volontà di risolverlo, allora dobbiamo cominciare a preoccuparci.
Cos’è oggi, la certezza del Diritto? E’ solo una certezza linguistica oppure è implicita l’utilizzazione creativa?
Ogni cittadino, deve essere certo dei suoi diritti, non solo di un sistema di leggi codificate che potrebbero volgersi contro di lui.
Oggi, tra l’altro, si è determinato un divario tra elefantiasi amministrativa e principio secondo cui la legge non ammette ignoranza.
Purtroppo l’Italia ha fatto scempio della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che pure aveva sottoscritto, non per niente la Corte di Giustizia di Strasburgo ha censurato decine di volte l’Italia per i tempi lunghi dei processi, per la scarsa efficienza, per una gestione della giustizia che offende la dignità e la libertà dei cittadini.
Autonomia e Indipendenza della Magistratura non significa, a
mio avviso, patrimonio esclusivo dei giudici, bensì, un bene per tutta la
collettività.
La Magistratura, è, e deve
continuare ad essere, l’Istituzione cui ogni cittadino, povero o ricco, umile o
potente, deve poter guardare con assoluta fiducia anche se – come accade in
tutte le grandi e buone famiglie – annovera al suo interno qualche componente
la cui condotta lascia a desiderare.Non è pensabile che si possa dubitare che la Magistratura sia lacunosa e non più credibile.
Pertanto alla luce di queste mie osservazioni ritengo che sarebbe utile che gli Organi Superiori inviassero gli ISPETTORI, per una GIUSTIZIA GIUSTA e per far luce su tutte le Ombre evidenziate.
Roccella Ionica 31.01.2015
F.to Vincenzo Minici
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