L’affissione dei manifesti di propaganda elettorale è disciplinata da apposite leggi ed è consentita e deve essere effettuata in appositi spazi a ciò destinati.
La stessa legge indica le dimensioni dei manifesti, la quantità di spazi da assegnare in base al numero di abitanti e le località dove questi spazi devono essere predisposti (luoghi più frequentati ed in equa proporzione su tutto il territorio del Comune).
La Giunta Comunale è TENUTA (vuol dire che ha l’obbligo), nei tempi previsti dalla stessa legge, a stabilire speciali spazi da destinare, a mezzo di distinti tabelloni, esclusivamente all’affissione dei manifesti (vuol dire che sopra gli spazi indicati è necessario scrivere che si tratta di propaganda elettorale per le elezioni amministrative ecc. ecc.).
La legge indica anche le incombenze pratiche ed esecutive di quanto disposto, in ordine alla predisposizione e delimitazione degli spazi destinati all’affissione ed in più predispone il sistema sanzionatorio per chi danneggia, distrugge o, comunque, rende illeggibili i manifesti già affissi.
Ritengo di particolare interesse il contenuto della circolare del Ministero dell’Interno del 8 aprile 1980 (e sempre valida nella sua cogenza giuridica) che reca la “Disciplina della propaganda elettorale” dove, in premessa, fa proprio riferimento alla ratio per cui il legislatore ha previsto l’esistenza di questi speciali spazi per l’affissione dei manifesti: assicurare la parità di condizioni per la propaganda elettorale eliminando qualsiasi privilegio determinato da maggiori possibilità finanziarie e dare alla campagna elettorale un contenuto di manifestazione di pensiero più che di ostentazione di mezzi economici ( il tutto in linea con l’art. 3 Cost. che prevede che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge senza distinzioni di… condizioni sociali e personali).
Inoltre nella stessa circolare viene esortata l’Amministrazione comunale ad evitare ogni ritardo negli adempimenti ad essa demandati per quanto concerne l’apposizione di tabelloni e riquadri per l’affissione dei manifesti di propaganda elettorale.
Chi scrive esorta i cittadini, ma soprattutto gli amministratori attuali di Roccella di andare a leggere l’ultimo periodo del testo in questione, anche solo per cultura personale oltre che per conoscenza delle regole che devono sottendere al comportamento durante una campagna elettorale e in generale da parte di soggetti che intendono mantenere la guida di un paese… con un’attenzione particolare alla parte in cui si fa riferimento a condotte che debbono essere improntate ad agevolare il libero esercizio dei diritti costituzionali da parte dei cittadini.
Detto ciò pongo alcune domande:
- La Giunta comunale ha adempiuto al suo obbligo di indicare e predisporre nei tempi di legge, gli appositi spazi per l’affissione dei manifesti di propaganda elettorale? Se la risposta è positiva non si spiega per quale motivo i manifesti in fotografia siano posizionati negli spazi destinati all’affissione ordinaria (sopra gli annunci necrologici!!); se invece la risposta è negativa, trattasi di una evidente e grave violazione di legge la cui responsabilità è, naturalmente, di chi doveva attivarsi e ha omesso di farlo;
- L’Amministrazione Comunale è a conoscenza del contenuto non solo delle leggi sulla propaganda elettorale, ma anche della circolare del Ministero dell’Interno che ha valore equivalente in materia di disposizioni esecutive della legge primaria? Se la risposta è negativa, rammento che la circolare è indirizzata, tra gli altri, a tutti i Sindaci della Repubblica e sarebbe veramente grave che un Sindaco di esperienza come quello attualmente in carica a Roccella se la sia fatta sfuggire. Se la risposta è positiva, la domanda ritorna costante: perché non vi si è ottemperato?
Ora, siamo sicuri che l’ignaro operaio addetto alla raccolta differenziata non sia avvezzo alle affissioni e che l’ora notturna non gli abbia consentito di vedere dove stava incollando il manifesto, quindi non è tanto il suo comportamento da censurare quanto quello di tutta la Giunta con a capo il Sindaco che ignorano(!) o hanno ignorato (?) in toto tutte le norme sinteticamente illustrate.
Ed allora ci chiediamo ancora: PERCHE’?
Possibile che ad avvocati, giuristi e professionisti costituenti la classe dirigente del Comune di Roccella siano sfuggite queste norme, oppure pensano di poter agire sempre al di sopra della legge ed al limite della legalità?
E se proprio non vogliamo andare ad infierire su questo punto, consideriamo l’atteggiamento sprezzante di slealtà nei confronti della lista di opposizione: l’attuale amministrazione che si candida al secondo mandato non ha altri strumenti o argomenti per contrastare la lista “Roccella in comune – prima le persone”?
E allora, cari cittadini roccellesi, è proprio su questo che vi chiedo di soffermarvi…
In Italia vige il limite del secondo mandato non l’obbligatorietà del secondo mandato.
Io sarò pure di parte però vi dico: meditate gente, meditate!
Lina Iervasi